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Live a immersione totale
Andrea Castellani:
--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]
--- Citazione ---[p]perché strappa via il giocatore dal personaggio in cui tanto faticosamente si è immedesimato e lo riporta alla sua personalità reale.[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Esattamente quello che disse la Jasmine a suo tempo, dopo essere crollata[/p]
--- Termina citazione ---
Lei e diversi altri, secondo i questionari compilati dopo il live. Per la cronaca, Michele parla del famigerato run italiano di "Un'altra vita, da capo", un mio live in Stile Carsico (cioè che cerca di far vivere un'esperienza molto forte e diversa dalla propria vita reale attraverso l'immedesimazione nel personaggio, e questa a sua volta viene ottenuta grazie anche al fatto che il live è in stile 360°) in cui su otto giocatori abbiamo avuto tre persone con bleed-revivescenze pesanti (dall'attacco di panico alla crisi di pianto); nonché due persone che hanno mostrato un disagio pesante (ma diverso dal bleed), probabilmente a causa della situazione di stress che si era venuta a creare. Un fallimento gigantesco (la revivescenza è la cosa più anti-carsica che esista), ma che mi è servito a capire molte cose.
--- Citazione ---[p]Io posso portare la mia esperienza in "La ferrovia scarlatta" in cui non avemmo problemi di bleed tanto lontana dalla nostra esperienza erano i personaggi.[/p]
--- Termina citazione ---
Infatti un buon modo per riuscire a tenere lontano il bleed-revivescenza è utilizzare personaggi molto diversi dalla personalità reale del giocatore, e soprattutto situazioni completamente aliene dalla loro esperienza. L'unica volta che l'ho giocato in Italia, "Un'altra vita, da capo" ha avuto molti più problemi di bleed-revivescenza di quelli che pensavo, perché avevo stupidamente sottovalutato la possibile sovrapposizione tra le esperienze di vita vissuta dei giocatori (italiani) e dei personaggi (rumeni emigrati in Italia). Le due volte che l'ho giocato in Scandinavia ho avuto un solo caso di bleed-revivescenza, peraltro dovuto a una coincidenza veramente incredibile. Va anche detto che nel run italiano sono stato particolarmente sfortunato (neanche se l'avessi fatto apposta sarei riuscito ad assegnare i personaggi così male, cioè così corrispondenti al vissuto personale dei giocatori).
"La ferrovia scarlatta" invece ti porta in una situazione (la guerra civile, la pulizia etnica...) talmente lontana dal vissuto di qualunque europeo non jugoslavo che non ho mai avuto problemi di bleed-revivescenza in nessuno dei quattro run, nonostante i temi siano pesantissimi (molto più pesanti che in "Un'altra vita, da capo") e i giocatori, durante il live, ne siano rimasti molto scossi. Ma come dice Michele, l'esperienza che si vive è quella del sogno, cioè una realtà alternativa in cui vivi emozioni fortissime, ma poi ti svegli (ovvero finisce il live) ed è come se le avesse vissute qualcun altro; magari ti rimane la tremarella addosso per qualche minuto (come quando ci si sveglia da un incubo), ma poi esci completamente dal personaggio e torni perfettamente a posto, perché nulla di quello che hai vissuto coinvolge in qualche modo la tua vita reale. Questa è la vera immedesimazione nel personaggio secondo la mia definizione; tutto il contrario del bleed.
--- Citazione ---Tuttavia non si tratta di percezioni alterate, posto che quello che vedevamo era la realtà, quanto semmai di una molto più interessante sorta di "relazioni sociali alterate" tra i personaggi. Ossia le relazioni sociali, in quel caso legate alla parentela fratello-sorella-nonno-zio, erano così forti ed intense da essere reali, anche se per poco tempo. Dico proprio "reali" e non "sembravano reali", cioè il WYSIWYG si estese dal campo percettivo a quello emotivo, non era (almeno per me) illusione, ma sensazione reale.
--- Termina citazione ---
Ecco, questa è una buona risposta da dare a Joc quando nel suo articolo sopra citato dice che, dato che le percezioni del personaggio corrispondono a quelle del giocatore, il gioco dei live 360° finisce con l'essere centrato intorno alla mente del personaggio, e dato che il personaggio è fasullo ha una mente quasi "vuota" (pochi ricordi, poco vissuto, come un androide di Blade Runner) che non è interessante esplorare. Io non sono d'accordo che la mente del personaggio debba essere per forza quasi "vuota"; già introdurre legami familiari, come dice Michele, la riempie in maniera incredibile, certo serve una certa preparazione prima del live per rendere questi legami "reali" (per questo prima di "La ferrovia scarlatta" si giocano in stile black box i ricordi dei personaggi), ma la cosa all'atto pratico funziona, checché ne dica Joc che su questo è scettica. Inoltre le personalità di personaggio e giocatore si trovano in un rapporto complesso in cui i dettagli della personalità del personaggio che non vengono opportunamente preparati prima del live, e quindi rimangono "vuoti", vengono colmati durante il live da elementi provenienti dalla personalità del giocatore (o, secondo la mia esperienza, da quelle di persone che il giocatore conosce bene), quindi tutto questo problema del "vuoto" io non lo vedo. Un altro modo per colmare il "vuoto", come accenna anche Joc stessa, è far durare il live il più possibile (idealmente diversi giorni), in modo che la memoria a medio termine si riempia unicamente di ricordi della realtà del live.
