Premesso che ho iniziato da poco a leggere materiale sulla teoria del GdR, e che, sebbene mi piaccia molto l'idea (questa settimana inizio una campagna a Cani nella Vigna), non ho esperienza in quanto a giochi non classici, volevo chiedere una cosa: nell'articolo dici che, con riferimento a Vampiri (che, tra l'altro, ho sempre visto giocare con molta attenzione a trama e interpretazione e considero narrativo, seppur non ai livelli di Cani nella Vigna), uno potrebbe voler giocare un personaggio che cerca di potenziarsi, un altro uno che viva il suo dramma interiore, concludenco che "difficilmente si divertiranno a giocare insieme"; personalmente, il fatto che nello stesso gruppo possano trovarsi due personaggi come quelli non mi sembra un motivo di demerito, ma anzi un qualcosa di realistico, perché è normale che in un gruppo possano trovarsi due persone con una simile diversità d'obiettivo. È ovviamente possibile che questo causi una diminuzione del divertimento, ma a mio parere diventa in sé una cosa da giocare, da interpretare, il confronto tra i personaggi dovuto anche a quella differenza di vedute.
Nella vita, una persona può sia "mazzolare mostri", sia "immedesimarsi in una storia d'amore"; se lasciare aperte entrambe le possibilità, se non chiarisce che in linea di massima o è l'uno o è l'altro, rende un sistema incoerente, allora a mio parere essere incoerente non è necessariamente un difetto del sistema.
Perché quell'"incoerenza", come da te chiamata, dovrebbe essere un demerito (o la coerenza un merito degli altri giochi)? Non mi sembra tanto una questione della diversità nei personaggi, quanto della capacità dei giocatori di giocarsi (o, forse meglio, di divertirsi giocando) quella diversità.