[cite] Moreno Roncucci:[/cite]E adesso ho pure capito come farti apparire! Basta citare il Process Model! :lol:
Se lo si cita a sproposito poi appaio di sicuro. ^_^
Controllando (perchè "l'intersezione degli Spazi Immaginari Condivisi" non me la ricordavo proprio) mi pare che dica tutt'altro. Usa la definizione di SIS di The Forge (con tanto di attribuzione: "The term Shared Imagined Space originates from discussions at the Forge", aggiunge il concetto di Spazi Immaginari individuali
No, non è così: prima introduce il concetto di Imagined Space e dopo quello di Shared Imagined Space come "overlap" degli Imagined Spaces dei partecipanti. Cito:
"The facts, expectations and hopes about the imagined reality being explored, as experienced by an individual, define a conceptual space referred to as the Imagined Space. When role-playing in a group, the Imagined Spaces of the individual participants overlap to create a Shared Imagined Space (SIS) with regards to which the majority of interaction pertaining to the game is enacted."
"Intersezione" è la parola, sicuramente imprecisa, che ho usato al posto di "overlap" per cercare di essere divulgativo (evidentemente senza riuscirci), ma se vuoi posso essere fedele all'originale e mantenere "overlap" (a mio modesto parere "sovrapposizione" in italiano sarebbe ancora più impreciso). Anzi, se hai un termine italiano migliore suggeriscilo pure perché con "overlap" non divulgo niente. ^_^
Quello che dici sull'origine del termine Shared Imagined Space presso The Forge è corretto, ma viene detto più avanti nell'articolo; quindi non "Usa la definizione di SIS di The Forge", come hai detto tu, bensì usa il termine e il concetto individuati da The Forge, pur introducendoli e definendoli in maniera diversa. Poi forse hai dimenticato quest'altro pezzo che segue:
"The concept of an individual's own Imagined Space is not used there however, and neither is the concept of a Shared Space of Imagining, though a highly similar term in Forge-speak is the Social Contract."
Chiaro che il concetto di Shared Imagined Space l'ha individuato The Forge e di questo gli va reso merito, ma metterlo in relazione con i concetti di Imagined Space individuale e di Shared Space of Imagining a me personalmente è servito moltissimo per chiarirmi le idee sul concetto, che prima trovavo abbastanza fumoso (così com'è fumoso il concetto di Diegesi della teoria nordica tradizionale).
Tutto sommato, questa divisione "spaziale" mi pare estremamente fuorviante, e scelta più per avere un "bel diagramma" che perchè la cosa abbia senso.
Ma il bel diagramma serve appunto a rendere il concetto più facilmente comprensibile. ^_^
Comunque non ho ben capito la tua opinione (così come diverse altre nella tua risposta), ma ovviamente la rispetto lo stesso. ^_^
Una delle più felici e fruttuose osservazioni del Big Model è che la SIS viene appunto CREATA PARLANDO, prima non c'era. Il gdr è comunicazione.
Sì, ma il Big Model si concentra sulle forme di roleplaying al tavolo, che sono appunto basate sulla comunicazione tra i partecipanti, mentre il Process Model copre tutto il roleplaying, compresi non solo i live ma anche l'improvvisazione teatrale, "Indiani e Cowboys" e il sognare a occhi aperti. Come tale, la sua definizione di SIS non può essere basata sulla comunicazione, ma deve essere più "ampia". Ovviamente sei liberissimo di dire che in quanto più ampia è più fumosa (e io sono il primo a dire che se uno vuole creare RPG tabletop incentrati sulla "storia" allora il Big Model funziona meglio di qualunque altra cosa), ma come puoi ben capire se io voglio creare un evento in cui la comunicazione tra i partecipanti o tra diversi gruppi di partecipanti non c'è o è molto ridotta (un po' tutti i live "tradizionali" sono così, per non parlare di "Crebbi lì, a Foglierosse" che è proprio basato su questa mancanza di comunicazione), un modello teorico che mette al centro la comunicazione mi serve a ben poco.
il nostro bisogno estetico di simmetria nei diagrammi, ma sostituisce questa valenza estetica all'osservazione ("ma non succede così!" "che importa? Così è più bello!")
Confondi l'estetica con la chiarezza, la comprensibilità e l'eleganza, che sono doti positive di qualunque modello teorico (ma anche delle dimostrazioni di matematica e di tante altre cose nel campo delle scienze teoriche). Inoltre che non succede così è solo una tua (rispettabilissima) opinione.
In soldoni, "che vantaggio ho ad esprimere il Big Model in termini di process model, invece che con i propri termini, considerando che i termini usati dal process model già mi sballano il concetto fondamentale della teoria, e la compatibilità rimane solo se mi tengo SIS - che già viene dal Big Model - e ignoro le aggiunte?"
Ma infatti tu non hai nessun vantaggio: se a te interessano i tabletop incentrati sulla "storia" fai benissimo a tenerti il Big Model. Il Process Model serve a me, perché funziona molto bene per capire, analizzare e progettare gli eventi che faccio io (cioè live in cui la "storia" non è una componente fondamentale); eventi con cui purtroppo il Big Model funziona male o per niente, e quindi è inutile.
Dimentichi che On Stage è un tabletop. la sua struttura a "scene" con il framing dei giocatori quando uscì fu una novità assoluta (e ripeto che è un vero peccato che non sia stato conosciuto all'epoca negli USA), ma non ha portato a portarla nei live. Anche nella versione "vox Populi" è semplicemente un tabletop con il pubblico.
Non c'è solo la versione Vox Populi, ma anche la versione cosiddetta "live" senza pubblico, che è quella che ho sempre e (quasi) solo giocato io (quasi perché ho fatto anche tre o quattro Vox Populi e un paio di tabletop). Infatti quando ho giocato "Nero come il cuore" io l'ho percepito come un On Stage! "live" con l'apparato regolamentare consistentemente alleggerito.
Tra l'altro, io ormai da anni dico che la stragrande maggioranza dei cosiddetti live da convention in realtà sono tabletop giocati in piedi (e On Stage! "live" è il primo della lista), ma mi sfugge sotto quale aspetto "Nero come il cuore" sarebbe più live di On Stage! "live".
L'idea che senza regole contraddittorie un gioco funzioni meglio non è una novità travolgente, per chi conosca il Big Model... :wink:
Ma infatti non è una gran scoperta, lo supponevo anch'io che all'epoca non sapevo nulla del Big Model; la novità travolgente è che avevo ragione io, inesperto, anziché gli espertoni che mi dicevano che togliere le regole era come amputare una gamba per curare un taglietto sul ginocchio. :twisted:
Guarda invece un set di regole coerenti, come per esempio "Dubbio", e dimmi che Nero Come il Cuore funziona meglio perchè non ha un sistema così robusto sotto... 
Non lo so, non ho mai giocato Dubbio e onestamente leggendo il copione non sono riuscito a capire quanto robusto sia il sistema.