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Spione - PbF 2 - Commenti

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Renato Salzano:
Bella discussione. Aggiungo qualche pezzo appunto di "Giocare con passione" non ricopiato letteralmente (per quello aspettate la INC :P) ma che mi hanno molto colpito traducendoli.

Giocare con passione (o unsafe) significa innanzitutto - dimenticati cosa il tuo personaggio "sa fare" ma concentrati su "cosa sta affrontando". E' una differenza che sembra sottile, ma cambia completamente il gioco.

Giocare con passione richiede un patto sociale di ferro: devi avere fiducia nei tuoi compagni di gioco, che sappiano tirarti nel modo giusto e che tu risponderai con passione ma correttezza. Ti metti nelle loro mani e loro nelle tue. Non sempre si ottiene (è DIFFICILE ottenerlo) ma quando accade succede la magia.

Se il personaggio è costruito intorno a "cosa sta affrontando" la difficoltà diventa scegliere una crisi ("cosa sta affrontando") che ci leghi a lui e che riusciamo a comprendere e giocare bene. Il consiglio migliore? Rimani sul personale. Scegli un tema che vuoi giocare. Che senti tuo, o che ti ha portato a scegliere di giocare QUEL gioco. Non altri. (il "stay close to home" citato da Ezio appunto).

Fatto questo, giocare diventa semplice: scegli semplicemente cosa il tuo personaggio è disposto a fare in ogni scena per perseguire i suoi obiettivi. Per superare la sua crisi, che conosci bene anche tu. E quanto è disposto a perdere o cambiare per uscire dalla sua crisi.

Barbara, da quello che ho visto giochi più unsafe di me in media, vedi tu ^^ ... io sono ancora molto chiuso, probabilmente perché non riesco ad aprirmi e "mettermi in gioco" del tutto in maniera semplice.

PS: E in ogni caso, giochi molto più GWEP di me, assolutamente :P

Ezio:
Ecco, Renato si becca una fanmail.
Ha detto in poche semplici parole quello che io mi sono ingarbugliato a dire in tanti post.


--- Citazione ---[cite]Autore: Caretaker[/cite]PS: E in ogni caso, giochi molto più GWEP di me, assolutamente :P
--- Termina citazione ---


Su questo non ci giurerei :-P
Le piacciono le storie drammatiche, ma il GWEP è, essenzialmente, il "pungo nello stomaco" di cui parlavo prima. Gut Wrenching Emo Porn. Pornografia Emotiva Torcibudella.
Ma "GWEP" è un termine gergale locale, che effettivamente non ha ancora una definizione chiara e univoca, quindi potrebbe essere.

Glenda:

--- Citazione ---Non stare a cavillare sul tirare fuori e diventare, però, perché è solo un esempio :-P
--- Termina citazione ---


e invece no: fa una differenza ENORME.
Io sono assolutissimamente convinte del fatto che una persona che "non prova l'emozione dell'aggressività" non sarà mai aggressivo: questo non esclude affatto che in gioco possa sparare a qualcuno perché la situazione lo spinge a farlo: rimarrà comunque un non aggressivo, e questo creerà uno strappo nel suo modo di essere e lo manderà in panico...non si abituerà mai a quel tipo di emozione.
Credimi: fidati di una a cui è stata diagnosticata l'assenza di una delle emozioni fondamentali dell'essere umano...e che - ti giuro - non riesce davvero a provarla nemmeno messa alle strette!


--- Citazione ---Cazzo, si.
È proprio questo quello che voglio, cerco e pretendo. Però in gioco.
--- Termina citazione ---


