[cite]Autore: Suna[/cite]il passaggio ai giochi coerenti ha incattivito la maggior parte di noi
Il passaggio ai giochi, o altro? Personalmente mi sono trovato in situazioni del tipo io che parlavo bene di, per dire,
Cani nella Vigna per sentirmi rispondere che non è vero he D&D fa schifo (sottolineo che avevo detto altro); oppure, dire che esistono giochi senza Regola Zero (non che sono belli migliori fighi: che esistono) per sentirmi rispondere "Impossibile".
Il passaggio a
Cani nella Vigna non penso incattivisca in sé; atteggiamenti come quelli di cui sopra possono farlo.
[cite]Autore: Suna[/cite]certi post aggressivi che leggo mi sembrano ingiustificati, anche se motivati da quello sciovinismo di cui parlo e che qui dilaga. Lo dimostra l'uso di quella parola che qui va tanto di moda per definire i giochi vecchio stile
Trovo che l'uso di "quella parola" non dimostri nulla, visto che c'è chi la usa semplicemente nella sua accezione iniziale non denigratoria, volta a indicare un oggetto esistente. A volte, l'offesa è in chi legge, non in chi scrive. Per farti un esempio di come qualcosa inteso non offensivo possa sembrare tale (lo dico come esempio, non come critica, sia chiaro): dici che «si arriva a toni offensivi come "la tua nuova visione sa di stantio", cosa che trovo una mancanza di rispetto ad una persona»;
altrove, hai detto "Scusate se non belo assieme alle masse". Personalmente, mi sembra piú offensiva la tua frase, visto che in pratica dà della pecora a chiunque la pensi in modo diverso dal tuo.
Detto questo, come detto ho l'impressione che l'assolutezza delle posizioni sia una cosa che può trasparire, ma che difficilmente in realtà c'è: in questo stesso forum a memoria è stato detto che anche i giochi tradizionali possono essere funzionali, che un gruppo può trovare un equilibrio e giocarli persino in modo coerente; se si sostengono simili cose, l'assolutezza della posizione mi pare cadere.
Per esempio, non mi pare che in questa discussione qualcuno abbia detto che nel gioco tradizionale il
railroading sia un risultato obbligato; è stato detto che lo facilita, che facilmente ci si arriva, che magari chi lo fa nememno se ne accorge (supportata, questa posizione, da esperienze), ma non che esiste un'equivalenza assoluta.