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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema

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Samuele Vitale:
Molto bene........ a questo punto dopo aver letto tutte le varie esperienze, è bene che anch'io scriva qualcosa.

Ho iniziato ad interessarmi di gdr verso l'inizio delle superiori. Ero praticamente all'oscuro di questo modo di giocare, fattostà che le uniche esperienze similari avute sino a quel periodo erano stati i famosi LibriGame (primo fra tutti la serie Lupo Solitario). Ero molto scettico agli inizi su questo particolare gioco conosciuto come D&D: infatti i miei compagni di classe lo raccontavano come un mondo dove il tuo personaggio poteva muoversi e fare tutto quello che voleva (???) e io rispondevo «ma come? Un gioco dove ti crei un ometto sulla scheda e decidi tu a priori dalla sera alla mattina cosa ha, cosa no e che puo fare? A questo punto sarà una gran lite fra tutti». Poi capii che la realtà era differente, soprattutto quando iniziarono a parlarmi della enigmatica figura del Master, Il Tutto e Nessuna Cosa.
Ci si ritrovava agli inizi nello stesso banco nella lezione di disegno e si cominciava a divertirsi tirando dadi e mi ricordo ancora che non avendo nessuno di noi un dado da 20, si tiravano insieme uno da 8 e due da 6 (!!!). Le regole erano molto aleatorie perchè il Master andava a memoria e i manuali erano del fratello maggiore ( per cui il divieto di portarli a scuola). L'esperienza durò poco ma fu abbastanza da seminare in me la curiosità.

L'anno a seguire fu il punto di svolta: avevo un nuovo compagno di classe più grande di me con già esperienza da Master e due giocatori, oltre me, interessati a creare il propio personaggio. Si iniziò a giocare sempre nelle ore di disegno tecnico per poi passare a casa del Master, in particolar modo quando uscì nuova-nuova la seconda edizione di AD&D. Fu una rivelazione: il sistema presentava delle novità e delle possibilità fino a prima precluse e il mio primo vero personaggio (dopo una breve parentesi di una compagnia morta subito alla prima avventura) lo creai lì portandolo avanti per moltissime storie.
Il modo di giocare era orientativamente basato sul powerplayer ma non mancavano talvolta storie avvincenti e indagini minuziose.
Si andò avanti per circa quattro anni quando poi ci fu il patatrac: storie ripetitive, fancazzeggio, favoritismi da parte del Master a dei giocatori e perdita d'interesse sempre da parte del Master secondo me per cose futili, ma se almeno sei responsabile avvisa i giocatori che vuoi sospendere o smettere. Ci sono state intere sedute perse in chiacchiere e/o videogiochi. Decisi così all'ennesima seduta saltata di andarmene: se il Master aveva davvero bisogno di me m'avrebbe chiamato di persona. Non è mai accaduto.

