Autore Topic: Solipsist - Gioco  (Letto 53104 volte)

Fabio Succi Cimentini

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Solipsist - Gioco
« Risposta #45 il: 2009-12-24 14:51:39 »
Prima di tutto concludiamo.

E allora, proprio nel momento in cui lui potrebbe sentire il suono del cuore di Diana che si infrange, un'altra voce interrompe quel rumore.

"Noi non possiamo accettare." E' un ragazzo nella coppia vincitrice - due gemelli, visi puliti e lentiggini, capelli bene tagliati - e l'altro annuisce davanti al presidente della giuria, prendendo poi la parola.
"Siamo onorati del riconoscimento... ma pensiamo che ci sia chi lo merita più di noi: è che... anche noi siamo rimasti commossi dalla performance dei nostri colleghi." Si volta verso loro due con un sorriso pacato, e Celeste quasi riconosce la stessa espressione di se stesso - l'angelo che li guida. "Quindi ci dispiace, ma non vogliamo la responsabilità di togliere a loro il premio che meritano."
Il mormorio nella folla si alza, ma alle orecchie di Celeste non è tanto forte quando il verso a mezza voce di Diana - un singulto trattenuto? Una vocale strozzata dall'incredulità? - la sorpresa di una speranza che ritorna.
"Neanche noi accetteremmo se avessimo vinto", è il commento ad alta voce di un'altra concorrente. E così dicono gli altri loro rivali, finchè il mormorio del pubblico non si alza e praticamente tutti si trovano ad applaudire e ad acclamare Diana e Celeste a gran voce.

E' quello il momento in cui lei fissa il compagno con occhi sgranati e increduli in cerca di una risposta, e al contempo il presidente della giuria fa lo stesso volgendosi verso i colleghi: questa volta annuiscono all'unisono, senza doversi ritirare, ed egli si gira verso i due ragazzi con un sorriso.
"Pare che anche una giuria tecnica e rigorosa debba ogni tanto considerare l'esistenza di eventi straordinari. Avanti, un passo avanti verso la giuria per favore."
Lei ha gli occhi gonfi e la voce rotta, lui la tiene per mano e trattenendo il tremore la guida piano verso il loro premio. E' successo, finalmente.

"E'... un miracolo", dice Diana con un filo di voce. E' aggrappata a Celeste e gli appoggia il capo su una spalla, mentre lui le passa piano una mano fra i capelli. Con dolcezza. E' presa da un vortice di emozioni, sorpresa e felicità, commozione, e lui stesso si sente finalmente liberato di un peso e di una forte tensione.
Respira a piena voce, mentre pensa che hanno vinto entrambi: Diana ha il suo sogno, lui i soldi e la sicurezza per  la famiglia e per don Gabriele e il suo piccolo mondo. E ha lei.
"Abbiamo tutti bisogno di un angelo accanto almeno una volta nella nostra vita, le sussurra mentre la culla piano. "Ma noi lo avremo sempre."


A breve il Grounding, che probabilmente riguarderà il padre - giusto per non essere monotematico su Dianuccia. Sulla scena da aprire debbo pensare.
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Emanuele Borio

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« Risposta #46 il: 2009-12-25 01:55:01 »
Ragazzi scusate se intrometto un mio post in questo vostro personalissimo Thread ma è proprio necessario.
Siete dei grandi! Penso che questo sia il miglior PbF che ho letto fin'ora su questo Forum, davvero, mi sono commosso leggendo le vostre narrazioni, così complete, romantiche, poetiche, perfette. Complimenti davvero, siete stati bravissimi, e anche il gioco, che purtroppo non conosco, deve essere meraviglioso, una Fanmail Angelica Solipsista a tutti e due, dovrebbero prendere i vostri post, incorniciarli, Styckarli, e metterci le lucine di natale.
Io da povero spettatore, volevo solo farvi sapere quanto ho apprezzato la vostra opera.

(scompaio nell'ombra da cui sono uscito e scusate per l'intromissione indebita).
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Marco Costantini

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« Risposta #47 il: 2009-12-25 15:48:07 »
Oddio Emanuele...arrossisco.
Non sarà che a Natale siamo tutti più buoni? :)

Comunque sono contento che la cosa ti stia piacendo. Sono contento anche io.
Il gioco è bello e molto semplice e andrebbe davvero messo alla prova.

