Torno a rispondere a Mirko, direttamente.
Sai, la zetegeist di questa community, a volte, è paurosa.
È una settimana che medito di aprire un thread col titolo: "Perché sono stanco di essere un giocatore di ruolo", in cui un po' sfogarmi.
Sono veramente stanco di incocciare contro persone che difendono l'unico Gioco di Ruolo possibile, contro "quelle cose lì che, qualunque cosa siano, non sono certo gdr".
Ormai le ho sentite tutte, davvero:
- Sono boardgame, c'è un regolamento che ti dici cosa fare e quando farlo.
- Sono cose da gay, i veri gdr parlano di duri
- Non è un gdr se non ci sono combattimenti
- Sono limitanti, in un vero gdr devi poter fare quello che vuoi quando vuoi
- Nel gdr interpreti, lì tiri dadi
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Non è colpa loro, poveretti. Per anni hanno letto nei manuali un capitoletto dal titolo "Che cosa è un Gioco di Ruolo" che descriveva soltanto il Sistema-0. Hanno imparato che il Sistema-0 è coincidente con il Gioco di Ruolo. Se qualcosa non è Sistema-0 non può essere Gioco di Ruolo.
Non mi sento di dargli torto.
Un certo modo di giocare si è appropriato del termine e l'ha definito, usandolo per i suoi scopi.
Ormai sono dispostissimo a lasciarglielo, questo termine. Non sono così insicuro da dovermi per forza definire come "giocatore di ruolo", pena perdere identità e ruolo sociale. Posso accettare di essere chiamato story gamer, fasticolante o mangiatore di bomboloni alla crema. Non mi interessa. Io so cosa mi piace, so come farlo vedere agli altri e so come coinvolgere altri nella mia passione. Non ho bisogno di etichettarmi oltre. Il mio mondo non si definisce sul fatto che sono un "giocatore di ruolo", come invece sembra che sia per alcuni attorno a me (quelli che "Il live di Vampiri è più importante di ogni cosa" o "Il gdr definitivo è D&D 3.5!").
Sono loro a volere e ad aver bisogno di quelle tre paroline, di quella sigla insignificante. Io dico: che se la tengano!
Allo stesso modo percepisco molto acutamente la situazione citata da Moreno.
Il termine è ormai talmente sputtanato che a volte quasi ho vergogna a usarlo. Quando dico che sono un "giocatore di ruolo" tutti pensano immediatamente a tomi di manuali polverosi, a una vita sociale assente, a... bè, a
Jake. Non mi ci riconosco, non è il mio stesso hobby. Sul serio. Io mi diverto a fare cose completamente diverse da quelle.
Adesso mi diverto a fare cose completamente diverse da quelle che facevo due anni fa. C'è un tale abisso tra la mia ultima masterizzata a Werewolf Apocalisse prima di conoscere i giochi moderni a quello che faccio oggi che non riesco neanche più a parlare di evoluzione.
Poi quello che faccio oggi può essere davvero un gdr, come quelli che facevo due anni fa, o viceversa. Non me ne frega proprio nulla.
A seconda di chi ho di fronte posso usare un'etichetta o l'altra, dire che faccio un "Gioco di Ruolo moderno" oppure un gioco "in cui ti diverti a creare una storia insieme". Non mi serve altro e, così, evito di essere associato a qualcosa che non sento più come parte del mio mondo e della mia esperienza.