La passione rimase però e passato circa qualche mese, grazie ai soldi guadagnati in un lavoro stagionale riuscii a comprarmi i manuali base di AD&D nella nuova veste grafica della 25edition. Avevo storie e progetti interessanti da creare e poi metter su carta ma prima di ciò cominciai a telefonare e parlare alle persone che avevo in mente per la creazione del mio nuovo gruppo: se erano d'accordo avrei iniziato il prima possibile. Due di queste erano miei ex compagni col quale mi vedevo ancora, anche loro orfani del primo gruppo. Gli altri, due miei compagni attuali di scuola, un mio carissimo amico e un mio cugino, tutti quanti senza esperienza ma con un gran interesse di provare. Tutti si fidarono di me e mi dissero sì: la mia primissima esperienza ufficiale di Dungeon Master cominciava.
Sin dagli inizii feci intendere ai giocatori il mio modo d'arbitrare e d'intendere il gioco: la personalità dei personaggi è più importante dei punteggi. In ogni mia storia (sempre originale e mai presa da un modulo confezionato) non c'era tanto spazio per il powerplayer e i grandi scontri da megabattaglia con combinazioni di tecniche di combattimento e incantesimi, anzi, i p.g. dovevano far attenzione alla storia e agli elementi che inserivo cercando di riflettere e ragionare sul da farsi. Con questo mio modo di narrare e creare storie fatte su misura, cercavo di mantenere sempre vivo l'interesse nei miei giocatori premiandoli più per una buona giocata che su i singoli mostri uccisi. Naturalmente diverse mie storie furono un' eccezione a questo pensiero (giusto per accontentare un pò tutti quanti) ma nel bene o nel male tutti gli elementi del gruppo si divertivano.
Il tempo passò e per me la scuola si concluse con gli esami di maturità. C'era chi stava ancora studiando, chi passava all'università, chi iniziò subito a lavorare e chi, come me, aveva l'obbligo di leva (eh sì, in quegli anni c'era ancora).
Ammetto che non fu facile gestire il tutto: ognuno di noi ebbe vari interessi e/o impegni ma nonostante questo ero fermamente intenzionato a concludere la mia campagna di gioco: volevo che i giocatori conservassero un bel ricordo di quell'esperienza ma più di ogni altra cosa volevo (ed ecco la mia parte egoistica) non far cadere questo gruppo, il MIO gruppo, nel limbo in cui andò a finire quello vecchio di cui ero giocatore tempo fa. Come Master sentivo questa responsabilità verso ognuno dei miei giocatori e dei loro personaggi.
Dal mio ritorno dai militari, nel quale ho sempre continuato a scrivere riuscendo in qualche periodo di licenza a organizzare qualche seduta, sino alla conclusione della mia campagna passarono circa tre anni e mezzo con alti e bassi tra cui l'abbandono di un mio giocatore per problemi personali, all'integrazione di un nuovo elemento divenuto poi un fallimento a livello comportamentale (non il personaggio, propio la persona) e quindi eliminato (anzi auto-eliminato).
L'ultima storia fu uno scontro epico, come ogni buon fantasy si rispetti, e scrissi per ogni giocatore rimasto vivo un epilogo personale che faceva intendere una possibilità futura di continuare a vivere avventure. Non fu mai così: io volevo finalmente riposarmi dedicandomi ad altri miei impegni e passato del tempo la situazione di ognuno di noi mutò. Ormai erano cambiate troppe cose da quando avevamo iniziato alla vita in cui ora ciascuno di noi si trovava e ho ritenuto che fosse il caso di chiudere definitivamente.
Conservo ancora un bellissimo ricordo di questo gruppo, amplificato dai complimenti che i vari giocatori mi fecero con qualcuno che addirittura mi minacciò (in senso buono s'intende) di non rivolgermi mai più la parola se non avessi continuato.
Come ho già detto non era il caso di continuare............. ma semmai un giorno me li ritrovassi davanti alla porta di casa e mi chiedessero di riniziare, riprenderei in mano tutti i manuali e ricomincerei di nuovo a fargli rivivere storie fantastiche.

Durante questo periodo ebbi anche occasione di essere giocatore di un nuovo gruppo e di avere come Master un carissimo amico che faceva parte della mia campagna precedente. Il gioco era sempre AD&D e decisi di prender come classe del mio p.g. il ladro, visto che tutti gli altri membri del gruppo avevano classi o completamente dedite al combattimento o alla magia. L'impostazione del gioco era più dedita all'azione e più volte pazientai per certe decisioni di storia visto che il mio personaggio era più versato per il sotterfugio e la strategia. Le prime storie erano classiche e affrontabili da tutti poi per me ci fu un periodo nero: riuscivo a tener testa solo a pochi avversari negli scontri, il powerplayer la faceva da padrone e il railroading era imponente. Non facevi in tempo a uscire dal tracciato che aveva in mente il Master, che subito la sua manina arrivava a rimetterti dove voleva e, altra cosa per me pesante, c'era un'interpretazione delle regole ogni volta variabile. Alcune volte ci si attaccava in maniera maniacale su ciò che era scritto nel manuale, altre invece era molto interpretativa con l'ultima parola al Master. Per la prima volta mi rendevo conto di quanto potessere odioso il sistema di gioco utilizzato in questa maniera.
Accadde comunque in accordo tra noi giocatori che bisognava parlarne al Master e proporre delle soluzioni: questa saltò fuori con l'introduzione di una nuova campagna che utilizzava le regole di D&D 3.5 perchè a detta di un giocatore del gruppo le regole contenute nei manuali erano impostate in modo che il Master non potesse variarle e esenti da personali interpretazioni. Non era propio così.
Anche se io non lo consideravo più D&D devo dire che per un pò di tempo il sistema funzionò, poi arrivarono le magagne, in particolar modo con l'adozione dei manuali supplemento (che personalmente non vedo di buon occhio) e quindi con nuovi conflitti sulle regole e la loro applicazione. La sola differenza fu il fatto che questa volta erano gli altri giocatori (in particolar modo i caster) e non io ad essere in difficoltà. La cosa si concluse con una campagna lasciata in sospeso per l'abbandono di alcuni giocatori e di conseguenza non c'era più il numero di presenze per continuare a giocare.

