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{Jeepform] Previous Occupants - Prime Impressioni
lapo:
Beh, se serve come scusa per essere ancora vergini il giorno del fidanzamento, direi che ci sono varie religioni come vanno altrettanto bene.
Fabio Succi Cimentini:
Disclaimer: questo post emoegocentrico verterà molto sull'esperienza personale e poco sulle meccaniche. Almeno per una prima stesura mi serve sviscerarlo così.
Per me è stata la esperienza intensa e pesante della mia INC. La dimostrazione del termine 'unsafe'.
Partiamo dall'inizio: la scelta dei personaggi. Parto di default con l'idea di andare su uno dei due personaggi maschili: voglio l'esperienza forte che il jeepform promette, ho già una barriera di immediatezza che è la lingua e scelgo di evitare quella di genere. Che poi era il minimo dei problemi, visto anche quanto poco s'è andato sulla fisicità e quanto sull'elemento verbale. Guardo il fidanzato: religioso, timido, imbranato, nervoso, con una caterva di pare mentali su come l'altra persona reagirà, e il bisogno di darsi un tono per impressionare. Mi ci trovo appieno. Poi il marito che dovrà uccidere la persona che ha sposato. Potrebbe essere interessante sperimentare. Lo dico a voce, con un sostanziale "van bene entrambi": poi Alexandra sceglie il marito e allora eccomi con un ruolo già di partenza molto vicino a me.
Passiamo alla fine. "You were really clumsy", è stato un commento di Triex durante il feedback conclusivo. Tutti erano seduti, io stavo in piedi con le gambe tremanti ma un senso di disagio all'idea di sedermi vicino a qualcuno. Sapevo che in poco tempo da quella prima scena in cui entravo in camera col bagaglio in mano (e tiravo fuori la prima cappellata mettendomi a lavare i piatti. In camera d'albergo.) la barriera tra me e il personaggio era stata erosa, e tutto quello lo avevo fatto io. Tirando fuori i miei difetti davanti a quattro persone, senza atteggiamenti di autoironia o svicolamento che spesso uso.
Io sono una persona imbranata, incerta e introversa: non è una novità, anzi spesso lo dico quasi di partenza all'interlocutore (con quel che di autoironico ma anche un certo “mettere le mani avanti”: sono così, consideralo.) Ma vederlo tirato fuori dalle circostanze, chiaro davanti agli altri, è pesante.
Mentre sei ancora nel pensare a come verrà la fiction, mi dico che in realtà sarà piuttosto prevedibile: bene, là deve per regole finire in morte, qua nella prima volta per entrambi. Come dall'altra parte del tavolo stanno arrivando alla progressione naturale in cui aggiungono sempre più cattiveria e ammissioni fino all'esplosione, qui sarò quello che cerca di tirarsela, getta la camicia sul divano con fare da maschio alfa, dà la sua sorsata di birretta, manda allusioni su “quanto era bella quella casa vicino al bosco, così adatta per delle famiglie...”. E invece dall'altra parte trovi diffidenza, una certa freddezza, e nel momento di coscienza sovra-fiction ti chiedi se per caso questa giocata non riuscirà arrivare alla conclusione dovuta della prima parte. E ti impappini ancora più. Così son fatto: spesso le volte in cui non mi sono trovato davanti la reazione che m'aspettavo, in cui s'innescava il pensiero esplosivo “mi comunica una cosa ma in realtà vuole il completo opposto”, non era la mia parte intraprendente a dominare ma solo il panico e la sfiducia in me. Allora, quando già sei tu a profonderti in continui “s-scusa, non volevo” ed è lei che prende l'iniziativa e la prima parte arriva alla fine, all'inizio sembra liberatorio. In realtà quell'inquietudine velata ancora addosso è la spia del fatto che tutto inizierà a rovinare da qui.
Prendiamo un'altra situazione, quella che ho visto come il primo vero clou.
Ti trovi a tenere in mano una penna che è un coltello, messa in mano da una forza che ha preso controllo di te ma tu non capisci, e vedere la persona che ami inorridita, ma d'altra parte è lei che ha continuamente infierito sul tuo orgoglio, mentre tu cercavi sempre modi per andarle incontro e ti dichiaravi disposto a rimangiarti le cose orribili che hai detto se solo lei facesse lo stesso, ma quello proprio non arriva... la vedi pretendere soltanto, allora sei davvero al bivio.
E getti la penna a terra con violenza: ecco l'isteria come soluzione di comodo, il momento di crollo nervoso per spezzare la scelta.
Si rompe, e per un attimo tutto sembra fermarsi. E quel momento di sospensione del velo di fiction, in cui ti trovi ad avere danneggiato un oggetto, va a pesare ancora di più sull'umore. Ad aggiungere ulteriore tensione, come se non bastasse.