Sono ancora sdubbiato dalle regole precise sull'Ombra e anzi, colgo l'occasione: Fabio, ma tu le hai capite? Eventualmente dammi ripetizioni :)
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

Emanuele Borio

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« Risposta #48 il: 2009-12-25 15:50:42 »
Sìsì, infatti l'ho comprato online tipo 8 secondi dopo che ho postato ^^.
Sono contento di avervi fatto piacere, perchè siete davvero bravi. Continuate così!
E buon natale!
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Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #49 il: 2009-12-25 17:49:34 »
Mamma mia, arrossisco anch'io per il complimento di Emanuele: ugualmente questa giocata mi sta piacendo motlo, e a volte mettendo in crisi. E sono contento che sia stata letta, come mi sento un pigrone a non leggere altr Pbf che vorrei.

Marco, io temo di averci capito poco quanto sull'Ombra - ulteriormente perchè non mi sono mai soffermato tanto a leggere quelle parti. Devo rimediare.
Intanto Buon Natale, mentre cerco di scrivere il Grounding !
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Marco Costantini

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« Risposta #50 il: 2009-12-25 21:24:43 »
E' che non mi pare sia scritta un granchè chiaramente. Passato domani (che lavorerò come un porcellino da ingrasso :( ) mi rimetto (per l'ennesima volta) a leggerla.

Ah! E Buon Natale!!! :)
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #51 il: 2009-12-26 13:26:08 »
Grounding

La stessa sera - dopo che l'ha salutata, dopo che si sono abbracciati un'ultima volta - Celeste ritorna alla porta di casa. Col suono del motorino di Diana che svanisce, l'odore di polvere nella strada che sembra scuoterlo da una sorta di sogno, spinge la maniglia - ecco il solito cigolio – ed ed entra. C'è la puzza di birra e Sergio è sulla poltrona con gli occhi semichiusi e un braccio penzolante dallo schienale. A sentire il cigolio volta la testa di due centimetri o poco più, null'altro.

“Hai dormito un po'?”, esordisce il figlio piano. Gli sorride debolmente, non tanto per il timore – c'è un altro momento migliore per sentirsi sicuro al di fuori di questa sera? - quanto per la stanchezza. Chiude piano la porta dietro le spalle per poi riavvicinarsi alla poltrona.
“Hai idea di che ore siano..?”, biascica Sergio cercando solo dopo qualche secondo di assumere una posa dritta da seduto. Un altro minuto in cui il figlio posa le sue cose a terra, all'uscio della sua camera, e si siede davanti a lui con qualcosa tra le mani, e lui fa per alzarsi in piedi. “Diamine, se mi lasciassi dormire senza doverti...”
“Dammi attenzione un momento, papà.” Celeste spiega quello che ha fra le mani: un assegno. L'uomo, con la testa che gira ancora per l'ultima combinazione tra birra e posa stravaccata, sbatte gli occhi per concentrarsi sulle cifre.
Celeste si trova davanti uno sguardo incredulo, quasi quanto quello di Diana.

“Dimmi quanto ci serve per pagare quegli uomini.” Ha un tono quasi paterno, il figlio: come l'affetto che avrebbe dovuto dargli, ma nonostante l'assenza di questo non s'è inaridito. “E un'altra cifra per mantenerci abbastanza da non dovere indebitarci mai più. Prendi quanto credi che servirà, immagino che il resto sarà ancora tanto per l'oratorio.” Sorride davanti alla sua espressione ancora inebetita, lasciando che Sergio prenda il tempo che gli serve per allungare mani tremolanti verso l'assegno e fissarlo ancora sbigottito.
“Stasera... tu...”
“Sì, era stasera che puntavano i miei allenamenti inutili.” Più che sottile ironia è sempre un che di dolce, anche se Celeste si sente stanco; vorrebbe almeno un piccolo gesto d'affetto dal padre, come dovrebbe essere nella norma, anche se sa che è troppo aspettarselo, perchè in fondo lui non è normale.
Ma perchè non pretendere qualcosa, ora che tutto il peso – Diana, Sergio, l'oratorio, il suo ego – si fa sentire e gli occhi si abbassano e pretendono il sonno?
Alzandosi, il ragazzo mette piano una mano su una spalla del padre. “La prossima volta vieni a vedermi, per favore. Mi farebbe piacere, nonostante tutto il muro fra noi.”

E caracolla verso la camera, giusto in tempo per sentire Sergio borbottare qualcosa con quella voce ormai accartocciata dall'alcool.
“Grazie”, gli sembra di sentire; e magari è davvero così.