Fu bene o male in quel periodo che iniziai a guardarmi intorno in cerca di nuovi modi di giocare di ruolo visto che le persone che conoscevo erano D&D-dipendenti. Anche se lo consideravo comunque un bel gioco ero stufo di farlo e di costruire personaggi su serie e serie di numeri e regole. Volevo trovare un qualcosa che permettesse al giocatore di divertirsi in maniera semplice ed essenziale. Informandomi e visitando fiere dedicate scoprii, un mondo molto più vasto ed eterogeneo con persone che senza conoscersi si divertivano ugualmente proponendo una gran moltitudine di giochi di cui ignoravo l'esistenza. Mi resi conto che un buon giocatore o un buon Master non è tale se la sua esperienza si limita solo a un ritrovo settimanale in un tavolo con amici/che: bisogna provare, sperimentare,confrontarsi con nuove persone e nuovi orizzonti.

Fu da lì che quando vi era occasione, cominciai con dei nuovi amici e amiche interessati ma non esperti di giocate, a visitare le convention e a (gioco di parole) mettersi in gioco. Si fecero giochi da tavolo, gdr, live e quant'altro. E in una delle tante demo provate venimmo a conoscenza di Non cedere al sonno edito dalla Janus-Design, una casa che non mi diceva nulla. Inutile dire che il gioco per me fu rivoluzionario nelle regole e nei contenuti: mai vista una cosa così. Non ebbi modo di poterlo comprare subito ma riuscii a rimediare alla fiera successiva (la prima edizione del PlayModena).

Ormai siamo vicini ai giorni nostri. Con ancora la voglia di scrivere storie e avventure e l'intenzione di insegnare ai giocatori e giocatrici che il gdr non è solo questione di botte, fendenti e upgrade, iniziai con due amici e due amiche a giocare con Il richiamo di Cthulhu ambientato negli anni 20 utilizzando il sistema Chaosium (secondo me più facile e gestibile rispetto all'edizione nuova col d20 system). Dopo un inizio un pochino traballante anche per me (prima volta che ci giocavo; avevo solo letto il manuale) le cose iniziarono ad andare bene e fui conteneto di vedere che i p.g. si divertivano a impersonare persone comuni invischiate in situazioni non comuni.
Ancora adesso sto portando avanti una campagna che cercherò di concludere con al massimo due avventure. Dopodichè freezzerò un pò le cose e inizierò a sperimentare qualche nuovo gioco di nuova concezione......................... cominciando MOLTO probabilmente con quel Non Cedere al Sonno che mi folgorò diverso tempo fa.


Ecco più o meno in sintesi la mia storia ludica.
Mi scuso con tutti quelli che sono crollati dal sonno nel leggerla.
:-)

Emanuele Borio:
Stavo rileggendo le vecchie glorie e, interdetto, mi sono accorto di una cosa in sospeso, perciò...

SALACADULA-MAGICABULA-BIBIDI-BOBIDI-BU!!!
NECROPOSTING!!!


--- Citazione ---[cite]Autore: Matteo Turini[/cite][p]Ma tu, piuttosto? Scrivi nulla?[/p]
--- Termina citazione ---


--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Dopo la INC, che quando inizio a raccontare io, occupo un intera pagina di Forum...  :-)[/p]
--- Termina citazione ---

CALL OF DUTY!!!

Dario Delfino:

--- Citazione ---[cite]Autore: triex[/cite][p]No ragazzi. Zippolo è il mio nuovo personaggio. Quello lì era il suo background. Speriamo di avere px bonus.[/p]
--- Termina citazione ---

Ahahahah! Fan mail!

Dario Delfino:
Ok, ne approfitto e scrivo anche la mia storia.

Comincio a 10 anni, con i libri gioco[ (Lupo solitario, blood sword, adnd, tunnel & troll, oberon, ecc). Mio cugino me ne presta un sacco, ne compro qualcuno anche io... esperienze STUPENDE. Libro+gioco. Le mie due parole preferite in un colpo solo.
Dalle pubblicità nei libri gioco scopro che esistono libri incredibili che ti permettono di creare avventure infinite. Un libro gioco in cui puoi fare TUTTO anzichè limitarti a 2-3 scelte per paragrafo? WOW.

