Autore Topic: Live per lucro [era: The Nuked Apple Cart]  (Letto 9701 volte)

Live per lucro [era: The Nuked Apple Cart]
« Risposta #45 il: 2010-01-17 18:02:43 »
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[cite]Autore: Domon[/cite]
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[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite][p]Sulla differenza tra nerd e geek potremmo fare un congresso di dieci giorni, ma credo che si sia capito benissimo quello che intendevo. Nello specifico dei live, spannometricamente considero geek/nerdacchione uno che è disposto a leggersi più di due pagine di regolamento; come diceva Montanelli: girata di pagina, girata di palle.[/p]
[p]skippo il resto, perchè effettivamente sono andato ot perchè restavo collegato a discorsi di altri thread - ma qui dissento fortemente, conosco persone che sono tutto fuorchè nerd in grado di imparar a giocare a un gioco le cui regole stanno su 10-20 pagine e anche più, purchè spiegate giocando.[/p]

Ho scritto una risposta off topic (perché parlo di GdR) che riproporrò nell'altro thread.
Ho appena detto "nello specifico dei live", che è l'argomento di questo thread, tu invece di cosa stai parlando, se non di GdR? Di boardgames, a occhio? Perché quelli sì che si trasmettono per tradizione orale: guarda il regolamento di Agricola, sembra scritto da un mistico ermetico induista del 2500 a.C. (io stesso che compro boardgames da 25 anni non ci ho capito una mazza), eppure in Europa centrale il gioco vende un diluvio di copie, perché tutti lo imparano da chi ci sa già giocare e poi lo vogliono comprare a loro volta. Indubbiamente esiste anche la famigliola del paesino di 12 abitanti in Carinzia che se lo compra lo stesso pur giocando solo al suo interno (meraviglioso fenomeno tipico di quelle contrade e da prendere centomila volte a esempio), ma è composta da nerdacchioni boardgamers (che laggiù sono molto più sdoganati che da noi e di conseguenza molto più diffusi) che evidentemente sono in grado di capire autonomamente il regolamento perché hanno già Puerto Rico e altri giochi simili, e se invece non sono in grado vanno su Google e cercano "Agricola for dummies".

Live per lucro [era: The Nuked Apple Cart]
« Risposta #46 il: 2010-01-17 18:29:38 »
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[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]
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[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite][p]Qui stiamo parlando di live, che puntano al pubblico generalista da decenni con buon successo grazie ai murder party,[/p]
[p]Ne avevo già parlato in un altro post, ma qui fra tutti questi splittamenti di thread non lo trovo più: di che murder party parli?[/p][p]Io quelli che vedo andare per la maggiore (tanto che qua li hanno fatti regolarmente in una discoteca/ristorante locale) sono quelli in cui il pubblico ASSISTE ad una recita fatta da attori su un palcoscenico, mentre il pubblico mangia, e alla fine scrive su un foglio il nome dell'assassino, e chi indovina vince premi
[CUT]
Quindi direi che la prima regola per fare murder party per il grosso pubblico è "falli stupidi sennò non indovina nessuno")[/p][p]Di Murder party in cui il "pubblico" si mette in scena e in gioco, da queste parti non ne ho mai visti. Sono molto più diffusi i circoli e associazioni di gdr.[/p][p]Ma se il pubblico assiste e basta e a recitare sono solo attori, che seguono un copione prefissato, puoi ancora chiamarlo "live"?[/p]

Magari semplicemente non sei informato sulla situazione delle tue parti. Solo a Trieste, a fare murder mystery games a fini di lucro ci sono una compagnia teatrale di attori professionisti (che fa cene con delitto alla Lotronto, come quella che dici tu e come fa la compagnia romagnola Quelli del Delitto) e un circolo culturale (che fa murder party tradizionali alla Chiosso, in cui ogni partecipante interpreta un personaggio della vicenda gialla), e adesso mi sto buttando nella mischia anch'io (chiaramente con cose alla Chiosso, oltre che coi live non-murder). Nessuno di questi fa live come unica attività lavorativa, ma nel mondo ci sono diversi che invece lo fanno, e qualcuno anche in Italia (vedi proprio Chiosso e Lotronto, per dire i due più famosi).
Per rispondere alla tua domanda, secondo me per fare bene una cena con delitto alla Lotronto ci vuole una buona compagnia teatrale con esperienza di improvvisazione e qualche rudimento di teoria dei murder mystery games (per questo non mi ci metto, io non sono un teatrante né ambisco a esserlo), mentre per fare bene un murder party alla Chiosso serve una massiccia preparazione da organizzatore di live, oltre ai soliti rudimenti di cui sopra. Quindi, operativamente (che è l'unico punto di vista da cui ha senso fare queste distinzioni), le cene con delitto sono teatro e i murder party classici sono live.
Sulla semplicità: Chiosso consigliava di fare i murder party abbastanza semplici perché qualcuno indovini, e abbastanza complessi perché non indovinino tutti. Farsi l'occhio su quale sia la difficoltà giusta fa parte del mestiere. Sicuramente i nerdacchioni tendono a sbaragliare la concorrenza perché sono molto più abituati a questo genere di cose (a questo proposito potrei raccontare episodi molto significativi).
Non dubito che dalle tue parti ci siano più circoli di GdR che organizzatori di murder party, ma la domanda da farsi, visto il titolo del thread, è: chi ci guadagna? Dai circoli di GdR ci guadagnano, indirettamente, gli editori (i circoli fanno diffusione e auspicabilmente questo si traduce in acquisti), e dai murder party, direttamente, gli organizzatori. Ora il calcolo da farsi è se la popolazione della tua zona, complessivamente, spende più soldi per comprare GdR o per andare ai murder party, poi calcolare com'era la situazione dieci e vent'anni fa, e poi fare proiezioni tra dieci o vent'anni (che era il discorso di prospettive che facevo io in questo thread).

Ivano P.

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« Risposta #47 il: 2010-01-17 23:45:47 »
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Grifone: "scenario" non è un neologismo, è una parola consolidata da almeno una ventina d'anni in italiano, in inglese, in francese e nelle lingue scandinave (nel giro dei live a scenario ovviamente, perciò è normale che i larper mainstream e i tabletoppari non la conoscano).
Più che altro mille volte hai detto di "essere contrario alle classificazioni", se già conoscevi/usavi questa è un' incoerenza.

Però andiamo più a fondo con quel che si intende "non fare live da nerdacchioni", solo senza regolamenti ampli? no certo.
Tematiche? Escludere ovviamente le ambientazioni complesse da assimilare, ma ad esempio usare ambientazioni in qualche modo fantastiche è sempre da evitare? O Restando sul leggero/facendo riferimento a successi di massa si può?

Poi resto convinto che Nerd vuol dire poco, una ragazza che va in discoteca, legge fantasy e ascolta musica celtica è Nerd? Qualcuno mi disse che chi legge fantasy è automaticamente Nerd.
Poi la maggioranza delle ragazze che giocano hanno un odio abbastanza istintivo per i regolamenti compressi, ma per me sono pur Nerd.

Insomma la provocazione ha funzionato, ok, ma nessuno con un minimimo di senso fa live con target "tutti i nerd dell' universo".
A "tizio che passa" che live posso fare? E  soprattutto come faccio a non farlo scappar via appena gli spiego che deve fare?

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(se qualcuno lo vuole ho anche un report di 4 pagine sull'evento), che continua in una delle linee che sto sviluppando adesso.

Passa pure! O ancora meglio posta in sezione teoria di Arcana Domine!
Abbiamo pure gente della protezione civile, chi sa mai....

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« Risposta #48 il: 2010-02-08 08:45:27 »
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[cite]Autore: Grifone[/cite]
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[p]Grifone: "scenario" non è un neologismo, è una parola consolidata da almeno una ventina d'anni in italiano, in inglese, in francese e nelle lingue scandinave (nel giro dei live a scenario ovviamente, perciò è normale che i larper mainstream e i tabletoppari non la conoscano).[/p]
[p]Più che altro mille volte hai detto di "essere contrario alle classificazioni", se già conoscevi/usavi questa è un' incoerenza.[/p]

A parte che questa non è una classificazione ma una definizione, io sono contrario alle classificazioni che fai tu perché non servono a niente, né a informare i giocatori né a discutere tra organizzatori. Non sono contrario alle classificazioni tout court.

Citazione
[cite]Autore: Grifone[/cite][p]Però andiamo più a fondo con quel che si intende "non fare live da nerdacchioni"[/p]

Al congresso Odraz in Repubblica Ceca (vedi http://www.odraz.org/en/programme per il programma) c'è questa relazione su un progetto finalizzato ad affinare la produzione di live per il grande pubblico:

# How to propagate LARPs? - Project „LARP Meetings”
Lecturer: Kuba “Fingrin” Tabisz
LARPs are not only a way to entertain RPG players. This form of activity has a much, much bigger potential. The main goal for propagators of LARPs, should be showing them to so called „common people”. How to create a scenario for people not interested in playing at all? We present you the one year experiment called „larp meetings” created for specific goal of making LARPs more accesible for everybody.

Suggerisco di andarci e prendere appunti... o in alternativa fatevi raccontare tutto da Tobias Wrigstad all'Internoscon, visto che quest'anno va anche lui all'Odraz.
« Ultima modifica: 2010-02-08 08:51:37 da Andrea Castellani »

Niccolò

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« Risposta #49 il: 2010-02-08 16:11:46 »
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[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]o in alternativa fatevi raccontare tutto da Tobias Wrigstad all'Internoscon, visto che quest'anno va anche lui all'Odraz.


sospetto comunque che non sia proprio interessatissimo ai live di massa... :D

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« Risposta #50 il: 2010-02-08 16:27:05 »
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[cite]Autore: Domon[/cite][p]sospetto comunque che non sia proprio interessatissimo ai live di massa... :D[/p]

Intendi ai live per il grande pubblico? Se dici "live di massa", sembra che parliamo dei Gathering...
Comunque Tobias è più aperto di quanto si creda (e di quanto lui stesso voglia far credere). Non fatevi ingannare dai suoi giudizi trancianti su qualunque cosa non sia jeepform.

Ivano P.

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« Risposta #51 il: 2010-02-08 18:23:53 »
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# How to propagate LARPs? - Project „LARP Meetings”
Lecturer: Kuba “Fingrin” Tabisz
LARPs are not only a way to entertain RPG players. This form of activity has a much, much bigger potential. The main goal for propagators of LARPs, should be showing them to so called „common people”. How to create a scenario for people not interested in playing at all? We present you the one year experiment called „larp meetings” created for specific goal of making LARPs more accesible for everybody.


Comunque non esistono LARP per tutti già ora, resto poco convinto del target "tutti tranne i nerd" e preferirei "target nuovi", che poi è lo stesso ma da meglio l' idea (perdendo colore l' ammetto :-p).

Poi a ben pensarci c'è da risolvere anche un altro problema: come attirare la gente al media sconosciuto.

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« Risposta #52 il: 2010-02-08 19:00:36 »
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[cite]Autore: Grifone[/cite][p]Comunque non esistono LARP per tutti già ora, resto poco convinto del target "tutti tranne i nerd" e preferirei "target nuovi", che poi è lo stesso ma da meglio l' idea (perdendo colore l' ammetto :-p).[/p]

Nessuno ha detto "per tutti tranne i nerdacchioni", ma "per il grande pubblico" (che può comprendere anche i nerdacchioni, perché no?).
"Target nuovi" può anche voler dire altre nicchie, e siamo da capo... Insomma, cerco di semplificare e ti riassumo il succo del mio intervento in questo thread: spesso uno dice "Non faccio live per nerdacchioni, io faccio live per il grande pubblico!" e poi in realtà, se vai a vedere bene, fa semplicemente live per una nicchia diversa (tipo gli artistoidi), oppure per nerdacchioni di un certo tipo (quindi ancora più di nicchia! live di sottonicchia!), oppure per nerdacchioni che però siano anche artistoidi (l'intersezione di una nicchia con un'altra nicchia! live di ipernicchia!!!). Secondo me è ora di guardare in faccia la realtà, farsi un esame di coscienza e ammettere che del grande pubblico, alla grande maggioranza dei larpmakers (tradizionali e non tradizionali), non gliene importa una ceppa (scusate il francesismo).
O, in alternativa, mettersi sotto e fare live che siano DAVVERO per il grande pubblico.
Non esistono ancora? Falso! I live sono NATI per il grande pubblico, coi murder party un secolo fa! E se funzionano coi gialli possono funzionare anche con altri generi (anche se coi gialli, quando vuoi attirare il grande pubblico, vai sul sicuro... basta vedere quali erano i libri di narrativa che vendevano di più prima che arrivasse la rivoluzione Harry Potter).

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[p]Poi a ben pensarci c'è da risolvere anche un altro problema: come attirare la gente al media sconosciuto.[/p]

Risolvibile e in effetti risolto da decenni (anche qui, basta guardare il marketing dei murder party).

Ivano P.

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« Risposta #53 il: 2010-02-08 21:47:30 »
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alla grande maggioranza dei larpmakers (tradizionali e non tradizionali), non gliene importa una ceppa (scusate il francesismo).


Confermo ^_^
Da tempo quando scrivo un live ho ben chiaro il target a cui lo dedico.
E l' ho sempre preso come "valore acquisito".
Ossia non perdo tempo ad accontentare un target diverso da quelli a cui pensavo.

Citazione
Risolvibile e in effetti risolto da decenni (anche qui, basta guardare il marketing dei murder party).


Questo lo trovo un po' semplicistico, nel mondo i murder party non credo siano la forma di LARP più diffusa.

Se prendi come target "La casalinga" avere forme di marketing per smuovere le casalinghe è ben più dura di quelle che uso io andando a colpire dove so ci può essere gente potenzialmente interessata a una data ambientazione.

Probabilmente per aumentare l' interesse sarebbe da fare live adatti a "persone a caso" e brevi che fermi per strada e poi si potrebbe passare ai live a pagamento (stile prova assaggio ^_^).

Rafu

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« Risposta #54 il: 2010-02-08 22:38:29 »
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[cite]Autore: Andrea Castellani[/cite]I live sono NATI per il grande pubblico, coi murder party un secolo fa! E se funzionano coi gialli possono funzionare anche con altri generi (anche se coi gialli, quando vuoi attirare il grande pubblico, vai sul sicuro... basta vedere quali erano i libri di narrativa che vendevano di più prima che arrivasse la rivoluzione Harry Potter).


Ecco, questa te la contesto su tutti i fronti! Gli "amanti del giallo" sono assolutamente una nicchia, secondo qualsiasi pensabile definizione di "nicchia"; solo che sono una nicchia molto numerosa e non particolarmente malvista.

Niccolò

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« Risposta #55 il: 2010-02-09 00:14:44 »
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[cite]Autore: Rafu[/cite]secondo qualsiasi pensabile definizione di "nicchia"; solo che sono una nicchia molto numerosa e non particolarmente malvista.


quindi categorizzare le cose di nicchia come apprezzate da poche pèersone e malviste non è pensabile? :D

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« Risposta #56 il: 2010-04-09 12:14:30 »
Scopro questa discussione e mi domando perchè Andrea non me ne abbia informato.

Nerdeggiamenti apparte, aggiungo il mio piccolo contributo.

In germania esiste il gruppo Lost Ideas che organizza larp di vario genere, di cui il più famoso è lo zombie apocalypse. Da quanto ho capito sono 2 persone che ci campano di tale mestiere.

Altro discorso da enucleare sarebbe quello del lucro, visto che spesso farsi pagare per un'attività che altri considerano un hobby è visto come male. Secondo è errato, passione e lavoro e guadagno possono coesistere. Il male semmai viene dalla scarsa qualità del proprio lavoro, e ancor più dallo spacciare la scarsa qualità per buona, cosa che invece è frequente oggi. Ma farsi pagare per un buon lavoro non vedo perchè dovrebbe essere sbagliato.
Chiaro poi che la dinamica sociale di un larp a pagamento è diversa da quella organizzata da un larp tra amici. Tuttavia questa scissione c'è già nel momento in cui partecipi a larp "no-profit" di grandi associazioni. Il discorso del clima sociale tra amici regge fino a un certo numero (10? 20? 30? 50?), poi cade, e allora tanto vale impostare già da subito un rapporto "fornitore del servizio"-"cliente" piuttosto che illudere il giocatore di essere un "amico" quando invece non lo è.

Siccome ho già parlato altre volte dell'argomento con andrea, so che quando parla di grande pubblico parla di un taget di persone non identificate da un interesse di nicchia, cioè fare un larp non per i pochi interessati appassionati del genere. A trieste ha funzionato, mi ricordo che nel 2008 (correggimi se sbaglio) uno scenario giallo è stato giocato 2 volte perchè alla prima non c'erano abbastanza posti disponibili, e considerando che erano sulla ventina vuol dire che in totale il larp ha fatto sui 40 giocatori, e sono sicuro che non tutti questi erano appassionati vuoi di gdr, vuoi di larp, vuoi di gialli.

Mattia Bulgarelli

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« Risposta #57 il: 2010-04-09 13:28:17 »
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[cite]Autore: robur[/cite]Il male semmai viene dalla scarsa qualità del proprio lavoro, e ancor più dallo spacciare la scarsa qualità per buona, cosa che invece è frequente oggi. Ma farsi pagare per un buon lavoro non vedo perchè dovrebbe essere sbagliato.

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