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[Parpuzisti anonimi] Ciao a tutti, io sono Meme, e ho un problema

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Mr. Mario:
Io ho cominciato a giocare di ruolo nel 1991. D&D scatola rossa allora mi sembrava una naturale evoluzione di heroquest e dei librigame che spopolavano ai tempi.
Il mio primo impatto con la regola zero, se vogliamo, fu proprio con il mio primo personaggio, un mago, a cui venne tagliato un braccio. Durante la notte, un dio delle macchine gli apparve in sogno e gli disse che gli avrebbe dato un nuovo braccio, se lui lo avesse venerato come dio abbandonando il suo patrono, il dio preservatore della vita. Considerato che senza un braccio non poteva lanciare incantesimi, il mio pg fu costretto a malincuore ad accettare questo patto scellerato. :)
In seguito provai molti altri giochi, e mi unii ad un gruppo di amici che partecipava ai tornei RPGA. O meglio, avrei voluto unirmi, ma ero la 'riserva', ovvero venivo tenuto buono e giocavo solo quando mancava uno dei titolari. Quell'ambiente, che in Emilia aveva molto successo, infatti faceva macroregione da sola, aveva grandi potenzialità, che secondo me però andarono per lo più sprecate. Per vincere un torneo, un gruppo di giocatori doveva tenere una alta qualità di gioco (ovvero indovinare come i master volevano che tu usassi la scheda) e un'alta interpretazione (ovvero indovinare come i master volevano che tu interpretassi il tuo personaggio, o stupirli facendolo meglio di quanto loro stessi avevano pensato). E qui, per i tempi, non c'era nulla di male. Ma più che servire a creare una rete di amici e a far diffondere l'hobby (come fanno le nostre con grandi e piccole) servì a creare abissi di rivalità che bruciano tuttora, anche se le persone coinvolte non partecipano più.
Fu anche l'inizio di una parabola discendente, almeno per come la vissi io. In qualche anno passai dall'essere promotore di un gruppo di interesse sui giochi di ruolo alle assemblee del mio istituto, un liceo classico, con buon successo direi, una ventina di persone (c'erano pochi maschi nella mia scuola, e questo secondo me influiva), a mesi in cui non si trovava un master neanche a pagarlo.
La voglia di giocare, almeno la mia, era tantissima. Ho pagine piene di pg che avrei voluto giocare, in diversi giochi, e che non ho mai potuto vedere in azione perché le campagne non partivano, o si fermavano dopo pochissime sedute. Il mio gruppo di D&D reggeva, ma principalmente perché era un gruppo di amici, a cui piaceva stare insieme e fare battute sul cattivo di turno.
Quando ebbi stabilmente internet, una dozzina di anni fa, cercai di giocare online. Dovrebbe richiedere meno tempo, pensavo, il ritmo è più lento, non sarà un problema trovare qualcuno con cui giocare. Inoltre, un po' di inglese lo so, il mio bacino di possibili amici si amplierà sicuramente. Ingenuo. Di tutti i pbem o pbf che ho mai iniziato, forse una cinquantina, ne sono arrivati a conclusione appena due. Certo, uno è stato una bellissima campagna di M&M durata 5 anni, che mi ha permesso di farmi degli amici meravigliosi in America, e che sono rimasti tali dopo la fine del gioco, ma degli altri 48 personaggi che mi bruciavano dentro? E quando tentavo goffamente io di masterizzare, perché perdevo anch'io la voglia?
Ero arrivato alla routine di procurarmi i giochi nuovi che uscivano, sperando che potesse essere la volta buona, e di sognare quanto sarebbe stato bello giocarli. Ho amato alla follia il forum di Exalted Italia, perché era pieno di persone che condividevano i miei sogni, ma sarò riuscito a giocare a Exalted forse un paio di volte. Rapporto ore passate a leggere e a sognare sui giochi/ore passate a giocarli = 200/1. Non scherzo.