Primo vero botto, dicevamo.
La seconda parte in generale avanza su questo andazzo: non riesco a impormi, proprio non ci riesco. Perchè le cose più cattive le ho dette io, e quindi pur pretendendo comprensione qualcosa mi dice che non posso farlo. Sono sicuro che non ci sarà spazio per la catarsi e il perdono. Forse potrei liberare tutto in un ulteriore scatto di aggressività, vendicarmi su di lei su come (ne sono sicuro) mi ha ridotto: e arriva il momento in cui tutta quella tensione non è più sostenibile.
Allora devo farlo. Però finisco per farlo su di me. Il telefonino – che prima lei aveva usato per cercare di chiamare la polizia, glie l'ho strappato di mano – che prendo in mano, mostro con un brevissimo momento di più tranquillo e fuori fiction “This is a knife now” - anche se sicuramente tranquillo non ero. Poi lo calo sul polso.
Non so bene il motivo vero e proprio per cui ho scelto questo alla fine. Nel feedback ho chiarito che sono moralmente contrario, che per me non è un diritto, ma che a quel punto mi sembrava l'unica scelta. L'altra, accanirmi su un'altra persona, sarebbe stata ancora peggio. Non so se altre considerazioni meno consce abbiano contribuito, in realtà ho anche un certo terrore a pensarci.
Sento un grande tremito addosso, una volta che tutto finisce e mi alzo da quel divano su cui ero crollato. Dare un feedback diretto di quello che ho sentito in pancia, sentirne altrettanti, lasciare finalmente la stanza, prendere una birra, fare un giro fuori, un salto in edicola. Dopo un po' riesco a sedermi su di una poltrona.
E a quel punto capisco di avere toccato bene con mano e pienamente quel mettersi in gioco.
(Ci penso solo ora: cazzo, a LVMCP ho fatto una scelta molto simile – almeno nella forma. Il mio pensiero. Il mio pensiero mentre scrivevo “24 ore dopo... mi sono tagliato una mano. Porca miseria.” Nel significato erano totalmente diverse: da una parte autodistruzione, dall'altra redenzione e scelta di ricominciare. Però, davvero, non ci avevo pensato, m'è tornato in mente solo ora.)
Un po' di considerazioni sul gioco generale, dopo l'onanismo psicologico di qui sopra:
[ulist][*]Al contrario dell'altra partita siamo stati più 'nordici' riguardo alla religione, che salvo brevissimi accenni (“Mi conosci da quando ci siamo incontrati in chiesa..!”) non è entrata in campo. Probabilmente per il fatto che alcuni blocchi caratteriali erano già abbastanza forti per non avere bisogno della morale religiosa.
[*]La questione “consapevolezza dei fantasmi” è stata gestita un po' più all'interno: le frasi dette nei momenti di possessione diventavano nostre, a parte un po' di momenti verso il finale. Specie nelle cose che proprio non avresti voluto dire, uno sguardo stupito e un “Me l'ha fatto fare...” a voce rotta e confusa dopo essere tornato a te stesso venivano quasi immediati. E quindi sono contento che ci sia quella confusione voluta, anche perchè credo che regolamentare e fissare questo impatto dei fantasmi nella fiction darebbe magari più 'verosimiglianza narrativa' ma meno intensità.
[*]Verso la fine della prima parte i climax non si avviavano del tutto, qualche scambio di scene tendeva a ristagnare le situazioni. Forse c'era una certa riluttanza a calcare sull'acceleratore e quindi 'imporre' lo stesso alla scena parallela. Ma alla fine pochi problemi: ha aumentato la tensione, ha incrementato i problemi della parte successiva, insomma ha complicato.
[*]L'inglese non è stato per niente problematico – pochi momenti di confusione a riguardo. Anzi, come ho già scritto in altro topic, forse ha pure aiutato l'essenzialità. Paradossalmente il fatto che sia stata un'esperienza più verbale che fisica può essere stata incentivata dal dovere arrivare al nocciolo delle parole.[/ulist]
C'è una piccola ombra su com'è andato tutto, ma sinceramente vorrei prima chiarire in privato.
E sicuramente salteranno in mente altre cose da dire, considerazioni, idee. Ma questo per ora è il mio parere.
Ezio:
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]Dev'essere religiosa, o specificamente cristiana?
--- Termina citazione ---
Cristiana.
Noi l'abbiamo intenzionalmente declinata nel cattolicesimo per giocare vicini a casa.
Grazie, tozzie, ci rifletto.