Ma io in gioco non lo farò MAI, perché io non gioco per questo XD.
 E' l'ultima cosa che mi va di fare in un gioco di ruolo. Non mi vedrai mai portare in gioco emozioni che mi fanno male, o che per me sono un problema. perché questo io non lo faccio nemmeno con gli amici più intimi, figuriamoci in gioco. Lo concedo solo alla mia psicoterapeuta e al mio poeta perferito (che poi è morto e quindi non può rispondere).
Quando parlai di "investimento emotivo" in gioco, io intendevo che a me piace giocare sull'emozione, non sulle mie emozioni.
Infatti sono assolutamente contraria al fatto che un personaggio debba avere qualcosa di te e che si debba giocare vicino. Io amo giocare di ruolo proprio perché è uno di quei pochi spazi che mi permette di andare lontano: immaginare di essere qualcun altro, provare a vedere come sarebbero emozioni che io non ho mai provato...la rabbia, la vendetta...sentimenti che sono lontani da me anni luce, che non sento miei e che non mi piacerebbe nemmeno provare...ma che magari sono interessanti applicati ad un tipo di personaggio che ho pensato, che mi è apparso in un sogno o che la mia mente ha creato mentre viaggiavo in macchina...
A me il gioco di ruolo serve a questo: a giocare al "facciamo che io ero..." come quando ero piccola. Poter fingere di essere un grande esploratore senza paura, o un cattivissimo despota...Mi annoio a giocare "vicino"...un gioco come "Dubbio" non mi affascina...
Per me "investire emotivamente" non significa mettere in gioco parti di te stessa (che magari vuoi pure tenerti per te o analizzare in altra sede): significa giocare con le emozioni, cosa che mi mancherebbe in un gioco puramente di azione o strategia dove esse non vengono considerate. Ma non vuol dire fare psicodramma per forza. CO significa affrontare tematiche che mi coinvolgono, che mi fanno pensare...ma non che mi fanno stare male.
Questo vale anche per il cinema, per me.



--- Citazione ---Se alla domanda "Può una persona mite diventare aggressiva?" tu sai già di rispondere si, e non sei disposta ad analizzare e rimettere in discussione questa risposta, non portarla in un gioco che si basa sull'analisi e la discussione di tale risposta.
Mi sembra solo ovvio, no?
--- Termina citazione ---


ti perderesti quindi tutta la meraviglia di un anime grandioso come Trigun, che parte proprio da questo...
Comunque, io ho giocato anche personaggi completamente in evoluzione, come Philippa in Montsegur che è partita da un "odio mio marito" per finire a amarlo follemente e a scappare con lui...Ma devo dirtelo: mi sono divertita meno perché gestisco meglio e più volentieri i personaggi con caratteristiche forti e abbastanza chiare. E se sono caratterstiche non mie, cazzo, è più figo!


--- Citazione ---Fatto questo, giocare diventa semplice: scegli semplicemente cosa il tuo personaggio è disposto a fare in ogni scena per perseguire i suoi obiettivi. Per superare la sua crisi, che conosci bene anche tu. E quanto è disposto a perdere o cambiare per uscire dalla sua crisi.
--- Termina citazione ---


vedi che però questo presuppone che ci siano anche cose che il personaggio non sia disposto a perdere?

Comunque credo che questa discussione sia molto dispersiva perché in realtà stiamo facendo un minestrone di tre cose ben diverse:
- quanto l'emozione del tuo personaggio deve essere vicina alle tue e starti a cuore?
- Il gioco di ruolo "emotivo" comporta affrontare tematiche che ti fanno stare male?
- può un personaggio escludere in partenza delle direzioni di evoluzione?



PSI Renato... se dovessi "fidarmi" dei compagni di gioco per giocare, visti i miei problemi con la fiducia posso fare i bagagli...

PPSI Ezio...io ho quasi sempre giocato al contrario di quello che dice Renato, ovvero, scegliendo temi che mi "piacevano" ma non necessariamente "mi stavano a cuore e/o mi erano vicini". Devo smettere di giocare? Oppure ho qualche speranza col parpuzio?

Glenda:
Oddio...mi è venuta un'altra cosa da dire: il termine gwep me lo hanno affibbiato, non me lo sono auto-scelto...e non so bene perché dato che io, sì, adoro il dramma ma...SONO PAZZA DEL LIETO FINE! Per me un gran lieto fine è la più alta forma di catarsi...altro che torcibudella!

Ezio:
Barbara, ma hai LETTO gli ultimi post? ç_ç

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