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[S/Lay w/Me] PbF - Meme&Airone - Gioco
Emanuele Borio:
Qui giocheremo la nostra partita di S/Lay w/Me.
Ogni Post sarà un Turno, e starà a noi chiamare eventualmente il Match.
Nel primo MIO Turno, io devo inserire l'Amante, ma non è obbligatorio che tu sappia che c'è o chi è.
Nel MIO primo Turno, creerò una Scena.
Nel TUO primo Turno, giungerai sulla Scena, e narrerai come la Scena reagisce al tuo arrivo.
Continueremo così fino al Match.
(Non ti preoccupare se alcune cose non le capisci, le spiego nell'altro Topic ^^)
Se non siete Meme ò_ò o Airone, NON POSTATE IN QUESTO TOPIC!
Usate l'altro Topic per porre domande o commentare ^^
Emanuele Borio:
La Città dei Ratti è sudicia e puzzolente. Il sole non raggiunge nemmeno un timido anfratto della corrotta città, e le luci sono spente, poiché la gente teme di mettersi in mostra, viste le leggi correnti. Un palazzo si rivela in tutto il suo orrore nel fondo di una caverna. È ricavato dalla roccia scura e tagliente della grotta, ed è illuminato solo da alcune tiepide candele dalla fiamma azzurra. Guardie armate fino ai denti sorvegliano l'entrata, così anche la maggior parte dell'edificio. In una stanza al piano di sopra, un uomo grasso e ridacchiante sta contando i soldi, in compagnia dei suoi scagnozzi, mentre un'ombra corre sui tetti del palazzo.
Nel tuo Primo Turno, devi arrivare su questa scena, e descrivere i cambiamenti che il tuo arrivo comporta, se ce ne sono.
Ah, finchè tu stesso non introduci il tuo Obiettivo con uno dei tuoi Turni, io non lo inserirò.
Andremo avanti così, Turno dopo Turno, fino al Match. Buona giocata a noi! ^^
Fabio Airoldi:
Stretto tra i muri scrostati della Città dei Ratti avanza un carretto, trascinato pigramente da un cavallo da tiro col pelo macchiato e i denti ormai marci. Chiunque sieda a cassetta, è avvolto completamente in un mantello tenuto assieme da toppe e rammendi. La corporatura sembra scheletrica, ma nulla di costui è visibile: anche le redini si perdono sotto il cono d'ombra del mantello.
Con uno sbuffo il cavallo si arresta davanti al portone del palazzo. L'uomo a cassetta non si muove, e il carretto resta lì ad ingombrare il passaggio.
Una della guardie si avvicina e scuote il mantello con il manico della lancia «Ehi, pezzente, levati da qui!». La sorpresa si dipinge sul suo volto quando il manico affonda nel mantello, facendo crollare la precaria impalcatura di rami che lo reggeva.
Mentre le guardie sono distratte guardando a cassetta, mi stacco dal mio appiglio sotto il carro, scivolo via dal semiasse anteriore e volto l'angolo del palazzo. Le finestre del primo piano hanno solide sbarre, ma quelle del secondo no. Mi srotolo corda e rampino da attorno alle spalle, un rapido movimento rotatorio, lancio, ed inizio ad arrampicarmi, sperando che le guardie non si siano accorte di nulla. Apro la finestra senza fare rumore e sono dentro!
* * *
NB: se la faccio fuori dal vaso o se sbaglio qualcosa, fammelo notare per cortesia. Non sono ancora molto abituato al potere narrativo da giocatore.
Emanuele Borio:
La stanza è ricca, finemente decorata, e piena di tesori. La finestra si chiude per un'improvvisa folata di vento e tu, che eri appena entrato con gli occhi ancora non abituati al buio, quando la candela che si era assopita per il vento si riaccende al suo massimo, noti una figura incappucciata, vestita di nero, che sta frugando in un cassetto, alla ricerca di qualcosa. Nello stesso momento in cui tu la noti, lei nota te, e quasi in contemporanea vi saltate addosso. Dopo un rapido scambio di colpi e parate, vi trovare entrambi in piedi, a pochi centimetri di distanza, le lame puntate rispettivamente alla gola dell'altro. La figura parla con voce femminile "Tu chi diavolo sei?".
* * *
Assolutamente, stati andando molto bene, ma per esempio questa è autorità Ampia, non Stretta. Per esempio hai descritto come reagivano le guardie, cosa ti dicevano, ecc...
Non che sia un male, anzi! La Ampia è la mia preferita ^^
Andiamo avanti così che mi piace assai. ^^
Fabio Airoldi:
Non appena sento la voce femminile capisco di avere un probabile vantaggio di forza fisica: spingo forte lama contro lama, faccio un balzo indietro disimpegnando la sciabola e mi metto in guardia di terza, pronto a reagire ma non minaccioso.
Jago mi raccontava spesso delle impetuose avventuriere che incontrò, a suo tempo, nelle mille avventure che ha vissuto: "con esse ci vuole lingua di miele ma polso d'acciaio", questa è la sua lezione.
«Sono uno dei tanti topi di questa città, donzella, che preferisce fare il suo lavoro e sparire inosservato. Sei forse una Gatta, tu, invece, che sembri così ansiosa di mordere?»
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