E così a 11 anni mi approccio a Kata Kumbas. Leggo, anzi studio il manuale e preparo un paio di avventure. L'esperienza di gioco è abbastanza appagante, ma assai faticosa, ed ogni combattimento dura un'eternità. Inoltre era palese che alcune classi fossero più forti di altre...
Provo anche con D&D (prestato), ma è la stessa cosa.

Allora capisco che devo creare un gioco mio: ormai ho capito come funziona, ho già 12 anni, che ci vuole?
Il primo tentativo -Le fauci del demone- è un mezzo fiasco: era uguale a Katakumbas e dnd. Ancora troppo lento.

Il secondo tentativo, invece, Fantasy Knight, funziona molto meglio. Completo il gioco a 13 anni, e continuo a giocarci e ad aggiornarlo di tanto in tanto col passare del tempo. A 15 anni è un gioiello (per me). (I combattimenti erano veloci e divertenti, c'erano un sacco di abilità tra cui scegliere, razze, classi... E tutte le task resolution (termine che allora sconoscevo) erano decise forfettariamente dal master (cioè io): se era importante per la storia oppure figo c'era successo automatico, altrimenti si tirava un dado e bisognava fare almeno "X", ed era il GM (cioè io) a dover decidere al volo quanto fosse questo X. Non c'erano tabelle, era affidato interamente al suo buon senso. Insomma, perfetto!)
Siccome sono sempre stato bravo ad improvvisare, ho sempre avuto una certa empatia, ed ero buono (mai ucciso un pg!); il gioco funzionava benissimo e ci divertivamo tutti. Mio fratello mi chiedeva sempre di giocare (mi ci voleva un po' a creare le avventure, purtroppo...) a scuola giocavamo spessissimo... giocavo sempre, troppo bello!

Questo periodo d'oro raggiunge il suo apice quando avevo 15 anni. Un mio amico, che leggeva il newsgroup dei gdr, ci fa l'apologia di vampiri e decidiamo di comprare insieme (in 3) il manuale e di farci le fotocopie. Io però ho voglia di fare il giocatore, visto che nella mia vita fino a quel momento avevo sempre e soltanto fatto il gm.. tutti accettiano la mia condizione e quando vedo il manualone sono contento di non dover studiare 400 pagine di roba.

Purtroppo il mio amico era un master pessimo... e cattivissimo. Railroad schifoso e dopo un paio di sessioni smettiamo di giocare. (Parentesi -invoco il BM watch se serve-: Railroad è solo quando ai giocatori dà fastidio!) Facciamo fare all'altro amico il master, ma dopo una sola sessione ci rendiamo conto che forse è anche peggio. Insomma... giocare a vampiri era uno schifo. E non avevamo il coraggio di tornare a giocare al mio gioco, visto che avevamo speso dei soldi per vampiri...

Morale della favola: non abbiamo più giocato. Per ANNI.

Io ho continuato a giocare un po' con mio fratello, anche a vampiri, ma lui preferiva il mio gioco, fantasy knight, e per un po' abbiamo giocato. La vita poi ci ha distratto, e ci siamo intressati ad altre cose. Insomma... non si giocava più.

Ma ormai la passione in me era ben inculcata... E così seguivo con piacere le discussioni del newsgroup, leggevo manuali, inventavo avventure... Poi sul newsgroup ho letto un paio di ca##ate, sono stato "aggredito" da un sacco di persone (forse anche qualcuno di voi, chissà) e sono andato via dal ng pensando che chi ci scriveva non capiva un ca##o .

Ben presto, rimasto solo, la passione si affievoliva.

Ma non scompariva! Di tanto in tanto leggevo il newsgroup - dopo 5 anni, ho pensato, la gente sarà cambiata - e difatti così sembrava, e così molto saltuariamente leggevo il ng.

Ad un certo punto, due anni fa, se non sbaglio, vedo che sul ng c'è un gran fervore, ed un certo Moreno Roncucci dice cose assurde sui gdr, parla di una certa rivoluzione... partecipo ad una discussione, sinceramente interessato, e scopro che c'è un fondo di verità in quelle parole (poi scoprirò che di verità ce n'è anche di più....
E' stato come buttare benzina su carboni mai spenti... la passione per il gdr riesplode con vigore. Leggo i link, i mauali gratis, ne provo un paio, scrivo gli actual play per vedere se ho capito... ben presto ricomincio a giocare, e sono ben accolto sul forum di narrattiva. poi Domon mi manda per email alcuni pdf, leggo i manuali, alcuni li provo e, seguendo la raccomandazione di Niccolò, quelli che più mi piacciono li compro pure!