Effetto: cancellare uno strappo

E fra poco la Parte 3 :D
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Marco Costantini

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« Risposta #52 il: 2009-12-27 01:56:47 »
Perfetto, bello, mi piace :)

Una considerazione: l'assegno non è una cifra astronomica. In fondo si tratta di un concorso per ragazzi che cantano "classica". Diciamo che sicuramente bastano per tenere buoni quei loschi individui e avanza qualche migliaio di euro (a sentimento mi viene da dire intorno ai cinquemila) da mettere in banca. Ma nulla che vi permetta di vivere da nababbi e fare una generosa donazione all'Oratorio.
A meno che la realtà non venga cambiata ;)

Edit: ricordati di aggiornare la scheda togliendo lo Strappo.
« Ultima modifica: 2009-12-27 01:58:03 da Marco Costantini »
Escalo a Fisico: ti abbraccio.

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #53 il: 2009-12-28 19:24:59 »
Pardon; per una serie di cose non ho ancora scritto l'inizio scena; dovrei riuscire a farlo entro domani pomeriggio.
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Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #54 il: 2009-12-28 23:56:13 »
Villa Krall - sicuramente non ha questo nome, deve essere qualche famiglia di suono secentesco o ancora prima - è ancora più maestosa e tranquilla quando non c'è la figlia di casa. Celeste ha scelto apposta il momento in cui sa che lei ha altre prove, perchè non è lei che cerca ora.
Il capo domestico, che ha già incontrato, lo ha fatto fermare nel giardino accanto alla fontana forse neoclassica. Sfiora il marmo con due dita prima di sentire passi e voltarsi.

"Signor Krall."
Albert K. in persona, in maniche di camicia che nonostante tutto porta con assoluta eleganza, lo raggiunge a passi ampi. E' più imponente di quanto Celeste non pensasse, e anche la sua stretta di mano è salda come quel marmo tanto vicino.
"Sei peculiare, ragazzo. Neanche il tempo di godervi la vittoria, tu e mia figlia, e già vuoi vedermi tutto in privato come un agente segreto." Il tono allegro gli sembra nascondere un che di imperioso; è un uomo che arriva al punto. E protettivo. "Devi parlarmi di lei?"
Ma lui non sposta gli occhi; si limita a scuotere la testa.
"No, signore, Diana non c'entra." Tiene le mani vicino alle tasche. "Voglio capire invece lei stesso. Ha messo gli occhi sul mio quartiere, e vorrei capire i suoi progetti."


Ho seguito alla lettera la tua raccomandazione di essere aggressivo :°D E diciamo che Celeste non pecca di sottigliezza in questi momenti.
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Marco Costantini

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« Risposta #55 il: 2009-12-30 16:24:38 »
"Gradisci da bere?" domanda Albert Krall mentre si versa appena due dita di scotch in un basso bicchierino.
Non aspetta nemmeno la risposta, ma si siede su una grande poltrona rivolta verso un finestrone che da su uno stupendo cortile sul mare.
Sorride dopo il primo sorso "Sì, forse è un po' presto per bere, ma non riesco a concentrarmi senza".
Sei stato fatto accomodare in quello che tu definiresti un salone, ma che il signor Krall ha chiamato "il suo studio" ed ora sei anche tu seduto su una comoda poltrona, del tutto identica a quella del padrone di casa, posta più o meno di fronte a lui.
"E' bello vedere che nonostante la tua giovanissima età, ti interessi della vita cittadina. E' una cosa che mi ha colpito fin dalla prima volta che Diana mi ha parlato di te" sorride, ma capisci che ti tiene d'occhio: ha nominato Diana per osservare una tua reazione.
"I miei progetti sono molto semplici, Celeste, e sono gli stessi che ho già esposto al sindaco e che ho cercato di comunicare in molte manifestazioni. Viviamo in un posto stupendo, ma molto degradato. Tu vivi in quel quartiere, sai quanta miseria e quante difficoltà la gente debba sopportare per tirare avanti. Quello che voglio fare è ricostruire, abbellire, creare movimento, lavoro...insomma, trasformare il tuo quartiere in una bella zona della nostra città, prima che diventi una squallida periferia".
Fa una lunga pausa, prendendo ancora un sorso di scotch, poi prosegue: "Se sei venuto a chiedermi se questo mio gesto sia disinteressato la mia risposta è: no, non del tutto almeno. Io sono un imprenditore, Celeste, e spero che questo progetto mi arricchisca".
Sorride bonariamente: "Ma trovo piuttosto sciocco chi crede che una cosa escluda l'altra e cioè che l'aumentare del benessere di un'unica persona non posso coincidere con l'aumentare del benessere per una comunità".

Parla lentamente Albert Krall, come se valutasse attentamente le parole che sta per dire. E non ti risparmia concetti alti o difficili, che includono filosofi, sociologi e molti eventi storici (sembra avere una vera passione per la storia), nonostante in fondo tu sia solo un ragazzino.
Ed è chiaro che parlare gli piaccia molto.
Continua infatti così, finchè tu non lo interrompi...


