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Master a pagamento
Emanuele Borio:
La sigla npn ispira particolarmente.
Sei un uomo di facili costumi U_U
Centro Accoglienza Giocatori?
Ezio:
Centri di Accoglienza Giovanile
Temo che la situazione non sia la stessa. Anche a me, l'estate scorsa, proposero di andare a fare gdr in un campo estivo, ma in quel caso il gdr sarebbe stato solo il mezzo per compiere il lavoro.
Si viene pagati per essere educatori, e noi scegliamo di farlo attraverso il gdr, anche se, forse, non è poi così diverso dal pagare qualcuno che ti intrattenga, scegliendo il gdr per farlo.
Paolo "Ermy" Davolio:
In questo caso, ricade nella categoria di fare il GM come parte di un "servizio". In questo caso, è un mezzo per strutturare un'attività educativa di gruppo. Idem per Ezio: anziché organizzare un torneo di calcetto o una caccia al tesoro al campo estivo, organizzavi una campagna di D&D 4a... Da questo punto di vista non c'è molta differenza.
La cosa parzialmente alienante (ma perfettamente logica, come spiega bene Moreno) è pagare un GM per il proprio gruppo settimanale, che è molto esplicativo del carico di lavoro e del ruolo sociale del master in molti giochi tradizionali.
Anche io, quando ancora facevo il DM a D&D 3.nostra, spesso dicevo "Ragazzi, questa settimana non possiamo giocare, non ce l'ho fatta a preparare l'avventura" "Tranquillo, non ti pagano mica".
...ma anche: "Allora, quand'è che aggiorni la mappa del mondo / mi fai quella cdp che ti ho chiesto / mi fai giocare quella sessione privata col png / mi correggi il bg / mi costruisci la cavalcatura / eccetera eccetera eccetera...".
Che è uno dei motivi per cui poi abbiamo smesso (cioè io che ero troppo stressato dal carico di lavoro e dal continuo "Mother May I...?").
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Paolo Davolio[/cite]mi fai quella cdp che ti ho chiesto / mi fai giocare quella sessione privata col png / mi correggi il bg / mi costruisci la cavalcatura
--- Termina citazione ---
Almeno nel mio gruppo, cose come fare una cavalcatura, una classe e simili potevano anche essere fatte dal giocatore; non so di quanto possa diminuire il carico di lavoro, ma tutto fa.
il mietitore:
Diciamo che dipende per cosa uno chiede i soldi, secondo me.
per dire, se uno ci mette la casa e il cibo chiedere una sorta di "compenso" per dividersi le spese ha senso (uno con cui gioco una volta lo faceva, poi ci ha mollato).
idem per i manuali: io non mi faccio pagare per giocare o masterare, ma ci metto circa oltre 300 euro di manuali quando gioco a D&D, e quasi il doppio quando mastero, mentre gli altri è già tanto che abbiano un manuale del giocatore (non a testa, dico in tutto il gruppo). Qualcun altro al mio posto potrebbe chiedere una sorta di compenso, dato che lui paga e gli altri no: non lo troverei aberrante, è una scelta sua che io non faccio. So comunque che tirerei fuori il discorso se ci fosse da pagare le cibarie come era prima che mi ritrovasse ad essere il portamanuali del gruppo.
Pagarsi per masterare, invece, significa avere un atteggiamento del tipo "io perdo tempo a costruire le avventure, dunque mi dovete pagare per questo".
Non lo trovo giusto per due ragioni.
La prima è puramente soggettiva: io costruire avventure lo trovo divertente, ed è anche per questo che mi piace masterare. Se mi faccio pure pagare... mah, figata, però sarebbe solamente un prendere per il culo gli altri.
La seconda è che io conosco giocatori (in parte lo sono anche io) che passano più tempo a preparare i loro PG che il master a preparare avventure. Dove gioco io a D&D il sabato seguiamo uno stile puramente sandbox: noi facciamo le nostre cose, il DM ci butta contro dei problemi da cui venirne a galla. Il DM dunque non sa cosa aspettarsi, e gli scontri li prepara al volo. Alcuni giocatori, al contrario, ovvero me e qualcun altro, fanno cose come prepararsi le idee per il sabato successivo, costuire l'albero di sviluppo del personaggio, pensare agli sviluppi futuri, o prepararsi musiche da mettere come colonna sonora se la storia prende lo sviluppo sperato. E qui chi è che dovrebbe pagare, allora? :P
Poi vabbè, io sotto questo punto di vista sono dell'idea che uno è comunque libero di chiedere. Se qualcuno lo assolda, tanto meglio per lui: la cosa potrebbe anche funzionare.
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