Ma i problemi non sono finiti perchè i miei vecchi amici sono abituati ad un gdr di tipo diverso... scoprirò poi che addirittura uno di loro è un fot#uto sabotatore giuda!! e quindi le prime esperienze sono al di sotto delle aspettative. Ciò nonostante del divertimento c'è, e per molti aspetti è anche meglio del "vecchio" divertimento.

(Parentesi: recentemente ho dovuto giocare a Girsa con un altro amico che faceva da master: orribile!)

Avendo scoperto finalmente il giuda sabotatore mi rendo conto che c'è ancora speranza. Ho deciso che non giocherò più con Giuda, e sono convinto che le cose miglioreranno parecchio. Giocando con gli altri amici scopriranno anche loro che il gdr può essere MEGLIO. Ho già fatto il primo esperimento (con In a Wicked age)
e, considerando che 2 dei giocatori giocavano con me per la prima volta, che il gioco è difficile (parole di Moreno), e che nonostante questo ci siamo divertiti... beh, ho ben ragione di essere ottimista! La mia speranza nel futuro è giustificata!

Al momento infatti la situazione, benchè assai migliorata, è ancora lontana dal mio desiderio: giocare spesso, giocare bene.
Vi basti pensare che il mio contributo al playtesting di anima prime è stato fatto giocando da solo.
E se non vi basta, sappiate che nella mia libreria c'è il manualetto di Spione (insieme ad altri) che ancora aspetta di essere giocato.

Ma, come vi dicevo prima, ho un buon presentimento... : )

Simone Micucci:
ok, tocca a me.

Ciao ragazzi. Sono -Spiegel-, rango 9 della suprema scala dei nomi forgita.
La mia storia ludica è simile a quella di molti altri.

Nato nel centro Marche, nella ridente città di Matelica (solo Dio sa che cosa avrà da ridere Matelica) e cresciuto con un sano amore per la lettura che sua madre, donna previdente, gli ha subdolamente instillato.
La prima volta che sento parlare di giochi di ruolo è in un campo scout, all'età di 9 anni. Alcuni ragazzi più grandi parlano di armature in ossa di drago d'oro e altre amenità del genere. Provai a capire che gioco era. Conoscevo un sacco di giochi. Nascondino, pallone, briscola, scopa (e gli altri giochi di carte che nonno mi aveva insegnato), forza4, persino campana. Conoscevo anche Super Mario. Ma questo si giocava scrivendo su dei fogli quello che avevi. Non me lo spiegarono bene. Non lo capii. Me lo scordai.
Poi verso gli 11 anni a casa di un mio amico, andato a trovare per caso, stavano giocando a quello che anni dopo scoprii essere un AD&D. Non sapevo cos'era ma mi son adeguato subito. Mi appiopparono il personaggio del ladro, di un tizio che quel giorno non c'era.
Bello, mi divertivo. Non ci ho capito un cazzo, ma mi son divertito. Sopratutto a sentire i racconti di precedenti giocate. C'era anche un mago png che aiutava tutto il gruppo. Si faceva pagare per ogni incantesimo che lanciava. A un tratto chiesi "e se questo vuole tutti questi soldi e alla fine ci tradisce?"...si scatenò una strana discussione. Nessuno dei giocatori ci aveva pensato, ma tutti ne ebbero timore. Chiesero informazioni al master, il mago si risentì, ci fu un mezzo battibecco. Mia madre venne a riprendermi sul più bello, non saprò mai come è andata a finire. Avevo causato il mio primo flame. Forse persino una CA Clash. Ron sarebbe orgoglioso di me. XD
Al ritorno dissi a mia madre dei guerrieri polverizzati dal soffio del drago, delle sfingi che staccavano le braccia. Lei rispose che non dovevo giocare troppo ai videogiochi. Cercai di spiegarle. Non lo spiegai bene. Lei non capì. La discussione finì.