--- Citazione ---[p]Si può dire che è un intenso sforzo di aderire alla realtà invece che all'illusione, in quanto il gioco va a modificare processi che si trovano prima della fase percettiva, ossia l'io stesso, al contrario dei normali larp che solitamente modificano la fase percettiva (questo cartellino è una pozione, questa casa è un castello, questa spada di gomma è di metallo, quel ragazzo è un orco e via dicendo) lasciando al giocatore il compito di interpretare le percezioni in modo coerente con il setting-gioco. Ma nel WYSIWYG non avviene illusione.[/p]
--- Termina citazione ---
Sì, questo lo dice molto bene Joc nel suo saggio. A differenza di lei, non trovo che questo impoverisca l'esperienza, è semplicemente una cosa diversa. Se voglio lavorare sull'immaginazione e sul dissolvere i confini tra personaggio e giocatore faccio un jeepform; se voglio lavorare sulla realtà e sul vivere le esperienze di vita di un personaggio totalmente diverso e ben distinto dal giocatore, faccio un live in Stile Carsico.
Andrea Castellani:
--- Citazione ---[cite]Autore: p[/cite][p]Gia'. E pensare che Andrea e' il famoso Troll che Trama nell'Ombra. :-)[/p][p]Con l'altro thread sono stati bravissimi, peccato che questo stia degenerando in un magma di OT un po' confuso.[/p][p]Lo dico non tanto per riguardo a questo thread specifico (i dubbi di Mauro mi sembrano ormai risolti, e la terza persona adatta a chiedere di non sporcare sarebbe lui, non certo io), quanto perche' gli argomenti tangenziali che stanno uscendo (Bleed nel live immedesimativo, editing dei ricordi, eccetera) mi sembrano molto interessanti, e meritevoli di thread a parte.[/p]
--- Termina citazione ---
In effetti io sono il Troll che Trama nell'Ombra.
Secondo me, visto il titolo del thread e visto che tutti gli argomenti che dici sono collegati tra loro, possiamo restare qui. Altrimenti ci tocca aprire un altro thread e chiamarlo come questo o quasi, visto che riesco a pensare a pochi titoli più adatti. :-p
Michele Pupo:
--- Citazione ---dato che il personaggio è fasullo ha una mente quasi "vuota" (pochi ricordi, poco vissuto, come un androide di Blade Runner) che non è interessante esplorare
--- Termina citazione ---
Sarebbe così se invece di un live si facesse una seduta di psicanalisi. Ma in un live succedono cose, e questo è già un ottimo riempimento. Per dire a me le scenette preparatorie non hanno dato niente, visto il personaggio che avevo, ho costruito tutto sul treno, quindi nonostante iniziassi come essere umano "vuoto" mi sono subito riempito visto che il live si è incentrato sui nostri rapporti. Certo se invece di stare a parlare con gli altri me ne fossi stato per conto mio allora si che il "vuoto" si sarebbe fatto sentire...
Andrea Castellani:
--- Citazione ---[cite]Autore: robur[/cite]
--- Citazione ---[p]dato che il personaggio è fasullo ha una mente quasi "vuota" (pochi ricordi, poco vissuto, come un androide di Blade Runner) che non è interessante esplorare[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Sarebbe così se invece di un live si facesse una seduta di psicanalisi. Ma in un live succedono cose, e questo è già un ottimo riempimento.[/p]
--- Termina citazione ---
Infatti. Il problema è che da un lato è un bene fare live lunghi per la storia della memoria a medio termine ecc., dall'altro se li fai troppo lunghi l'azione rischia di essere troppo diluita. "La ferrovia scarlatta" funziona bene perché mette in scena le due ore forse più importanti della vita dei personaggi e tira in ballo temi di portata devastante, cosa che è possibile fare perché la situazione è particolarissima; quindi non serve che sia lungo, e anzi si avvantaggia della sua brevità. In altri casi meno "epici" (come in "Un'altra vita, da capo") è bene stabilire il tempo di gioco più lungo possibile, però dando ai personaggi qualcosa da fare, per dargli modo di riempirsi la testa del mondo di gioco senza fermarsi a riflettere su quanto, per il momento, la mente del personaggio sia vuota (per esempio al run di Oslo di "Un'altra vita, da capo" i personaggi avevano sempre qualcosa da fare, ed è uno dei motivi per cui lì è riuscito molto meglio che al Fastaval dove i personaggi hanno passato il live a oziare in poltrona).
--- Citazione ---[p]Per dire a me le scenette preparatorie non hanno dato niente, visto il personaggio che avevo, ho costruito tutto sul treno[/p]
--- Termina citazione ---
Sì, ma il tuo personaggio era particolare, perché c'era una svolta radicale nella sua vita che era impossibile da rappresentare con le scene preparatorie. Negli altri run risolvevo la cosa facendo rivivere l'esperienza tramite una trance sul treno, ma come ricorderai non sono riuscito a trovarti e la cosa è saltata (e avevo paura che questo mandasse in vacca il live, perlomeno a te e forse a tutti, invece per fortuna sei riuscito, a quanto dici, a compensare).
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