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consigli di narrazione

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Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Meme ò_ò[/cite]Occhio che poi lo fa davvero, e guai a chi non lo legge :P
--- Termina citazione ---

Io ho letto anche l'articolo precedente e quelli successivi, fino alla Character Advocacy e -non c'è traccia- di posizioni così ostentate nei confronti della narratologia o di qualsiasi altra teoria narrativa.

Emanuele Borio:
L'ho scritto per sdrammatizzare e allentare la tensione.
Leggendo questo Topic mi era venuta l'ansia Ò_Ò

Cominciava a ricordarmi alcuni Topic maledetti di gdritalia.

Moreno Roncucci:
Sempre aspettando l'intervento di Domon sul vero argomento del thread, ecco cosa dice l'articolo di cui stiamo discutendo, nella PRIMA parte, quella per te valida:


--- Citazione ---Per rendere più agevole la narrazione di una storia ci sono alcuni trucchi che possono risultare utili, il primo dei quali è quello di conoscere le “figure” della narrazione, i suoi elementi principali:

- Il protagonista: l’eroe che affronterà la storia, in genere è la personificazione dell’ascoltatore, l’avatar, il mezzo con il quale chi racconta la storia riuscirà a coinvolgere la sua platea.

- L’antefatto: è la storia dell’eroe, quello che lo ha reso ciò che è, il suo bagaglio di conoscenze ed abilità, Il suo passato che lo rende unico ed inimitabile.

- La ricompensa: l’obbiettivo dell’eroe, la meta finale che lo ripagherà di tutti i suoi sforzi. Nota che l’obbiettivo non deve per forza essere universale ed imponente (come essere il prescelto destinato a salvare il Mondo) in realtà la ricompensa è molto legata all’antefatto dell’eroe; per raccontare una buona storia basta che questa sia importante per lui.

- L’avversario: tutto quello che si pone tra l’eroe e il suo scopo, anche in questo caso non è necessario che l’avversario sia un personaggio fisico o addirittura assoluto, come “il male”, ma anzi l’avversario, come la ricompensa, è legata all’antefatto dell’eroe; perciò utilizzare un avversario specifico, intimamente legato all’eroe, rende la trama molto più emozionante e coinvolgente.

- L’arma: il potere dell’eroe, il mezzo con il quale può sconfiggere l’avversario e reclamare la ricompensa; che siano le sue abilità naturali, un’arma magica o misteriosi poteri, sarà solo sfruttando al limite queste sue capacità che l’eroe riuscirà a vincere.

Queste ovviamente sono solo le nozioni generiche sullo storytelling, lo “scheletro” sul quale poggiano tutte le storie. Scendendo più nei dettagli le cose sono un filo più complicate e molto più interessanti ; per fortuna ci sono studi estesi e specifici su questo argomento, i più importanti dei quali sono quelli di Joseph Campbell prima e Christopher Vogler poi.

La storia del narrare storie

Joseph Campbell

Joseph Campbell era uno psicologo americano nato nei primi del ‘900 che impostò i suoi studi sulla comparazione dei miti e delle leggende, cercando di trovare un “filo comune” che unisse tutta la mitologia (e le religioni) della cultura umana. Il suo studio sfociò nel 1949 in uno dei libri più importanti nel campo dello storytelling: “l’eroe dai mille volti” (The hero with a thousand faces). Il libro analizza e scompone i miti in una serie di passaggi: il “Monomito” una struttura essenziale alla base di tutte le storie; secondo Campbell questo si articola in un percorso narrativo composto di sedici passaggi: un viaggio fisico (e spirituale) che il protagonista compie per risolvere la situazione e tornare cambiato, migliorato dall’esperienza. La struttura del “viaggio dell’eroe epico” è alla base di tutte le storie: dall’Iliade a Cappuccetto Rosso, dai Vangeli ai miti aborigeni. Il suo studio, fondamentale nell’analisi sociologica del racconto, venne scoperto negli anni ‘70 da un regista quasi esordiente che stava lavorando su una storia di fantascienza. Il regista altri non era che george Lucas e il risultato della loro collaborazione si concetizzo in una certa opera di fantascenza conosciuta come “Guerre Stellari”.

Christopher Vogler

Christopher Vogler è uno sceneggiatore americano che, scoperti gli studi di Campbell, decise di adattarli per renderli più accessibili da Hollywood: semplificò ulteriormente i passaggi di Campbell, li ripulì da alcune considerazioni psicologiche e, nel 1993 pubblicò ”Il viaggio dell’eroe” (The Writer’s Journey: Mythic Structure For Writers) dove proponeva un nuovo percorso narrativo composto questa volta da soli dodici passaggi:

- Mondo ordinario: L’eroe lascia un mondo per cominciare un viaggio, ed entra in un altro mondo.

- Richiamo all’avventura: La sfida, si stabilisce l’obiettivo e il percorso da farsi. Entra in gioco il messaggero.

- Rifiuto del richiamo: L’Eroe è riluttante, dice no, evita un evento.

- Incontro col Mentore: Quello di cui ha bisogno l’eroe per mettersi in viaggio.

