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[CnV] - PbF - Wild Rose

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Emanuele Borio:
. E entra in casa sua, aprendovi la porta e facendovi entrare. L'ambiente è austero e rustico, ridotto all'essenziale. Uniche cose che spiccano sono quadri, simboli sacri di legno, e un bellissimo libro della vita su un leggio davanti alla lunga tavola da pranzo. L'uomo vi fa accomodare e vi serve da bere. Mano a mano che vi versa il succo di mirtillo, il suo sguardo si fa sempre più triste, come se il silenzio palpabile nella sua casa gli ricordasse qualcosa di doloroso. Dopo avervi servito si siede al tavolo con voi:

Marco Amicone:
"Eheh, il nonno non lo uccidi nemmeno se lo ammazzi"
Ridacchia nervosamente, alla domanda dello zio, capisce che questi è piuttosto contrariato dalla sua scelta di vita, ma in fondo è una tradizione di famiglia e contrariare Nonno Jackson è quasi come contrariare il Re della Vita in persona...
Si mordicchia nervosamente le nocche dell'indice alle parole del sovrintendente, per poi annuire.
"Beh, in fondo il nostro arrivo è provvidenziale... Il Re della Vita ha mandato noi in fondo, nel momento critico, no?"
Annuisce per poi seguire lo zio in casa, evidentemente non sono problemi che si possano discutere in mezzo al paese e non vede perché costringerlo a fare altrimenti... Si siede al tavolo e sorseggia il succo di mirtillo, mentre ascolta le parole dello zio.
"Oh... Mi spiace molto, ma sono sicuro che il Re della Vita l'avrà in gloria, sono questi i momenti in cui ci è richiesto di essere ancora più saldi... Ma... Come è successo?"
Chiede sinceramente dispiaciuto a Ebenezer. Non ha mai conosciuto sua cugina, ma è comunque addolorato per la perdita. Doppiamente addolorato per non riuscire a trovare parole che possano consolare lo zio, se ci fosse stato suo nonno, avrebbe di sicuro trovato la parola adatta nel momento adatto...

imbrattabit:
Segue gli altri in silenzio, guardandosi intorno con un misto di curiosità e diffidenza.
Perde qualche secondo a guardare la casa, poi concentra l'attenzione prima sul libro della vita, poi sul Sovrintendente.
Non si siede e resta più del dovuto a guardare il succo di mirtillo nel bicchiere come fosse la più forte delle bevande alcoliche, poi quando il suo compagno beve, lo imita, rilassondosi un poco.
Si appoggia con un finco alla sedia dove è seduto Nath, provando un leggero disagio alla notizia della morte della figlia
"il Re della Vita l'abbia in gloria in eterno, la nostra vita non ci appartiene" ripete afonicamente in un dissonante eco alle parole del cane, come fosse un rituale spontaneo.
Non aggiunge altro, trovando nelle aprole del compagno quelle stesse che avrebbe proferito lui.

Ashrat:
Segue gli altri in silenzio, impressionato dalla figura del Sovrintendente e dalle sue parole. Seduto su una sedia che sente troppo piccola e su cui continua ad agitarsi, il bicchiere di succo di mirtillo in mano, non può fare a meno di sobbalzare alle parole dell'uomo.
"Mi dispiace moltissimo per la sua tragedia, signore. E'... io... spero che la nostra presenza non sia un fastidio, in un momento come questo..."
E abbassa lo sguardo, imbarazzato.

Emanuele Borio:
Il Sovrintendente vi guarda strano, come se non capisse cosa intendiate, ma poi dopo aver sentito i vostri commenti, dice, in tono di scusa:

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