E poi?
Poi, bé, su Exalted Italia avevo conosciuto Domon. Un giorno mi ricordo che ho aperto una chat tutto esaltato per dirgli quanto era figo il nuovo Changeling, e lui mi disse che ormai si interessava ad un altro tipo di giochi. Certo, sì, parla pure di una nuova droga ad un drogato.
Con questa pulce nell'orecchio, ad un fiera andai a provare AIPS e Cani. Cani non mi piacque tantissimo, ma AIPS sì. Era quello che avevo cercato con il freeform senza trovarlo. Poi fu il turno di Polaris. Dell'amore tra me e Polaris su questo forum ci sono testimoni, quindi non credo di doverne parlare. Questi giochi mi portarono qui (a dire il vero sul narraforum, che poi è diventato questo posto). L'essere qui mi ha fatto andare alla INC e alla gnoccocon e conoscere i reggiani e il mio gruppo di Parma (che poi di Parma c'è solo Hendrake, ma ci troviamo lì). E giocare una dozzina di giochi diversi in un anno.

Io non ho strorie dell'orrore sul tradizionale. Mi sono sempre divertito, finché durava, ma durava così poco. Adesso che gioco, ho molta poca nostalgia di quando sognavo di giocare e basta. Per me, che un gioco ti faccia davvero venire voglia di giocarlo, fa tutta la differenza del mondo.

Niccolò:
come si arriva a 3 Marchi in fretta?

Ernesto Pavan:
Questo thread è già diventato una miniera di testimonianze per la mia tesi di laurea. O_O
Scrivete in italiano correggiuto così devo editare poco. :-P

Gabriele:

--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]Le cose andavano bene, tutti si divertivano, e le partite erano gestite come un Boardgame, senza mai uscire dal dungeon, con tutti quanti che contribuivano a Railroadare il gruppo, sì, ci mettevamo d'accordo sul perchè e sul come i PG fossero nel Dungeon.
--- Termina citazione ---


Ciao,

posso chiederti perchè questo lo consideri railroading?
Mettersi d'accordo sul perchè e sul come i PG fossero nel Dungeon è un qualcosa decisa almeno da due persone, giocatore e master, se non dal gruppo, non credo sia railroading.

Mauro:
Io ho iniziato nel 1995 da giocatore, con La Storia Ancestrale; fin da subito la cosa è caduta nel railroad più sfacciato e fin da subito la cosa non è piaciuta. Poi siamo entrati in contatto con un'associazione locale, iniziando a giocare diversi giochi (e a non finire praticamente mai una campagna). Di quel periodo non è che ci sia nulla di particolare da dire: non giravo per con, giocavo solo in zona, di mille campagne ne è finita solo una, e con solo due dei giocatori iniziali.
Già prima di arrivare a Cani e simili mi stavo disamorando del gioco di ruolo, e spesso al tavolo ero più che altro passivo; ero più attivo solo in una campagna di Vampiri: il Requiem (giocato con sistema Vampiri: Willy), ma più per il personaggio che per il gioco in sé (un'altra che mi interessava, sempre più per il personaggio, era a D&D 3.5 in ambientazione greca, ma è morta dopo poche sessioni).
Sono approdato a giochi nuovi a Lucca - mi pare - '07 grazie a Lapo (che ci era approdato grazie a Domon; in questo senso, sono un Domon di terza generazione), che aveva preso Cani sulla base della descrizione "Un gioco in cui il master non ha praticamente potere e i giocatori possono fare quello che vogliono, se sono disposti a pagarne il prezzo"; descrizione che mi ha subito incuriosito, portandomi a comprare il manuale nella stessa Lucca. L'ho letto tornando a casa, ma si deve aspettare Maggio perché ci giochi (come master); riesco a fare solo un paio di città, ma sicuramente il gioco ha potenziale. Da lì, una serie ad AiPS come Produttore, più partite varie ed eventuali a diversi giochi; purtroppo la cosa non decolla mai molto, e gioco principalmente in giro (INC, ecc.).
Ora ho un incontro più o meno settimanale, attualmente stiamo giocando a Hot War; vedremo cosa ne verrà.

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