Vai così, mi piaci aggressivo!
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Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #56 il: 2010-01-03 13:22:54 »
"Un buon progetto, signore." A Celeste importa poco perchè Albert lo faccia; altruismo o arricchimento, l'importante è che questa idea non vada a stridere con il suo mondo. Ed è questo che vuole capire. "Ma mi faccia capire questo: questo lavoro... è per la gente che già abita nei quartieri? La storia, se vogliamo continuare a parlarne, insegna che spesso i popoli ne soppiantano altri sul loro stesso terreno, ma spero che non sia questo caso." Non glielo permetterei, pensa, ma chi è ai suoi occhi per fare questi proclami?

"Sa, le persone del quartiere - i miei amici - sono ancora impauriti. Ma mi assicuri che non saranno messi in mezzo alla strada, nessuno di loro, e li aiuterò ad acclamarla a gran voce."


Scusa il ritardo e il fatto che da domani al 6 non sarò reperibile, 'sto periodo di Capodanno è un po' una devastazione. E vai che arrivamo a nuove escalation :°D
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Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #57 il: 2010-01-07 20:37:07 »
Io sono tornato e disponibile. Ma se è un altro periodo incasinato per te si aspetta sempre tranquillamente.
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« Risposta #58 il: 2010-01-08 17:16:47 »
Albert sorride, ma i suoi occhi sono estremamente seri. Li socchiude e per un istante temi di esserti spinto un pochino troppo in là.
"Buttarli in mezzo ad una strada?"
Poggia i gomiti sulle ginocchia e la testa sui palmi delle mani.
"Come potrei fare una cosa simile? Credi che vada in giro a minacciare la gente con scagnozzi al seguito?". Per qualche motivo, in questa posizione sembra estremamente pericoloso, come un serpente pronto a scattare. Poi, improvvisamente, torna a sorridere e a poggiare la schiena alla poltrona.
"So che hai assistito all'abbattimento di un immobile e so che chi abitava lì era legato a te" socchiude ancora gli occhi; sta valutando le tue reazioni.
"Ma io ho pagato quelle persone. Non ho costretto nessuno ad accettare nulla. Ho fatto una proposta e la proposta è stata accettata. E succedo così con molti altri. Vuoi dirmi che mi approfitto del fatto che quella gente abbia bisogno di soldi? Sì, probabilmente la cosa mi favorisce. Ma io non rubo e non minaccio nessuno, Celeste. E quelle stesse persone un giorno, quando il progetto sarà completato, con tutta probabilità avranno un lavoro proprio lì. Forse saranno dipendenti o forse, se sono intelligenti, apriranno un'attività".
"Anche tuo padre lavora per me" accenna, facendo un sorriso che solo superficialmente appare amichevole.
Prende un altro sorso di scotch.
"Il che ci porta alla tua proposta: mi ha detto che se non ti avessi assicurato che i tuoi amici non corrono pericoli mi avresti aiutato. La proposta è ancora valida?" dice tornando a sorridere amichevolmente.
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Fabio Succi Cimentini

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Solipsist - Gioco
« Risposta #59 il: 2010-01-08 18:05:55 »
Vado! Scusa se sembrassi pressante :°

E' un patto col demonio? Cosa significherebbe fidarsi?
Celeste sente l'impulso di cambiare le regole del gioco, di imporsi e aprire la mente di Albert; di sondare la sua anima, di capire le vere intenzioni. Se necessario, di annodare la sua voce alla propria.
Ma è il padre di Diana, e forse lei se ne accorgerebbe; e forse è un'altra tentazione troppo grossa per Celeste, quando ancora non ha la convinzione che non sia tutto risolvibile davvero. Con le vere voci delle persone, ascoltandosi.
Allora trae un profondo respiro e annuisce.

"Bene. E' ancora valida. Come ho già detto non voglio certo impedirle di arricchirsi, sto soltanto cercando di proteggere i miei interessi come lei coi suoi. Ma mi fido che possiamo tenerli entrambi." Gli stende piano una mano un po' rigida da stringere. "Allora lei venga nel quartiere, sulla piazza della Cattedrale: niente sale conferenze, niente meeting industriali o cene di gala, appaia davanti a tutta la mia gente e dica queste stesse parole a loro. Metta la sua faccia a rischio, e io metterò la mia."
Mano tesa. Un lieve sorriso. "Se è così sono pronto."


Ok, stavo per dirti "cambiamo pure scena" ma in effetti Al deve ancora specificare i suoi progetti verso Celeste. Ma nel caso fai pure conclusione e nuovo framing.
« Ultima modifica: 2010-01-08 18:06:23 da Tozzie »
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