Esatto Leonardo.
Le emozioni sono qualcosa che gli esseri umani hanno, indipendentemente da tutto.
Sono lì e viaggiano, anche non facendo niente.
L'arte si riconosce proprio nel momento in cui esiste un rapporto triplice tra autore-opera-fruitore e si esperisce quel doppio atto creativo di cui parlavo prima.
Un autore che scrive/disegna/compone/scolpisce per se stesso non fa arte (*).
Un fruitore che "scova" messaggi nelle nuvole non fa arte.
Nemmeno un fruitore che scova messaggi in una pagina di codice C++ fa arte.
Ci deve quindi essere:
1. Intenzione artistica dell'autore
2. Produzione artistica attraverso un mezzo
3. Fruizione artistica di uno spettatore
Tutte e tre, di norma anche in questo ordine. "Di norma" perché non esiste un dogma in merito, ma così a memoria non mi viene in mente nulla che abbia seguito un processo differente.
(*) esiste, ovviamente, il concetto estremo secondo il quale l'autore sia il primo fruitore dell'opera stessa, ma qui si amplia il discorso in modo eccessivo perché si inizia a parlare dell'opera nel suo divenire. Paradossalmente però, il punto di contatto con i GdR è proprio questo, se si assume come "autore" e "fruitore" la stessa entità sociale "gruppo di gioco".
Queste sono idee e analisi mie, ad ogni modo; non c'è una letteratura al riguardo, ovviamente... (ancora...
).