Tranquillo Iacopo, che non mi incazzo di certo ;-)
Purtroppo faccio un po' fatica a seguirti, mi mancano le basi di sociologia necessario T_T
Parto però dalla mia realtà, da quello che mi circonda. Quando la comunità locale di giocatori è stata penetrata dai giochi "nuovi" si sono fondamentalmente evidenziati tre atteggiamenti.
- Quelli che hanno abbracciato la rivoluzione forgita, come il sottoscritto, e tendono a non giocare più giochi da scaffale, o a farlo "cum grano salis", per ragioni di gruppo, abitudine o semplice curiosità, ma essendo acutamente consapevoli dei limiti
- Quelli che non glie ne potrebbe fregare di meno, giocano quello che si trovano davanti e non si fanno problemi. Sono un po' di più del primo gruppo e tendono a "scivolarvi", lentamente, dato anche che il "mercato" sta venendo semplicemente invaso: i più attivi a proporre e giocare sono i giocatori indie. Ho poco da ridire su questo atteggiamento. Non è il mio ma posso capirlo.
- Un ristretto gruppo di persone che rifiuta per partito preso qualunque cambiamento, qualunque novità. E non parlo solo di giochi coerenti, ma anche di D&D 4a o il nuovo Warhammer.
Io nei miei piccoli rant mi riferisco esplicitamente a quelli. Non so se continuo a fare dei salti logici errati, onestamente, e vorrei che mi correggessi se fosse così, ma quello che vedo sono delle persone che, per anni, hanno avuto un loro ruolo sociale ben definito, quello del "Bravo Giocatore/Master". Ottenevano riconoscimento e funzione in base al loro padroneggiare le tecniche di specifici giochi, o meglio, nel padroneggiare il Sistema 0. Ne facevo parte anch'io, e nel macro-gruppo di giocatori di cui arrivo ad avere notizie dirette (saranno 150/200 tra Reggio, Parma e Modena) si sono evoluti nel contesto dei giochi WW, live e tabletop e, in parte, con D&D 3.X.
Quando per la prima volta i giochi indie sono "penetrati" ci sono state le solite discussioni, confronti e balle varie. Alla fine, dopo qualcosa come due anni di discussioni, risulta ai miei occhi evidente come il nocciolo della questione sia che questo genere di persone hanno proprio paura del nuovo, perché le abilità tanto consolidate che li rendevano alfa prima ora valgono meno di niente, e bisognerebbe ricominciare da capo, ridefinirsi come semplici "giocatori" in un ambiente in cui il ruolo di leader non è più così semplice da ottenere. Ho avuto la definitiva conferma di questa mia visione con l'uscita di D&D e le preview di WHFR. Sono giochi "classici" con pesanti twist, che richiedono un certo riallineamento delle proprie abilità, minimo, che però è stato rifiutato in partenza.
A tutt'oggi questi individui sono gli unici a cui ho visto rifiutare completamente i giochi forgiti, sono gli unici di cui si potrebbe voler dire "Gli piace solo il modo di giocare Parpuzio", e sono i casi umani a cui mi riferisco, casi di incapacità totale di rimettersi in discussione.