Passano 3 anni senza che io sappia che quelli erano giochi di ruolo. Passano 3 anni in cui l'argomento non sfiora la mia vita. C'è qualche ragazza di tanto in tanto, vengo accusato di satanismo da alcuni coetanei (e ancora non giocavo di ruolo. Vincent sarebbe orgoglioso di me XD ), arrivo alle superiori.
Faccio amicizia con un tizio strano che disegna per tutte le lezioni. 5 ore al giorno. 6 giorni la settimana. Per 5 anni di scuola. Tutti gli chiedevano perché aveva scelto agraria. Lui alzava le spalle.
A parte una serie di cose in comune con questo losco figuro di nome Elia, che diventerà poi uno dei miei migliori amici, lui mi invita a giocare a casa sua a un gioco di ruolo che ha inventato con i suoi compaesani. Io ci vado anche se mi ci volevano 40 minuti di treno per andarci. La prima volta che tornai a casa sbagliai treno e mi trovai da solo sperduto in una città a circa 60 km da casa alle 10 di sera. Un cazziatone dai miei che non vi dico... -_-

Comunque quel gioco era bello. Finalmente sapevo cos'era un gioco di ruolo. Si chiamava Axar, lo aveva inventato Elia, prendendo spunto da Martelli da Guerra. Quando poi vedrò Martelli da Guerra la mia esclamazione sarà "Carino, sembra la prima versione di Axar".
Entro breve però le cose inizieranno ad andare male. Io non potrò andare sempre così lontano a giocare (all'epoca non ero molto indipendente), Elia potenziava molto il Ninja, il Mago e il Chierico, e io col mio Guerriero (la mia classe preferita) facevo figure sempre più barbine. Questo avrebbe portato, più avanti, a conflitti tra giocatori e al mio abbandono definitivo del gruppo. Ma non del gioco.
Perché contemporaneamente avevo iniziato a giocare a Matelica, introducendo alcuni miei amici al mondo di Axar. Dopo due sole giocate con Elia ero già pronto a fare da master. XD
Così, mentre io e Elia siamo amici, i nostri giochi, per divergenze di gusti, diventano molto diversi tra di loro.
Nel corso dei 5 anni seguenti Axar subirà valanghe di modifiche. Cambieranno i gruppi, cambierà anche il gioco. Sempre Parpuzio, solo il colore e qualche nota di sistema cambieranno tra i vari giochi provati.
Ho iniziato una serie di persone al gioco di ruolo, esclusivamente con giochi di ruolo da me inventati, senza mai aver giocato ad un gioco di ruolo ufficiale. Dai 14 ai 18 anni. Che bei tempi spensierati. Non c'era CA Clash. Il master comandava davvero. Ti diceva che dadi tirare e quando. Bastava a divertirsi. I genitori si preoccupavano perché non andavamo col motorino e perché non andavamo a ragazze. Ma in quegli anni spensierati i nostri garage e le nostre soffitte avevano un'attrattiva maggiore (poco tempo dopo avrò scoperto le meraviglie dell'altro sesso, e "Il gioco di ruolo è bello, ma anche la passera non è male...").
Alcune di quelle persone giocano ancora. Altre no. Quanti bei ricordi. Ho giocato pochissimo, ho sempre fatto il master. Sempre con giochi da me creati.

