Io lo spendo per tenermi tutti i miei dadi Charge. In questo momento Vento è il ritratto vivente di "emotional pumped up and ready to wreak more havok".
Colto in un vortice d'ira per avere attinto agli odiati ricordi di Thanadar, e per non essere riuscito a proteggere Nila, Vento mantiene la sua parola e libera lo spirito della prigione, distruggendo sistematicamente, con feroci colpi di lancia, le pietre focali che danno potere ed equilibrio alla camera. Un odore acre di essenza bruciata comincia a diffondersi intorno a loro. Con l'ultimo colpo trancia i tubi che collegano il prigioniero alla macchina, e se lo carica sulle spalle.
Un ombra scura, avvolta da sei ali nere, appare per un attimo al centro della stanza. I due si scambiano un cenno, poi la figura alata svanisce. Vento ringrazia gli spiriti elementali che lo hanno seguito, e li congeda. Anch'essi, con un cenno del capo svaniscono, e l'ultimo appiglio di stabilità che la stanza aveva scompare. L'essenza comincia a scorrere incontrollata, i frammenti più piccoli delle pietre focali si sollevano vorticando ed esplodono.
Vento si china su Nila, con un espressione che per la prima volta tradisce tutta la sua tenerezza e i suoi rimpianti, per controllare come sta, e senza guardarlo si rivolge a Ombra.
"Tu sapevi perché dovevo essere io a venire qui, vero, amico? Non importa. Credo che tra poco la città imperiale sarà scossa da un piccolo terremoto. Preferirei non essere qui quando succederà. Portaci via di qui, per favore."