non è solo pura resistenza al cambiamento,
i motivi sono tanti, più o meno comprensibili, e spesso si sommano:
1) l'obiettivo di fondo di un appassionato potrebbe non essere quello di provare tanti giochi per allargare la sua conoscenza ed esperienza di diversi GdR. o meglio la figura del cosiddetto "appassionato di GdR" potrebbere non essere univoca.
2) a volte c'è una non comprensione (spesso pregiudiziale) di cosa viene proposto e di dove stia la differenza, spesso questi giochi vengono confusi per qualcos'altro. In un paio di casi io stesso (ma vi rendete conto?) mi sono trovato nella situazione di dover correggere altri appassionati di tradizionale che pensavano che questi giochi nuovi fossero tutti una specie di sperimentazione narrativa senza regole.
3) c'è sicuramente per molti la paura di dover, cambiando completamente sistema, penare per riottenere un equilibrio faticosamente raggiunto dopo tanto tempo.
4) ci potrebbe essere una poca disponibilità di tempo per provare e sperimentare cose nuove e potenzialmente fallimentari.
5) e soprattutto: molti dei titoli che spesso vengono proposti...sono...mmm...giochi un po' particolari. Spesso, secondo me, una mera questione di "gusti" va a rovinare quello che potrebbe invece essere un buon approccio ad un altro nuovo sistema di gestione dei poteri e delle dinamiche del gioco. Un giocatore di D&D, per esempio, potrebbe essere interessato ad un nuovo sistema che renda il gioco più funzionante...ma se, per provare questa cosa, gli viene proposto: "il gioco dei servi che devono liberarsi dalla schiavitù morale del padrone" "il gioco dei registi che creano la serie tv" "il gioco della vittima del vampiro" "il gioco degli psicopatici alle prese coi loro incubi" "il gioco dei mormoni del far west"...bhè magari si spaventa e pensa: ma che razza di giochi sono!?!? e si rifiuta di provarli ancora prima di capire come funzionano.