- Varco della prima soglia: L’eroe accetta la sfida. (Fine primo atto).

- Prove, nemici, alleati

- Avvicinamento alla caverna più recondita (seconda soglia)

- Prova centrale: In genere c’è un rovescio di fortuna, temporaneo, che mette suspence.

- Ricompensa: L’eroe, sopravvissuto, “festeggia” (anche per l’aver imparato qualcosa). (Fine secondo atto).

- Via del ritorno: Bisogno del ritorno, ma trasformato.

- Resurrezione (terza soglia-climax): Non è la prova più grande, ma la definitiva.

- Ritorno con l’elisir: L’eroe torna rinato, definitivamente cambiato, e porta con sé l’esperienza raggiunta. (Fine terzo atto).

Oltre a ciò Vogler esplicò i 7 personaggi chiave della storia ed approfondì altri elementi,(come per Campbell il miglior consiglio è quello di leggersi i suoi libri) tanto che, ad oggi, la maggior parte delle sceneggiature Hollywoodiane seguono quella che è chiamata la “Struttura a Doppia V”, nient’altro che il nome comune del Viaggio dell’eore epico di Campbell.

Ovviamente questi non sono gli unici studi sulla struttura della narrazione ma tutti quanti partono da questi due autori, i cui lavori costituiscono le fondamenta necessarie per affrontare concetti più complessi.
--- Termina citazione ---


Notare che ho quotato le PREMESSE dell'articolo. Contento?

Se per te anche questo non è valido, che ti rimane? Il titolo? Sarebbe quella la premessa?

Scusate il quote lungo, ma quando ci si ostina a negare l'evidenza... immaginatevi la struttura delineata nel quote applicata ad un qualunque gioco narrativista...


--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]Adesso vorrei che tu mi quotassi, in quell'articolo, il punto dove si dice che a seguire teorie narratologiche, ci si rovina il gioco o si produce raildroading.
--- Termina citazione ---


Ancora??


--- Citazione ---There is a kind of play which amounts to player side front loading of theme. Sometimes when a player says he makes decisions for “the story” he means that he is making decisions based on his assumptions of how the story “should go”  [...]  It should be clear that these thematic front-loading techniques are antithetical to playing passionately. Playing passionately is about investing in the here and now situation at hand and acting upon it based on your immediate feelings and judgment.
--- Termina citazione ---


Confrontare i due quote, please.

Aggiunta, in mod-voice:
Come ho già detto, non mi piace fare il moderatore nelle discussioni in cui sono parte in causa. Oltretutto, quando la discussione diventa così accesa (e specie quando ritengo che si siano usate nella discussione, contro di me, tecniche tipo il quoting selettivo e il continuo uso di tecniche ninja tipo "c'è scritto che ho torto ma si legge che ho ragione", "re-opening hell", "pinballing" , "l'eterno ritorno" e "se mi dai torto sei un fanatico") perdo la serenità necessaria. Quindi non sono intervenuto, anche se è da un bel po' di post che avrei dovuto farlo.

A questo punto, visto il degenerare del thread, lo chiude temporaneamente, finchè un altro moderatore non possa verificare eventuali violazioni del regolamento (anche mie, mi tiro fuori dal ruolo di moderatore qui, dopo aver chiuso il thread fino all'arrivo di un moderatore imparziale che deciderà eventualmente di riaprirlo]. Unica eccezione, se Domon vuole postare un commento su cos'è in topic o no nel suo thread, lo può fare in un thread separato e poi faccio io il merge in questo.

Niccolò:
sostanzialmente, è in topic qualsiasi commento relativo all'articolo che mi risponda "questa pezzo dell'articolo per me è salvabile perchè..." oppure "non ci sono pezzi salvabili". forse il vero problema è che non ho definito più di tanto cosa intendo per "salvabile", ma effettivamente, se si deve ripiegare sul generico valore della narratologia nel generico campo dei gdr per poter trovare qualcosa di salvabile, sebbene il tentativo sia formalmente ammirevole, magari ci si sta sbattendo troppo.

jackjack:
se posso permettermi, penso che sia in topic qualunque testimonianza di come l'applicabilità di quei consigli/nozioni/tecniche sia stata utile e produttiva nella propria esperienza di gioco, visto che è lo scopo dell'articolo.

Ed è stato anche il punto caldo dell'altro topic.

La mia critica era infatti che è sull'applicabilità che si faceva scricchiolante e non tanto perchè era un viatico per lo Standard (parpuzio) ma che anche in quel caso rimaneva troppo generico quando al tavolo le situaizoni e le questioni possono essere molto sfacciettate.

Più che buonista penso che Khana sia stato possibilista nella misura in cui vedeva nella prima parte la sua possibile applicazione in tecniche per rendere più "saporita" l'esperienza di gioco, una possibilità che però solo lui (o altri qui) poteva vedere ma in realtà non era (nè poteva essere) contemplabile nell'articolo in questione (per dire, si è parlato di bang e kiker). Quindi ad essere fiscalissimi in questo senso erano OT.
Però il confronto con Moreno a riguardo ritengo era interesante (per certi aspetti) e credo dovrebbe continuare, se non qui, comunque in altra sede.

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