Andrea Castellani:
Riporto questo frammento di mio intervento perché mi sembra interessante per questo thread:
--- Citazione ---[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Tozzie[/cite][p]Ma quindi, saremo noi italiani tarati in modo strano? :°D[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Il pensiero di Tobias (e mio, per quel che conta) è che lo stesso tema venga recepito in maniera totalmente diverso a causa delle differenze culturali.[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Come già accennavo a Tobias al Fastaval 2009, secondo me i jeepform (tutti) in Italia hanno un impatto emotivo molto più devastante che in Scandinavia, cosa di cui secondo me all'epoca i jeepers non si rendevano bene conto.[/p]
--- Termina citazione ---
Ne stiamo parlando (allargando il discorso ai larp) in quest'altro thread.
Matteo Gallivanoni:
Cosa aggiungere al post di Tozzie sulla nostra sessione? Non vorrei fare un banale post
di "quanto sto bene per quanto sono stato/sto male", ma ci tengo a
descrivere questa esperienza anche se mi costa molto tempo: sono 5 giorni
che lo mollo e lo riprendo tra correzioni e riscritture
e se non lo pubblico ora non lo faccio piu` :-P.
A diversi giorni di distanza da Previous Occupants ora sento che sto lentamente
ricominciando a dominare le emozioni e quindi forse riesco a scrivere in
parole chiare e comprensibili cosa ho vissuto
anche per me e` stata LA esperienza pesante di questa INC
(ehm... tra l'altro che cosa significante 'unsafe' riferito ai GdR
l'ho imparato direttamente a questa INC - gh!)
L'introduzione di Tobias e` stata abbastanza sintetica, ma chiara; forse
sapendo che eravamo abbastanza nuovi del genere avrebbe potuto metterci
un po' piu` in guardia... o forse questo non avrebbe fatto altro che
irrigidirci senza comportare benefici di sorta.
Successivamente ci ha chiesto di scegliere insieme i termini della sessione:
ci siamo subito trovati d'accordo
su un paio di aspetti: il primo sul "not getting too physical" e` stato
abbastanza naturale (salvo scoprire a posteriori che cosi` facendo
viene a mancare una valvola di sfogo e la pressione interiore si
accumula piu` in fretta ),
il luogo dell'ambientazione sarebbe stato
l'Italia, pur ipotizzando ci sia anche qui l'usanza nordica che vuole
che i giovani che si professano "cristiani coerenti", una volta che e`
stata fatta la proposta di matrimonio, possono avere rapporti completi.
Inoltre dovendo decidere per sommi capi a quali radici profonde
fosse dovuto il conflitto fra i due anziani coniugi abbiamo convenuto
che le cause profonde potessero risiedere nella frustrazione della moglie per
la sterilita` del marito unita a dei sospetti di tradimento (di uno o
anche di entrambi)
Per quel che riguarda la scelta dei personaggi
la mia scelta e` stata dettata da un paio di considerazioni
(piu` o meno coscienti):
1- avevo un po' di remore sia ad essere il marito che
commetteva l'omicidio che ad interpretare uno dei
due giovani che devono affrontare il momento fatidico
della prima volta
2- inoltre avevo il presentimento che se avessi impersonato il marito
sarebbe stato troppo naturale arrivare ad attingere alla mia vita
personale e non volevo coinvolgere troppo direttamente la mia esperienza
di questi 9 (felicissimi ^__^) anni di matrimonio
quindi ho espresso il desiderio di interpretare il ruolo della moglie
(sul cui destino cui si sapeva per certo che doveva finire
uccisa dal marito al termine del primo atto, mentre nel secondo
avrebbe avuto il compito di impedire al fantasma del marito di uccidere
la ragazza seppur in modo molto perverso: istigando questa a uccidere il suo ragazzo)
Quindi ogni giocatore ha scelto i nomi dei personaggi: ora ricordo solo
che Alexandra ha scelto Jack per il marito mentre io ho scelto Nancy per
la moglie, gli altri due nomi purtroppo non li ricordo
Cosi` abbiamo iniziato:
da un lato l'imbarazzo e il pathos si sono fatti subito avvertibili,
ma dall'altro l'alternanza delle scene sui due set contrapposti mi ha
aiutato effettivamente a smorzare i picchi di tensione (almeno
all'inizio)
dopo diverse scene, Tobias ci ha fatto una piccola
osservazione circa la tensione nel conflitto tra Jack e Nancy:
non stava crescendo abbastanza o meglio: le scene sembravano iniziare
bene, ma poi c'era una riappacificazione troppo liscia (seppur
temporanea). il conflitto non stava decollando (ho dedotto poi che
quindi non saremmo potuti arrivare al culmine con la tensione minima
necessaria a "giustificare" il dramma finale del primo atto)
... a posteriori ho capito che io come giocatore stavo inconsciamente
lottando per cercare la riappacificazione dei due coniugi:
involontariamente il fatto che mi stia a cuore che il mio matrimonio reale
stava prevenendo un escalation della tensione nella finzione
impedendo di fatto la prosecuzione della storia
Dopo quell'osservazione abbiamo provato ad esplorare
altre strade: la sterilita` di lui alimentava in lei-io la
frustrazione e la mancanza di desiderio, Jack le ricordava che gli
uomini hanno pero` "delle esigenze",
Nancy che rimaneva sconfortata e da qui sono arrivata ad
urlare disperata "se vuoi il mio corpo allora prendilo!"
