Archivio > General

"Interpretazione", o meglio della recitazione in character - Annessi e connessi

<< < (5/7) > >>

Hoghemaru:
scusate, ma secondo me il punto dell'esempio di moreno non stava nel "recitare vs non-recitare", ma nel "partecipazione vs distacco"

una recitazione in prima persona, ma distaccata non vale un decimo di una reazione spontanea e genuina anche se raccontata in terza persona.

e quando c'è partecipazione la scelta della prima o della terza persona diventa una semplice scelta estetica, uno strumento narrativo per rendere più efficace ciò che si vuole comunicare.

P.Jeffries:

--- Citazione ---[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite][p]Giocatrice A: (guarda con disprezzo il GM, in character) "altolà, messere! Mi ha forse scambiata per una comune servetta da taverna? Io sono la Duchessa Von Rotterbach, e nessun uomo può permettersi di mancarmi di rispetto! Se mi porgerà le sue più deferenti scuse, le risparmierò la vita, in caso contrario sarò costretta a sfidarla e assaggerà il filo della mia spada, Ernoth la Tenebrosa: a lei la scelta!"
Giocatrice B (guardando il GM sbalordita) "ha fatto COSA??? MA IO GLI SPACCO IL CULO!!! Gli volo addosso e gli spezzo tutte le ossa, e poi lo faccio volare fuori dalla finestra a pedate!"[/p][p]Ecco, io preferisco la reazione B, anche se è più anacronistica e meno "recitata". E' più "vera"  :-)[/p]
--- Termina citazione ---


In teoria, in una narrazione bisognerebbe (è consigliato) avere una certa coerenza (nei personaggi, nei luoghi, negli eventi,...) affinché si creda alla realtà narrativa. Le due risposte sono tutte e due "buone" a seconda del personaggio in questione. Se una dama risponde con la B non c'è spontaneità che tenga (sempre che questa spontaneità sia poi un valore...) nel ritenerlo un comportamento poco appropriato per il personaggio, che sarà alle prese con un'evidente caduta di stile.

Paolo Busi:
Un attimo: prima di partire per la tangente bisogna definire cosa s'intende per "recitazione".
Perché "interpretare un personaggio" è una cosa, recitare un'altra.

Un personaggio è definito da quello che fa, non da quello che è: ho un bel da scrivere statistiche nella scheda, se poi me ne sbatto mentre gioco e faccio quello che mi passa per la testa in quel momento, potevo risparmiarmi tempo e inchiostro.
Un esempio su tutti: quei bei personaggi di D&D con Forza, Costituzione e Destrezza pompati, ma con Saggezza e Intelligenza sotto la media che, però sono capaci di analisi tattiche che neanche Rommel riusciva a fare. O quei bei gruppi guidati da un personaggio con Carisma 5 che però ha dalla sua l'essere "portato" dal giocatore leader del gruppo.
Se i giocatori riescono a far  fare al loro Personaggio il passaggio Scheda-Gioco abbiamo già fatto un bel passo avanti.

Poi abbiamo l'interpretare il personaggio, cioé il farlo reagire tenendo conto delle "date circostanze". AIPS si basa in massima parte su questo: il produttore "picchia" sul Problema del Personaggio e il Giocatore fa reagire quest'ultimo coerentemente con quanto è stato creato fino a quel momento. E anche qui ciò che fa il personaggio che lo definisce, non la scheda o la "recitazione". D&D ha tutta la menata degli Allineamenti, il buon vecchio RECON se ne sbatteva (e mai i miei personaggi hanno affrontato dilemmi più atroci, forse perché sapevano che erano sostituibili con soli tre tiri di dado).

Infine arriviamo alla recitazione e qui son dolori.
Chi vuole fare l'attore - su questo concordo con Gygax - faccia teatro, non giochi di ruolo. Recitare riguarda l'autenticità di quello che facciamo: l'attore deve essere autentico in quello che porta in scena, non vero. Se è "vero", allora deve andare da uno psichiatra. Posso impegnarmi più che posso a portare in scena i dubbi di Amleto, ma non sono il Principe di Danimarca il cui zio ha ammazzato il padre e sposato la madre. Per quando una recitazione sia intensa, per quanto l'attore sia immedesimato nel personaggio, sa sempre dove finisce il palcoscenico e si vola di sotto.
Se al tavolo mi viene la battuta giusta posso dirla per il divertimento mio e dei miei compagni. Posso anche avere scambi di battute "in personaggio", ma siamo sempre nel regno del "facciamo che io ero...", non in quello della recitazione. Se giocando devo sorbirmi la pessima recitazione dei miei compagni ed ammorbarli io stesso con la mia, preferisco che ognuno si limiti a descrivere ciò che il suo personaggio fa. Poi, ci sono gruppi che si divertono a recitare? Benissimo, sono contento per loro (senza ironia alcuna), però che non pretendano che io faccia la stessa cosa.

Il vero lavoro dell'attore sta tutto nell'interpretare il personaggio:  il decidere perché quel personaggio dice quella battuta; se pensa solo al come dirla allora è non sta lavorando bene. Allo stesso modo nel gioco di ruolo è come il personaggio affronta i dilemmi morali che incontra ciò su cui il giocatore deve concentrarsi, tutto il resto è solo colore delle tende.

Davide Losito - ( Khana ):

--- Citazione ---[cite]Autore: Pabu[/cite]Il vero lavoro dell'attore sta tutto nell'interpretare il personaggio:  il decidereperchéquel personaggio dice quella battuta; se pensa solo al come dirla allora è non sta lavorando bene.
--- Termina citazione ---


Il discorso è questo e vale anche, nella misura delle loro capacità, per i giocatori di ruolo.
Credo che su questo forum ci sia una implicita propensione ad usare il termine "recitare" al posto di "interpretare", perché "interpretare" è un termine che può essere fuorviante, in quanto nei tradizionali è stato più volte associato a "interpretare le regole", "interpretare il risultato".

Qualsiasi termine italiano usi, la traduzione in questo caso è "roleplay"; se vuoi un terzo sinonimo è "impersonificare un ruolo".
Poi, proprio perché siamo in un GdR e non a teatro, questo "impersonificare" rappresenta tutto quello che hai detto, ivi compreso adeguarsi allo squallido punteggio di intelligenza che ti sei messo sulla scheda :)

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: khana[/cite]proprio perché siamo in un GdR e non a teatro, questo "impersonificare" rappresenta tutto quello che hai detto, ivi compreso adeguarsi allo squallido punteggio di intelligenza che ti sei messo sulla scheda
--- Termina citazione ---

Se però il gioco è gamista (metti D&D 4ª), fare scelte tattiche sbagliate perché il personaggio ha poca intelligenza non va contro il senso stesso del gioco?

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa