'Il mio nome è in cima alla lista, bella novità' pensò amareggiato Adrian, e tuttavia, quando lo vide scritto a chiare lettere insieme a quelli dei suoi ex colleghi un lungo brivido gli percorse la schiena. Era vero, nessuno meglio di lui conosceva come erano andate le cose, perchè nessuno meglio di lui, quel giorno, avrebbe potuto compiere quel rituale. Era un maledetto, dannato esperto, ecco la verità, e aveva sempre avuto una confidenza col soprannaturale che un tempo aveva considerato un vanto, ed ora...
Ma tutto questo, loro non dovevano saperlo.
Niente di ciò che era successo lì, niente dei loro esperimenti da folli, doveva finire nelle mani di un'altra potenza politica che avrebbe potuto farne quel che voleva. Anzi - in quel momento gli fu chiaro come nient'altro al mondo - era suo dovere cercare di impedire che politica ed occulto potessero ancora una volta combinarsi insieme.
Se gli fosse stato concesso di rimanere vivo, questo era ciò che avrebbe fatto: fare sparire tutto ciò che poteva.
Guardò negli occhi il comandante, con sicurezza, e parlò rivolgendosi a lui, benché l'uomo non comprendesse il tedesco.
"E' vero, sono in cima a quella lista" disse "E non c'è nulla di strano, dato che sono stato io lo studioso che ha ritrovato e interpretato il testo dove abbiamo trovato quel rituale. Questo è anche il motivo per il quale mi trovavo qui"
'Devo raccontargli qualcosa' disse 'ma qualcosa che non sia abbastanza per permettere loro di compiere sciocchezze'
"Il testo era antichissimo, alto medio evo, copiato a mano, in latino, ma pieno di errori e di parti illeggibili, completamente da restaurare. Ne avevo tirato fuori qualcosa di interessante, comunque. Si trattava di un antico rituale che parlava della possibilità di portare in vita un essere dotato di più vite...in sostanza, una creatura che, prima di morire, deve essere uccisa più volte. L'utilità bellica dell'esperimento era notevole, come potrete immaginare. Inutile che vi dica che non sono cose che si fanno gratuitamente"
fece una pausa, e socchiuse gli occhi.
Poi li riaprì e guardò di nuovo il comandante.
"Non posso dirvi altro su come l'esperimento è andato. Ho avuto paura, sono svenuto. Quando mi sono ripreso ho detto che me ne chiamavo fuori. Ma ovviamente questa non è una cosa che si può fare senza conseguenze. Mi hanno sbattuto in carcere, ci sono stato otto mesi...ed è lì che mi avete trovato, infatti. Non sono più tornato qui e non so che fine abbiano fatto i miei colleghi e il mio materiale. Forse sono morti sotto i bombardamenti. O, più probabilmente, sono scappati chissà dove a tenere protetti i loro segreti. E questo è tutto"
Ci fu un lungo silenzio, poi il militare tradusse in russo.
Il comandante lo fissò negli occhi come se volesse leggere nella sua mente, carpire qualcosa che lui non aveva detto.
Adrian sostenne il suo sguardo.
L'uomo lo lasciò andare e disse qualcosa di incomprenisibile al commilitone.
Quest'ultimo si rivolse a lui.
"Seguici" disse semplicemente.
OT/ dovevo raccontare anche la reazione dei PNG giusto?
Nuovo tratto positivo: "Ho la fiducia dei miei superiori"