autogol! Fa male. La frase e` abbastanza stereotipata, ma Nancy
l'ha gettata in faccia a me piu` che al marito e senza un filo di ironia:
interpretare il ruolo opposto a quello che e` il mio nella vita
reale non solo non funzionava come barriera, ma ha generato questa
e altre "auto-frustate" (innalzando il bleed
).
Da qui in poi facevo fatica anche solo a incrociare lo sguardo del marito, fissavo il
pavimento, ero entrata in paranoia, come quando ho chiesto balbettando sgarbatamente
al marito se avesse visto lui la mia pistola da borsetta, lui-Alexandra ha
reagito come se sentisse che stavo dando la colpa a lui e si e`
inalberato.
da qui sono seguite altre scene tipiche: quelle del "una volta non eri
cosi`" -> "magari potrei uscire con altri amici ogni tanto" -> "allora
non stai piu` bene con me" -> "mi stai tradendo?"
Alla fine il marito le ha sbattuto in faccia la realta`: si`, la
stava tradendo davvero perche` lei lo aveva portato a farlo,
e quindi in un eccesso d'ira Alexandra ha mimato lo strangolamento.
Il mio corpo si e` accasciato sul divano, i miei occhi chiusi.
Sentivo gli occhi di Jack-Alexandra fissi su di me.
Bang! Ero morta. Non volevamo il contatto fisico eppure il marito
e` arrivato ad uccidere Nancy stringendole la carotide con le sue dita
Pochi istanti e Jack realizza l'accaduto:
E` incredulo. Biascica qualche parola con la voce tremante,
cercando inutilmente di svegliare la consorte
Ancora con gli occhi chiusi; sento che mi tasta il polso
Bang Bang! Volevamo limitare il contatto fisico e tutta la tensione
accumulata finora si scarica istantaneamente nel piu` innocuo dei gesti.
Adrenalina a mille - ma io sono morta e sto ferma.
Nel frattempo sull'altro lato del set i due giovani dormono tranquilli
dopo la loro prima volta.
Inizia ora il secondo atto, e qui per me e` stato tutto piu` facile:
ora la tensione e` diventata pura energia che alimenta gli intenti
del fantasma di Nancy. I due giovani, dopo l'idillio di una notte si
trovano di fronte e i fantasmi delle loro incomprensioni cominciano ad
avvelenare la loro esistenza. Frase dopo frase la mente della ragazza e`
manovrata dal fantasma di Nancy (a volte tra il mio "sussurro dell'uccellino"
http://jeepen.org/dict/#bird-in-ear e cio` che lei dice "in-game" non
c'e` il minimo filtro e Tobias ci riprende brevemente: la ragazza cerca
di contrastare questi cattivi pensieri anche se sempre con maggiore
difficolta`). Le scene proseguono abbastanza speditamente
Ad un ceto punto Triex non ricorda piu` il nome del personaggio di
Tozzie, Alexandra prende spunto da quello: Jack prende possesso del
corpo del giovane e gli sputa feroce:"non ti ricordi piu` neanche
il mio nome ora?" qui scatto io:
il fantasma di Nancy attraverso gli occhi della giovane tentenna
meravigliata:"Jack... ?"
La tensione sale ancora, la ragazza per non impazzire cerca di
abbandonare la casa: da copione questa scelta non era permessa,
prima della conclusione, ma questa e` la fine e Tobias ci aveva detto
che puo` succedere di tutto, il finale e` diverso ogni volta. Nel nostro
mi ci ritrovo parecchio: il ragazzo in un lampo di
lucidita` forse arriva a capire quello che sta succedendo. Egli decide di
tagliarsi i polsi: se non c'e` altro modo per evitare di fare del male
alla persona che ama... allora che sia cosi`.
Giu` il sipario: guardo i volti degli altri e vedo quanto fossimo stati
provati da quell'esperienza, ma ora che era finita pian piano la
stretta al cuore andava allentandosi.
Le mie considerazioni le ho sparse in giro qui sopra quindi ora
posso solo aggiungere: grazie a mie compagni di sipario e gran bell'esperienza!
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