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[NCaS] Ritorno a Silent Hill - Topic di Gioco

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Mr. Mario:
Billy

--- Citazione ---[cite]Autore: Arioch[/cite]Silenzio, non risponde nessuno. Però si sono dimenticati una finestrella aperta: è piccola ma ci passi.
Ti intrufoli dentro (e, mentre lo fai, hai la certezza che non è la prima volta che passi da questa finestra) e capiti in una stanza piuttosto ampia, con due lunghi tavoli allineati, ognuno con una decina di sedie riposte sopra di esso. Sembrerebbe la sala mensa dell'orfanotrofio, o qualcosa del genere.
Comunque sia, qualcuno si è dato parecchio da fare qui: il pavimento in mezzo ai tavoli è pieno di disegni fatti coi gessetti colorati. Alcuni sembrano delle forme geometriche, dei cerchi rossi con dei triangoli dentro. Poi ci sono una casa (sorridi perché c'è scritto sopra "ofranotrofio", anche te da piccolo sbagliavi a dirlo), degli omini stilizzati, forse bambini, che si tengono per mano e un altro bambino da solo, un po' più in là.
Improvvisamente ti torna alla mente che tu dormivi proprio qua sopra, al secondo piano, in uno stanzone assieme agli altri maschietti. Ricordi anche che quando te ne sei andato sei stato costretto a lasciare qui qualcosa.... che cos'era? Per quanto ti sforzi non riesci a rammentarlo... eppure ci tenevi così tanto!
--- Termina citazione ---


Cavolo! Pensa, Billy, pensa! Cos'era? Faccio per andare a cercare le scale per salire al secondo piano, chissà che non mi venga in mente, però c'è qualcosa che mi trattiene. torno indietro, e do un'altra occhiata al disegno...
Qua intorno non c'è nessun gessetto, quindi prendo un pezzo di carta bianca dal mio album, e disegno un bambino stilizzato, a matita. Poi attacco con una gomma da masticare il pezzo di carta sul pavimento, in modo che adesso il bambino bianco di gesso, che era rimasto solo, e il bambino nero di matita si tengono per mano. Non so perché, ma mi sembra più giusto così. Scuoto la testa, e cerco di farmi guidare dai ricordi su per le scale.
Se avessi nascosto qualcosa, dove l'avrei messo?

Ivan Repetto:
Nick Fisher

"Rob...Rob? Ehi Rob..pronto? mi senti?" Guardo il display del cellulare ma mi risponde senza tante sorprese che non c'è copertura...sbuffando mi rialzo piano, con la mazza che è ancora appoggiata alla poltrona
Mi massaggio un attimo il braccio e ciò mi provoca una smorfia di dolore....non è una ferita troppo profonda, ma brucia
"Crichton Street...Crichton Street..." mi ripeto, mentre riprendo la mazza in mano e tenendola davanti a me come a tener lontano un piantagrane mi riavvicino piano alla porta....se devo raggiungerlo...devo prendere la macchina
Apro lentamente e quasi timidamente la porta buttando un'occhiata veloce fuori prima di uscire completamente....devo aver dormito per un pò perchè nonostante la nebbia sembra esserci un pallido pallido sole oltre la foschia...o perlomeno...sembra fare meno buio di prima.
Passo un attimo nell'appartamento che ovviamente rimane dello stesso aspetto decadente di tutto il resto
"Sogno..o no...visioni...o incubi...devo darmi una sciaquata"
Entro nel bagno e tiro l'acqua..o almeno ci provo, dal tubo sale un gorgoglio sinistro prima che inizi a spuntare un liquido che assomiglia ad acqua mista fango...fortunatamente dopo alcuni attimi...diventa trasparente e seppure non fidandomi molto mi bagno le mani e mi passo un pò di acqua sul volto...fisso il mio sguardo allo specchio...uno straccio...ma è meglio muoversi, esco chiudendo e mi incammino verso la macchina
La trovo a stento in mezzo alla nebbia, per fortuna guidato dalla torcia e dal suono dell'antifurto che si disattiva....salgo e metto in moto...non so se è per sentirmi più sicuro ma non ho lasciato la mazza..per ora la metto sotto il sedile del passeggero...
"Allora..Crichton Street...dovrei avere una mappa qui" apro il cruscotto e rovisto un pò...guardo la direzione e parto
"Ma dove diavolo sono finito?"  

