Per darvi un'idea di quello che ho in mente, posto il mio character concept (anche perché lo vedo prono ad attrarre
tonnellate di linee e veli

):
Alison (pronunciato alla francese, con l'accento sulla "o") è una fanciulla di nobile lignaggio: lo si capisce dal modo in cui parla, dalla sua postura, dal modo in cui guarda gli altri e dal fatto che sappia leggere e scrivere. Ha tredici anni, ma è molto sviluppata per la sua età: ne dimostra quindici o sedici. È alta al punto giusto, con i capelli biondi al punto giusto e il corpo pieno nei punti giusti. A chi glielo chiede, popolano o nobile di campagna che sia, risponde (dardeggiando con lo sguardo in un caso, chinando pudicamente il capo nell'altro) di essere in viaggio verso il castello dello zio, o del cugino del padre, o del potente nonno, a seconda delle circostanze; in genere, tuttavia, a parlare in nome suo è l'accompagnatore e protettore, il cavaliere Alyaume. Questi è il ritratto del cortigiano perfetto: bello, colto, ben vestito ma non appariscente, esperto di buone maniere e valente uomo d'arme. Alyaume contratta per i passaggi e le notti in locanda, che trascorre in una stanza separata da quella di Alison, in genere assieme a una bellezza locale; è responsabile inoltre della sicurezza della giovane e della conservazione della sua virtù. Ma è talmente bello e forte che sembra impossibile anche solo formulare pensieri malvagi in sua presenza. Assieme, lui e Alison rappresentano gli ideali della fedeltà ai superiori, della cavalleria e, perché no, dell'amor cortese.
Alison ha perso la verginità a nove anni, per mano del padre, di cui ha subito gli abusi fino a quando il re (a corto di denaro) non ha fatto condannare il nobile e il resto della famiglia per stregoneria dalla Santa Inquisizione, lo ha fatto bruciare sul rogo e ne ha incamerato i beni, assieme a quelli di molti altri signori di medio e basso rango. Alison si è salvata solo perché, dopo averla vista, l'inquisitore l'ha giudicata una povera pazza incapace di capire alcunché e l'ha abbandonata al suo destino... ovvero ad Alyaume, il demone che Alison ha partorito dalla propria mente e che incarna il suo bisogno di protezione, la sua paura e la vergogna che lei, come molte vittime di violenza, prova nei confronti di se stessa. Naturalmente, essendo un adulto, Alyaume è
anche un mostro e possiede appetiti inconfessabili che è molto attento a nascondere; il suo sorriso cela le sue zanne, la forza delle sue braccia impedisce alle sue vittime di resistergli e il suo sguardo incanta come quello dei leggendari serpenti dell'India. A volte Alyaume fa male agli altri per adempiere al ruolo che Alison gli ha assegnato, altre volte lo fa perché qualcuno ha fatto arrabbiare Alison e, anche se lei non oserebbe mai ammetterlo, la fanciulla ha desiderato la sua morte; altre ancora Alyaume non esprime altro che il sentimento di una vittima che vede il riscatto nella trasformazione in carnefice, ma che non ha la forza per diventarlo.
Alyaume
è Alison: Alison forte, Alison che può difendersi, Alison a cui nessuno può fare male. Ma Alison è Alison, che si sveglia sentendo il sapore del sangue e della carne umana, che non ricorda mai i propri sogni, la cui sessualità è distrutta e la cui fede nell'umanità è perduta. E Alyaume è costretto a far da balia a una marmocchia troppo alta, troppo bella, troppo intelligente, che lo ha espulso da sé per farne il proprio schiavo, che gli ha dato la fame e la sete di un abominio, che lo ha fornito di ali e lo ha incatenato a un trespolo. Lui la odia e la ama. Lei lo cerca e ne ha paura.
Il rapporto fra Alison e Alyaume è una sorta di maternità invertita, dove il "neonato" è molto più forte della madre e il sentimento predominante è l'odio, non l'amore. Ma della maternità condivide il legame vitale fra i due membri del rapporto, che non può essere troncato senza conseguenze disastrose per entrambi. Se nessuno me lo cassa,
vedremo cosa ne verrà. :-P