Domenica, ultimo slot di INC. Stanchi morti ma carichi abbuco ci si avvicina al tavolo. Io, Padrone, Triex, Matteo Turini, Hendrake e Tozzie.
SUA ECCELLENZA REVERENDISSIMA, IL VESCOVO MATHIAS VON HOFFMASNTHAL
Il Padrone ha deciso che i Paesani devono essere resi perfetti come lui, a qualunque costo e con qualunque metodo. Tutti capiranno che lui è vincente, perfetto, irraggiungibile. Talmente grande che Dio l'ha voluto tra i suoi, chiamandolo ad essere un sacerdote. Non per questo ha rinunciato ai piaceri della carne. Dio lo capirà certamente. Diventare come lui renderà felici tutti. All'inizio soffriranno, ma poi lo ringrazieranno.
Ovviamente questa è una facciata, una menzogna che si racconta per non essere obbligato ad uscire e confrontarsi con gli altri.
I suoi metodi sono sottili e poco evidenti: ricatti, ingegneria sociale, droghe, minacce. Niente di fisico, anche se sicuramente la brutalità non manca.
PAURA: 2
RAZIONALITA’: 3
TIPO: Bestia
ASPETTO: Maestro
BRAME: Il Padrone Brama l'accettazione da parte di una società.
BISOGNI: I comportamenti e gli atteggiamenti dei Paesani, da modificare a suo piacere
ESTRANEI: Un ristretto gruppo di Notabili del Paese
INNOCENTE: Edith, una pastorella che vede la Madonna
DIMORA: In una vallata alpina un borgo. Nel borgo una piccola cattedrale goticheggiante. A fianco della cattedrale il palazzo vescovile, ancora più dorato, in cui si tengono feste, balli e banchetti. Il Padrone passa più tempo nel palazzo che nel tempio.
I SERVITORI
Triex:Cedric, Lo "Smithers", il segretario omosessuale del Padrone, convinto che Lui possa guarirlo.
Hendrake: L'esperimento sociale primitivo, annientato dalla paura del padrone ma spaventato ancora di più dall'essergli lontano o non ubbidire a lui. Agisce direttamente per punire chi non si conforma al volere del Padrone.
Matteo Turini: Johann, ha contribuito all'affermazione di Sua Eccellenza, ed ora è terrorizzato da quello che i Paesani gli farebbero se il Padrone non lo proteggesse. È il maggiordomo, che organizza le feste del Padrone, “selezionando” gli ospiti.
Tozzie: Bruno, il giovane Figlio del Padrone
I servitori sono in rigoroso ordine di unsafe "percepito". :-P
La partita è stata veramente, veramente bella e devo ringraziare tutti. Soprattutto ho capito molte cose, giocando con voi.
Innanzitutto si conferma una mia vecchia impressione: La Mia Vita col Padrone è un gioco che ci mette un attimo a partire. Si fanno un paio di giri di tavolo emotivamente fiacchi, mentre ci si prendono le misure. Anche iniziando da subito ad emettere ordini contro i Legami ci si mette un po' a sentirli davvero vicini, a star male quando li massacri. Le flag ci sono tutte, bisogna solo "ingranare" un momento. Arriva poi un singolo momento, un ordine che fa dire "Wow!" e il gioco è fatto. Da lì in poi l'escalation è semplice, diretta, veloce.
Purtroppo il tempo era tiranno. Poter sviluppare il tutto su più sessioni (con valori di Paura e Razionalità diversi) avrebbe consentito al gioco di causare risposte emotive fortissime anche agli altri, oltre che a Zippolo-Triex. Purtroppo col tempo che c'era solo il più emotivo e unsafe della cricca è crollato ;-)
LE MECCANICHE MIGLIORI
Chi ha giocato con me lo sa:vedere in azione le meccaniche di LmVcP mi procura un piacere quasi orgasmico. Sono assolutamente perfette per creare e veicolare le emozioni e i temi che il gioco si prefigge. Non riesco a farne a meno di parlarne durante il gioco stesso.
