– Uccidere una persona
Gombrich pestava dove faceva male, risparmiando le energie. Si vedeva che ci sapeva fare.
Ormai non faceva neanche più domande, aveva capito che non ci avrebbe cavato niente. Quello stronzo non cedeva. Ne aveva già visti, erano rari ma ne aveva già visti. Quello era un vero idealista, qualcuno che aveva trovato uno scopo e sarebbe morto pur di non tradirlo. Ora Gombrich picchiava per il gusto di picchiare. Dopo i pugni vennero i calci, e dopo i calci una spranga di ferro.
Un gruppo d'uomini arrivò, parlò con Gombrich e se ne andò. Uno degli uomini accennò un saluto a braccio teso e si fermò imbarazzato, fulminato dagli altri e da Gombrich. Un rantolo giunse da Lucien, come a deridere la scena. Questo gli costò una rinnovata foga nel pestaggio. Le corde si erano slegate da tempo, ma Lucien era talmente malridotto da essere incapace di approfittarne. Aveva smesso di ripetere il suo mantra dopo che gli si era rotta la mascella, ora rantolava e basta.
Quando svenne Gombrich si massaggiò le nocche e sputò sul corpo quasi irriconoscibile. Si appuntò sulla giacca una spilla della BND e caricò Lucien su un'auto anonima.
Guidò nelle strade fredde e bagnate, evitando accuratamente i posti di blocco. Penetrò nella zona sovietica per una strada che sapeva non sorvegliata fino ai palazzoni tutti uguali di Lichtemberg. Qui depositò il suo carico, in un rivolo di pioggia ghiacciata. Lucien respirava ancora debolmente, ma Gombrich sapeva che non sarebbe arrivato all'alba. Ne aveva visti tanti così, e non si sbagliava. Sorrise, consapevole di aver fatto un buon lavoro: "Addio, stronzo. Tutte quella gente ammazzata e alla fine non sei neanche riuscito ad arrivare a me. Stronzo in Francia, stronzo in Germania, non c'è niente da fare". Un ultimo calcio, che non ottenne nessuna reazione. Gombrich storse la bocca scontento e sputò un grumo di catarro sul volto tumefatto di Lucien: "Partigiano del cazzo..."
Salutò col braccio teso verso la notte la sua vendetta personale, poi risalì in macchina e svanì nella notte, lasciando il cadavere a raffreddarsi fra i palazzi grigi e senza anima.
Devo dire che provo una certa emozione ad uccidere Lucien. Almeno gli si è concesso di morire "contento". Non ha tradito i suoi ideali e ha continuato ad opporsi ai suoi vecchi nemici, a quelli che gli avevano ucciso Eveline.
Mi sembrava un requiem appropriato. Non certo positivo (sarebbe contro il regolamento), ma dopo la mia narrazione in Manovra non avrei potuto togliergli quella convinzione. Mi accontento di questo grado di cattiveria, quindi ^^
A questo punto il Vellu ha ancora una narrazione, ma la sua Spia è morta e la sua storia non è ancora conclusa (finirà alla fine della Crisi). Come funziona?
Come prima. Trasforma la narrazione di quello che il personaggio "dice e fa" in quella degli effetti di ciò che ha detto e fatto prima di morire. E' invitato per questo ad usare i personaggi secondari e la sua Tela di Ragno, per gettare maggior luce sulle motivazioni e i risultati ottenuti dal personaggio.
Questo vale per chiunque, se non voleste accanirvi su David avete comunque quest'opzione.