Ricordo un tempo in cui mio fratello ed io tornammo nel campeggio in cui eravamo stati una volta da piccoli. Uno dei pochi posti in cui eravamo stati davvero felici, prima di tutto quello che venne dopo. Avevamo scattato diverse foto allora, tra cui una in bianco e nero di papà che cercava di essere serio ma non riusciva a trattenere un sorriso. Alla mamma era piaciuta tanto, e l'aveva voluta appendere in salotto. Certo era prima che lei morisse, lui cominciasse a bere, e... beh, prima. Col senno di poi io e Marco avremmo dovuto cominciare ad odiarlo già allora, forse. Che razza di genitore cerca di imporsi di non sorridere?
Papà era morto da poco, ed era strano come ci sentivamo. Era come se fossimo tornati bambini, in un certo senso. Nonostante non ci vedessimo da un po' di tempo, quando ci incontrammo rimanemmo stupiti di esserci vestiti quasi uguali, proprio come facevamo da piccoli. Cose strane che succedono tra gemelli. Eravamo seduti davanti al fuoco, ed eravamo forse alla terza birra. Marco diede un ultimo tiro alla sigaretta e la gettò nel fuoco con quella sua espressione da bel tenebroso, che lo faceva assomigliare un po' a James Dean. Poi si alzò, e tornò verso la jeep, mentre lo guardavo stupito, e tornò indietro con uno scatolone. Lo aveva riempito con le cose di papà, quelle a cui aveva tenuto di più. C'era anche quella foto. Non sapevo che l'avesse tenuta. In effetti non aveva mai cambiato il vetro rotto.
Marco mi guardò, con quegli occhi scuri che a volte quasi mi facevano paura, e disse: "Bruciamo questa roba."
Che cosa ho detto o fatto allora?
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