Il singolo evento di questo tipo che mi ha procurato piacere fisico è stato il tentativo di aggiramento di Hendrake.
Il suo personaggio aveva ricevuto l'ordine di "Scacciare, uccidere, far quel che voleva" con la Fioraia sua Legame. In breve organizza un piano semplice e geniale. Utilizza il suo Più che Umano per farle credere la menzogna di un figlio morente e farla allontanare dalla città, poi le brucia il carretto dei fiori, tutto contento di non aver fatto grossi danni, in fondo.
Poi si rende conto che non ha ancora fatto un tiro. Il suo personaggio è ancora vincolato all'Ordine del Padrone. Si rende conto che, in ogni caso, dovrà prostituire la sua anima e colpire chi gli vuole bene, e dovrà farlo fisicamente e brutalmente, vincolato dal proprio Più che Umano.
È stato straordinario vedere come le regole ti forzassero nella direzione migliore per godere del gioco.
In questo La Mia Vita col Padrone è semplicemente unico.
SINCERITA'
La meccanica più complessa del gioco è sempre stata, per me, il Dado di Sincerità, per la semplice ragione che nel manuale non è spiegata. TI dice soltanto: "quando la vedrai la riconoscerai, e il Padrone non ne è capace". Con questa partita ho capito cosa significhi davvero Sicerità. Significa aprirsi, significa abbattere ogni barriera e buttarsi davvero nel gioco unsafe. Vedete, la forma, le parole che si possono usare per esprimere la Sincerità sono praticamente le stesse che si usano per esprimere la Disperazione. Quello che distingue quindi questi due dadi è l'intensità e l'intrinseca onestà di quel che dici. In pratica devono essere cose vere, devi dire quello che in quel momento stai provando sul serio. Per questo il Padrone non ne è capace. Il padrone non ha sentimenti o emozioni, il Padrone è una mazza, uno strumento. Non ha nessuno dietro che faccia una reale advocacy per lui, qualcuno che stia facendo entrare sé stesso nel personaggio.
Non può quindi ottenere Sincerità.
Le meccaniche del gioco sono poi talmente calibrate (vedi sopra) che sei praticamente obbligato a compiere quest'atto di immedesimazione, se non vuoi che il tuo personaggio si riduca ad un mostro inconsapevole. Se vuoi porre un freno al disagio che il gioco ti sta causando devi per forza aprirti, renderti per un attimo vulnerabile.
Questo renderà ancora più semplice colpirti e causare emozioni.
È esattamente quello che è successo a Triex alla fine, ed è esattamente questo che mi ha consentito di dargli quella mazzata finale.
Lui si era aperto, aveva detto quello che davvero stava provando in quel momento, lasciando fuori però un aspetto centrale del personaggio. Questo significava che, alla fine, il segretario Cedric non riusciva ad accettarsi. Stava per colpire il padrone con un paio di forbici, ma ancora si considerava un mostro.
E il Padrone glie l'ha detto.
Wow.
DENTRO E FUORI
Mi sono trovato, spesso e volentieri, ad "uscire dal personaggio", a giocare una scena e poi spiegare liberamente com'era la situazione.
Per esempio ho reso chiaro che il padre del Servitore di Triex sarebbe morto, se il servitore di Matteo l'avesse colpito; ho ridacchiato in faccia ad Hendrake dicendogli chiaro e tondo che il sistema non avrebbe permesso che svicolasse dall'omicidio della fioraia e, soprattutto, nella scena culmine di Triex, nella ribellione al padrone di Cedric, ho sottolineato out-of-game e chiaramente che cosa aveva appena fatto.
Questo ha, credo, portato a sentire ancora più fortemente le emozioni del gioco. Nel farlo mi sembrava di usare le scelte dei giocatori per picchiarli in faccia e fargli comprendere davvero la magnitudine e gli effetti di queste.
Non ho letto da nessuna parte questo suggerimento, ma mi è sembrato terribilmente, terribilmente efficace.