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Dall'Orgasmo Cerebrale: "Basta con la TVAmerica!"

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Renato Ramonda:

--- Citazione ---Però di tutto quel che ho letto in argomento, il minimo comun denominatore è che in TV certe cose non le fai, sennò si offende qualcuno. Anche se sei lo scrittore più figo del mondo e sei pieno di idee nuove ed interessanti.
--- Termina citazione ---


Io avevo scritto:

--- Citazione --- e non per amicizia con questo o quel politico
--- Termina citazione ---

...sottointeso e' che se non giochi "secondo le regole" (che dici tu) NON diventi il protetto di questo o quel politico.

Ezio:

--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite][p]E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?[/p]
--- Termina citazione ---
[p]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.[/p]
--- Termina citazione ---


Non credo, sai?

Prendiamo una serie di Avventure in Prima Serata, ambientata a casa mia, nella bassa padana.
Quale Bassa uso?
Posso usare la Bassa della fiction, basandomi su Don Camillo. Una fiction realistica, ma comunque filtrata, rielaborata.
La realtà ritratta nella mia serie di AiPS passerà quindi un doppio filtro: quello dell'autore della fiction primaria (Guareschi) e quello dell'autore della fiction secondaria (io).
In alternativa posso usare la Bassa che conosco io, che sperimento tutte le volte che, postino, mi sono avventurato fra le carraie gelate fra Bagnolo in Piano e Novellara, fra famiglie indiane e tipi che rapinano per tre volte la banca dietro casa. In questo caso la realtà diverrà fiction passando soltanto attraverso il mio filtro.

Cosa mi colpisce, potenzialmente, di più?

EDIT: Crosspost. Inserita la cit. per far capire che rispondevo a Domon.

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.
--- Termina citazione ---

Nel senso: produrre, giocando, fiction "di primo livello". Realtà -> Fiction.
E non "di secondo livello". Realtà -> Fiction TV -> Fiction giocata.

Se poi la fiction TV è derivata a sua volta da altri stereotipi, aiuto! O_o;

OT, Actual Fiction: sono rimasto allibito quando in una fiction di Canale 5 una ragazza (personaggio positivo) inveisse con tanto di predicozzo morlista col suo collega (villain, mi sono serviti 0,5 secondi per capirlo) per un falso in bilancio dicendogli che "era una cosa gravissima".
Ceeeerto... Come no. Un'azienda che trucca i bilanci in Italia è l'eccezione... >_< Per non parlare del fatto che i bilanci hanno un certo margine di soggettività, non c'è un bilancio "vero" ed uno "falso" in senso assoluto, c'è un'ampia zona grigia in mezzo. Scrivere di cose che non si conoscono = male. >_

Matteo Suppo:
Actual play: una mia amica ha sempre giocato a vampiri ambientato in america. Poi avendo visitato la magica Torino, le è venuta l'idea di ambientare la cronaca successiva proprio a Torino. Ed è partita la crisi.

Lei: E dov'è questo posto in relazione a quest'altro, non ricordo.
Io: Boh, ci arrivi in pullman.
Lei: E se decidono di prendere la metro?
Io: Prenderanno la metro
Lei: Sì, ma la metro ci arriva fino lì?
Io: Ma che te ne frega, scusa?
Lei: Eh no, devo fare le cose per bene!
Io: Perché quando giocavi a Los angeles ti studiavi la mappa dei trasporti?

Commento: quando una cosa ti sembra più reale, hai paura di contraddirne la realtà.

Actual Play: Io ho giocato Mondo di Tenebra a Torino, e un paio di puntate di una serie di Aips ambientata a torino. Nel primo caso ero più ggiovane e dato che ho sempre adorato Torino, andavo in giro, facevo foto e studiavo i set per la giocata, anche perché le altre persone che giocavano non erano di torino. E così c'era piazza castello, l'interno del teatro regio, la via delle case fighe vicina al politecnico, l'università degli studi etc etc. Nel secondo caso non c'era bisogno, perché anche gli altri conoscevano Torino.

I risultati erano che nella cronaca di Mondo di Tenebra, per gli altri torino non era tangibile, nonostante i miei sforzi, mentre per me sì. Nella seconda il focus non era tanto su torino, quanto sui personaggi, quindi i set erano generici, ma non c'erano neanche problemi a immaginarli. Piazza statuto quella è, non hai nemmeno bisogno di descrivere il traffico, gli spacciatori e il cantiere per la ferrovia. La metropolitana tutti la conoscono.

Actual Play: Volevo scrivere un libro ambientato in Italia. Avete una minima idea di quanto sia difficile trovare dei nomi che non sembrino ridicoli o privi di significato? Alberto ti sembra forse il nome di un tamarro col coltellino sempre pronto? Anche lì, andando a vedere vicino a casa, scopri che vengono chiamati per cognome, e solo se è un cognome decente, mica Panariello. Il temibile Panariello. Fa ridere. >>

Niccolò:

--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Domon[/cite]
--- Citazione ---[cite]Autore: Aetius[/cite][p]E se invece della fiction italiana si usasse la REALTA' italiana?[/p]
--- Termina citazione ---
[p]l'unico modo sarebbe vivere, non giocare.[/p]
--- Termina citazione ---
[p]Non credo, sai?[/p][p]Prendiamo una serie di Avventure in Prima Serata, ambientata a casa mia, nella bassa padana.
Quale Bassa uso?
Posso usare la Bassa della fiction, basandomi su Don Camillo. Una fiction realistica, ma comunque filtrata, rielaborata.
La realtà ritratta nella mia serie di AiPS passerà quindi un doppio filtro: quello dell'autore della fiction primaria (Guareschi) e quello dell'autore della fiction secondaria (io).
In alternativa posso usare la Bassa che conosco io, che sperimento tutte le volte che, postino, mi sono avventurato fra le carraie gelate fra Bagnolo in Piano e Novellara, fra famiglie indiane e tipi che rapinano per tre volte la banca dietro casa. In questo caso la realtà diverrà fiction passando soltanto attraverso il mio filtro.[/p][p]Cosa mi colpisce, potenzialmente, di più?[/p][p]EDIT: Crosspost. Inserita la cit. per far capire che rispondevo a Domon.[/p]
--- Termina citazione ---


elaboro un po':

nel momento in cui la stai usando del gioco, qualsiasi "realtà" diventa fittizia, una fiction a tutti gli effetti.

il mio era un nitpick sulla scelta ingenua dei termini, insomma :D

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