Arioch:
Helen


--- Citazione ---[cite]Autore: MikeT[/cite]Salgo le scale, e provo una delle due porte. Sembra chiusa a chiave, e dalle vetrate si vede solo una specie di tenda piuttosto sottile color giallino. Provo l'altra: questa volta funziona, la porta si apre verso l'esterno. Mi rendo conto, appena entro, che la tenda... che la tenda in realtà è una pagina enorme, identica a quella che ho trovato nel bar.
No! La luce! La torcia! Chiudo immediatamente la porta! Si è spenta la torcia!
No, ecco, è di nuovo accesa. Sarà stato qualche contatto, qualche...
...mio Dio. La pagina è... è coperta di macchie di sangue... ondate di sangue, quasi... L'unica scritta leggibile dice... aspetta... "...non sono la benvenuta, qui."
Mi giro, e vedo che il resto dell'edificio è in condizioni orrende: il pavimento è quasi totalmente devastato, l'intonaco alle pareti è scrostato e sporco, ci sono chiodi arrugginiti che escono dalle pareti...
Questa non è una scuola. Forse lo è stata, ma ora di sicuro non lo è più.
--- Termina citazione ---


Ti fai strada titubante lungo i corridoi, avanzando alla tenue luce della torcia. Non sai bene cosa fare, questo posto ti mette un'ansia terribile ma certo non puoi tornare indietro, con gli scimmioni e tutto il resto. Non sai neanche che ci sei venuta a fare qui...
Camminando in una direzione casuale arrivi a quello che resta di una classe. Certo, a giudicare dalle sbarre alle finestre e alla porta sembrerebbe più una cella che un'aula scolastica, ma i banchi e la lavagna sembrano suggerire che il suo utilizzo originario fosse quello.
La maggior parte dei banchi è accatastata lungo le pareti, alcuni sono anche coperti con dei teloni macchiati di... non sei sicura di voler sapere di cosa sono macchiati. L'unica eccezione è un banco solitario, lasciato proprio in mezzo alla stanza. Avvicinandoti noti che il banco è coperto di scritte, per lo più incise nel legno con qualcosa di appuntito: sono tutti insulti o frasi offensive, senza dubbio rivolti all'ex-proprietario del banco. Si fa fatica a credere che dei bambini delle elementari possano essere così crudeli (o conoscere certe parole...) ma purtroppo sai per esperienza che è così...
Ad attirare la tua attenzione, però, è una busta di carta che spunta dal sottobanco. E' l'involucro di una lettera, un po' ingiallita dal tempo. Con tua somma sorpresa, sullo spazio riservato al destinatario leggi "Per Helen Bertholds, la mia migliore amica". Purtroppo la busta è vuota e la letterina che doveva contenere non si vede da nessuna parte.
Che ci fa qui questa busta? Che sia di... come si chiamava? Edith? Hedda?

Arioch:

--- Citazione ---[cite]Autore: Mr. Mario[/cite]Cavolo! Pensa, Billy, pensa! Cos'era? Faccio per andare a cercare le scale per salire al secondo piano, chissà che non mi venga in mente, però c'è qualcosa che mi trattiene. torno indietro, e do un'altra occhiata al disegno...
Qua intorno non c'è nessun gessetto, quindi prendo un pezzo di carta bianca dal mio album, e disegno un bambino stilizzato, a matita. Poi attacco con una gomma da masticare il pezzo di carta sul pavimento, in modo che adesso il bambino bianco di gesso, che era rimasto solo, e il bambino nero di matita si tengono per mano. Non so perché, ma mi sembra più giusto così. Scuoto la testa, e cerco di farmi guidare dai ricordi su per le scale.
Se avessi nascosto qualcosa, dove l'avrei messo?
--- Termina citazione ---



In effetti, ripensandoci c'era un posto... in fondo al corridoio del piano superiore, dentro i bagni. Una delle mattonelle della parete a destra dell'ultimo gabinetto si staccava facilmente, e dietro c'era un piccolo buco dove tu e gli altri bambini a volte nascondevate quello che non volevate far trovare dalle istruttrici.
Ti ricordi che la notte ogni tanto facevate a sorte per vedere chi doveva andare fino ai bagni per prendere questo o quel gioco... Quando toccava a te avevi una paura fottuta a sgattaiolare in quel corridoio lungo e buio, sempre con l'ansia di esser sorpreso da un momento all'altro da una delle istruttrici e messo in punizione

Arioch:
[Per il PG di makahd aspetto di vedere se rimane nella stessa parte di SH o se cambia "livello"]

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