Arrivano i 18 anni. Arriva D&D3. Dopo un periodo in cui son stato lontano dal gioco e dal gruppo scopro che un mio ex giocatore è diventato grande. Ora fa il master. Ma, delusione, ha comprato un gioco. Ha comprato d&d3. Dopo qualche incomprensione riesco a farmi invitare, conosco Thomas (dr.zero), Alessio S (non iscritto) e Alessio C (non iscritto. E poi sarà cacciato dal gruppo per inadeguatezza sociale. Mi sento ancora una merda, ma davvero non lo reggevamo più, all'epoca). Poco tempo dopo si uniranno altri (tra i quali Daniele / Lapalisse).
Entro breve io sono di nuovo il master. Stavolta di d&d. Non lo so perché, ma ci godevo. Non ero il leader sociale del gruppo, quello era difficile da individuare, ma c'erano tendenze verso Alessio S, un pò primadonna forse, definirlo leader è sbagliato. Ma decisamente più carisma naturale di me.
Ad ogni modo il gruppo si standardizza su Riccardo, Alessio S, Thomas e Daniele. Giochiamo a D&D3 e poi 3.5. compriamo i manuali di comune accordo, dimenticandoci poi di chi sono. Proviamo vampiri masquerade (bello, ma faticoso. Decisamente un gioco superiore, molto più maturo e interessante). Proviamo Cyberpunk ma non riesco a fare da master, e quindi viene accantonato.
Thomas di tanto in tanto, quando sono esausto (o quando ne ha voglia), mi sostituisce facendo da master. Lui si definisce "l'altro master, quello non bravo", ora non saprei, all'epoca sicuramente era secondario, a parimerito con Riccardo, che ogni tanto provava a fare qualcosa, ma di media le sue giocate duravano tre partite, poi si stufava (e stranamente le schede venivano sempre buttate via dalla madre).
Ora di Thomas ho un'idea completamente diversa. Non è "non bravo"...è semplicemente grottesco. Qualunque cosa tocca diventa grottesca, estrema al limite della follia. L'ho scoperto in Fiasco ed è stata un'illuminazione. Praticamente ha un talento di follia. Decisamente con Vampiri Masquerade e Lupi Mannari non andava bene, però.
Dopo la fine delle superiori si aggiunge Elia al nostro gruppetto. Viene a trovarci tutti i finesettimana e, approfittando del termine della mia campagna di d&d (2 anni e passa...dal 4° livello fino al 31°, con gli ultimi sei mesi di gioco passati come divinità...diomio...fu una cosa epica...e partì come tappabuchi dopo l'ennesima buca di Riccardo) e partecipando a Vampiri con Thomas come narratore, inizia anche il suo ciclo a d&d, poi a lupi mannari, a maghi ecc ecc e diventa nostro membro stabile. Gruppo bello eterogeneo e non esente da problemi. Ma all'epoca ancora era tutto bello...quasi.
Arriva nuovo mondo di tenebra. Requiem lo proviamo e finisce dritto dritto nella tazza del cesso. Io proverò a rivalutarlo, ma non riuscirò a giocarci. A parte una oneshot vampiri (old e new) non sarà più toccato. Con Lupi Mannari va decisamente meglio (a parte una campagna cataclismatica di Thomas XD ), poi con Maghi il Risveglio idem. Riccardo nel frattempo si stufa e se ne va dal gruppo. Avevo circa 21 anni. Un finesettimana c'era, il finesettimana dopo aveva da fare. Avrà da fare per almeno un anno (aveva bisogno di riscoprire l'adolescenza, almeno questa sarà la mia spiegazione).

Poi arriva Thomas, che all'epoca studiava a Parma, e sul forumfree del gruppo dice "Simone è narrativista. Pure Elia. Daniele invece è Gamista Vanilla". Io chiedo che diavolo significa. Daniele sostiene di non essere un gelato.
Thomas farà un pò di chiarezza e comincerà a parlarci di questa buffonata del Big Model. Ho riletto poco tempo fa i nostri primi discorsi in merito...dio quanto non capivamo un cazzo. XD
Eppure io ero di mente aperta...quella frase...System Does Matter....mi piace.
All'epoca ero interessato di pensiero laterale, PNL e altre amenità. L'idea che le regole di un gioco potessero influenzare il comportamento al tavolo non erano così diverse da quello che sostenevano DeBono e Bandler...nella mia mente confusa le cose erano più simili di quanto lo sono in realtà.
Thomas prova Cani nella Vigna come master. Non riesco a dire che fu brutto. Ma non piacque. Io non fui particolarmente colpito. Alessio S fu disgustato. Elia un pò indifferente. Daniele non lo so.
Intanto che continuava la mia giocata Lupi Mannari Thomas di tanto in tanto tornava da Parma con qualche gioco strano. Principalmente Cani e NCaS. Ogni tanto partecipo sul forum di Narrativa, ma me ne sbatte abbastanza poco.
Esce d&d4. Lo proviamo. C'è qualche discorso sulle amenità del gioco. Non toccheremo mai più d&d3.5. All'unanimità.
RIccardo ogni tanto legge dei nostri discorsi sul forumfree e non ci capisce niente. Non ci capirà mai niente. Alla maggior parte di noi importano poco. Più che altro io e Thomas siamo affascinati.
Arriva il momento della mia illuminazione.
Ero già abbastanza predisposto, tanti piccoli passi li avevo fatti da solo, ma poi leggo l'articolo di Moreno su come si creano le città di CnV. Leggo di Sardone, che master becero. E mi innamoro del gioco.
Da quel momento mi appassionerò sempre di più a Narrattiva, continuando a leggere le discussioni, ma senza partecipare molto.
Per motivi di lavoro sarò trasferito a Milano.......

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