Celeste scuote la testa, sapendo che si sta dannando da solo; ma... non può andare oltre, ora che la ama in modo tanto differente da come la desiderava prima. Ora vuole una persona da comprendere e guarire, e che possa fare lo stesso con lui. Anche a costo di farsi odiare di nuovo, per tentare piano di ricucire tutto.
"Io non sono una persona normale, Diana." Resiste alla tentazione di mordersi un labbro. "Sono un angelo o forse un qualcosa di mostruoso, che tu ci riesca a credere o no. E stavo per farti qualcosa di mostruoso, non lo posso negare. Quello che ha fatto tutto il pubblico al concerto, allinearti ai miei desideri." Si allontana di qualche passo - forse è quello che merita, ma in realtà sa solo sperando che sia lei ad avvicinarsi, a perdonarlo di ogni cosa. "E proprio il fatto che tu mi abbia odiato, il tuo terrore... vuol dire che non ho osato infliggerti tutto questo. Che mi sono fermato in tempo."
Perciò ora deve mettere tutto ad una situazione decisiva, per lui stesso. Per lei. "Io ti amo, Diana, ora per davvero. Non solo perchè mi affascini, anche perchè ho visto quando sei fragile o voglio poterti sostenere quando sei incerta. Per questo ho fatto tutto per proteggere i tuoi sogni, per evitare che crollassi. Ti chiedo di fidarti, se decidi di ricambiarmi." Ora muove di uno un passo verso di lei, tendendole una mano. "E... di perdonarmi per l'ultima volta. Altrimenti sparirò, se t'ho ferita troppo. Un battito di ali e sarò via."
Si morde davvero un labbro, ora. La fissa negli occhi, e i suoi quasi la implorano.
Diaaaaaaaaaaaaaaamine. Quasi frustrante scrivere questo, nel senso che è un bel po' di tensione ;_;