@Talos
Il corpo di tuo figlio sembra non rispondere a nessuno stimolo esterno, completamente esanime. In compenso, dall'ombra più scura del vicolo, ti sembra di intravedere delle strane figure, incappucciate e ingobbite, che si avvicinano. Fanno strani rumori metallici e schioccanti, e strisciano verso di voi con fare famelico. Si bloccano però a tre metri da te e rendono il loro incedere devastantemente lento.
@Voi
Erika, impaurita sempre di più, tocca Holliver con la mano destra, dritto in faccia, e Holliver viene assalito da un'altra visione sul suo passato. Un bianco lattiginoso, una sala d'aspetto, un cartello "Clinica Neurotraumatologica", un tavolino con un pò di riviste. Erika era seduta nella sala d'aspetto, guardandosi timidamente intorno, notando tutti quei pazienti bendati e feriti, che erravano senza coscienza nell'atrio. A un certo punto lei si alza e, muovendosi silenziosamente, va a spiare da una serratura. Dall'altra parte della porta una donna che le assomiglia terribilmente, quasi in lacrime. Di fronte a lei un dottore con lo sguardo triste, in camice bianco, le sta dicendo:<>. La donna con lo sguardo paralizzato dal terrore si rivolge al medico:<>. Il dottore le risponde, con voce rotta:<>. La visione si chiude con la donna che si getta urlante tra le braccia del dottore, e Holliver viene ripiombato nella lurida e buia discarica, Erika piangente davanti a lui.