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Solipsist - Gioco

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Fabio Succi Cimentini:
"Bene." Quando sono andati e la porta rimane lì cigolante, Celeste può permettersi un sospiro di sollievo. Non troppo, perchè si è caricato un'altra responsabilità e a questo punto, davvero, non può proprio fallire.
Così tira fuori qualcosa - il prosciutto rimasto, qualche quadratino già tagliato di emmenthal - e lo pone sul tavolo; sa che il padre non ha ancora mangiato. "Non serve che tu venga." Vederlo tra la folla forse sarebbe peggio, si sentirebbe ancora più giudicato; e lo vede da lontano un miglio che Sergio ha una brutta cera e sarebbe solo uno sforzo ulteriore. "Mangia qualcosa, sonnecchia sul divano. E vedrai che domani sarà meglio."
'Non ti deluderò' non lo può dire.

* * *

Ed eccolo sul palco del Teatro Grande della città, sotto le luci piene, in fila orizzontale col resto dei concorrenti.
Sono tutti vestiti in modo impeccabile, più fronzoli e brillantezza rispetto a lui e il suo abbigliamento bello di seconda mano, e specialmente Diana è bellissima - i capelli acconciati e raccolti, il vestito lungo e scuro più semplice delle altre cantanti la incornicia perfettamente. E il suo sguardo è tesissimo, Celeste può immaginare le sue membra al massimo dello sforzo e agitazione.
Ma almeno una vista è più confortante: don Gabriele - è lui? - verso le ultime file del teatro. Forse qualcuno dei ragazzi dell'oratorio con lui: questo lo fa sentire meno solo.
Con lei si sono parlati pochissimo, come del resto nell'intera settimana: e ha capito - o meglio, pensa di capire - finalmente che non è solo la bella, irraggiungibile ragazza prodigio, lo specchio di se stesso che credeva.. E che è stato punito per il proprio egoismo, quando ora quello che può volere per se sono solo i soldi. Poi ognuno per la propria strada probabilmente, e potrà solo guardarla andare via da lontano senza fare nulla.

Ma ecco che l'applauso davanti a lui interrompe ogni pensiero, e cerca di rilassare le mani sui fianchi.
"Gentili signore e signori..."

Fabio Succi Cimentini:
Lancio un segnale. Ultimamente gli impegni pesano, immagino? :°

Marco Costantini:
Scusa Fabio ma è stata una settimana di Cacca.
Mi rimetto subito a lavoro :)

Fabio Succi Cimentini:
Ma figurati, sono contento che ora tu abbia - spero - ritmi più rilassati. Nessun problema!!

Marco Costantini:
Assistete agitati nel retropalco alle esibizioni degli altri; di tutti gli altri, visto che la vostra esibizione sarà l'ultima.
Diana non ti rivolge la parola. Se ne sta muta per la maggior parte del tempo, fissando il pavimento.
Sai che è una ragazza forte, c'è chi dice che sia una spocchiosa saccente e questo ti fa pensare che probabilmente il suo comportamento non dipende totalmente dalla vostra recente avventura. Capisci però che è tesa e che non scherzava quando diceva che se qualcosa dovesse andare storto non te lo perdonerebbe. Ma non puoi biasimarla per questo: per lei questo non è solo un "gioco" o un qualcosa di semplicemente piacevole o bello. Lei investe nel canto la propria vita.

Una delle maschere vi viene a chiamare: "Dopo tocca a voi" dice indicando il sipario.
Sentite il cerimoniere della serata annunciare i vostri nomi.
Vi alzate.
Diana ti osserva, poi senti la sua mano che stringe la tua.
Quel contatto quasi ti scioglie [NB: qui sto giocando per motivi di PbF il tuo pg. Se Celeste avrebbe fatto altro dillo e cambia], ma poi la sua voce ti inchioda di nuovo: "non fare cazzate" dice. Ma forse per un attimo ti sembra tornata la solita Diana: strafottente e aggressiva direbbe qualcuno; determinata e caparbia direbbero altri.
Finalmente salite sul palco.
Alle vostre spalle l'orchestra, davanti a voi una sala, certamente non molto grande, ma piena: il fatto che sia presente il padre di Diana ha attirato la borghesia cittadina e la stampa.
Il direttore d'orchestra da inizio alla musica, sulla quale dovrete inserirvi contemporaneamente.

Ed è in quel momento che la tua attenzione viene catturata da qualcosa o qualcuno nel pubblico.
E' una donna sulla trentina, di una bellezza altera: nonostante sia seduta fra gli altri sembra piuttosto alta. Ha una pelle davvero chiara, bianca diresti, che però nel buio della sala sembra quasi risplendere. I capelli, scuri e scintillanti anche loro, come se fossero fatti di una qualche pietra lucente, sono raccolti in cima alla testa. Senti i suoi occhi puntati addosso come spilli.

Dapprima è il suo aspetto e la sua insistenza a cogliere la tua attenzione...ma ben presto ti accorgi che c'è dell'altro.
Intorno a lei la realtà sembra piegarsi, oscurarsi, cedere. Lei è un'Ombra.
Ed è nel momento stesso in cui lo realizzi che la vedi sorridere appena.

Intanto l'orchestra suona...e forse tu avresti dovuto contare.

Puoi fare davvero quello che vuoi (sei un Solipsista dopo tutto), ma se non fai nulla sicuramente l'esibizione sarà una ciofeca.

Ho inserito l'Ombra ma sono ancora in dubbio se applicare anche le regole nel dettaglio o lasciare il classico aumento di difficoltà 3/5. Trovo le meccaniche specifiche un po' complesse e forse non è un vero e proprio scontro meccanico con l'Ombra che voglio. Mi serviva solo per rappresentare qualcosa. In più mi pare che da soli affrontare l'Ombra sia particolarmente difficoltoso.

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