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[NCaS] - PbF - Topic di Gioco
Emanuele Borio:
@Talos
Il corpo di tuo figlio sembra non rispondere a nessuno stimolo esterno, completamente esanime. In compenso, dall'ombra più scura del vicolo, ti sembra di intravedere delle strane figure, incappucciate e ingobbite, che si avvicinano. Fanno strani rumori metallici e schioccanti, e strisciano verso di voi con fare famelico. Si bloccano però a tre metri da te e rendono il loro incedere devastantemente lento.
@Voi
Erika, impaurita sempre di più, tocca Holliver con la mano destra, dritto in faccia, e Holliver viene assalito da un'altra visione sul suo passato. Un bianco lattiginoso, una sala d'aspetto, un cartello "Clinica Neurotraumatologica", un tavolino con un pò di riviste. Erika era seduta nella sala d'aspetto, guardandosi timidamente intorno, notando tutti quei pazienti bendati e feriti, che erravano senza coscienza nell'atrio. A un certo punto lei si alza e, muovendosi silenziosamente, va a spiare da una serratura. Dall'altra parte della porta una donna che le assomiglia terribilmente, quasi in lacrime. Di fronte a lei un dottore con lo sguardo triste, in camice bianco, le sta dicendo:. La donna con lo sguardo paralizzato dal terrore si rivolge al medico:. Il dottore le risponde, con voce rotta:. La visione si chiude con la donna che si getta urlante tra le braccia del dottore, e Holliver viene ripiombato nella lurida e buia discarica, Erika piangente davanti a lui.
Ivan Repetto:
John Dillingher
Distrutto completamente per quello che sta succedendo, piango disperato tenendo in braccio il corpo di Paul, mentre in me c'è ancora il rifiuto per quello che ho visto e la rabbia per non aver fatto ancora niente, noto le figure incappucciate
"EHI VOI" Urlo addosso a loro dalla disperazione "CHI SIETE? CHI SIETE? AIUTATEMI...AIUTATEMI...E' MIO FIGLIO...IO DEVO....DEVO SALVARLO...DEVO....FATE QUALCOSA.."
Glenda:
Holliver la guardò. Non rimase turbato. Rimase calmo, rassicurante. Le appoggiò una mano sulla testa.
"Ricorderò io per te, finché siamo qui" disse "Lo faccio tante volte, in tanti modi, e per tanta gente" sorrise "Tu non ricordi la tua vita recente, ed io non ne ho più una. Entrambi bloccati nel passato. Siamo un'ottima coppia. Usciremo vivi di qui tutti e due"
Pensò che aveva voglia di abbracciarla, e questa era una buona cosa. Una cosa "sana", avrebbero detto i medici della clinica.
Ma non riuscì a fare nessun gesto, tranne tenere quella mano ferma sulla sua testa.
P.Jeffries:
Io vedo che parlano... il problema è fin troppo grande, non so minimamente cosa farci. Mi allontano in silenzio..
Glenda:
OT/ ovviamente vorrei fermarti, ma aspetto che Erika reagisca
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