Archivio > General

colloquio con colui che sta sopra Dio

<< < (50/56) > >>

Mauro:

--- Citazione ---[cite]Autore: Lord Zero[/cite]9 anni!?!?!? di D&D??!?!?  Con la stessa identica Campagna .. che non è ancora finita per giunta?!?! E dici che non ci sono problemi disfunzionali?
--- Termina citazione ---

La durata di una campagna di per sé non penso che implichi disfunzionalità.

adam:

--- Citazione ---[cite]Autore: Lord Zero[/cite]9 anni!?!?!? di D&D??!?!?  Con la stessa identica Campagna .. che non è ancora finita per giunta?!?! E dici che non ci sono problemi disfunzionali? O_o
--- Termina citazione ---
i miei giocatori (prima che arrivassi io a rompergli le balle con gli indie) stavano in una campagna decennale di D&D (da livello 10 a ~30), che era sì assolutamente incoerente (ogni giocatore aveva proprio il suo ruolo/divertimento specifico dichiato e differente dagli altri), ma era comunque funzionalissima, non hanno mai avuto problemi effettivi (si, hanno avuto un culo pazzesco; ma vabbè, si conoscevano dalle elementari). Ciò non toglie che ora stiano cominciando ad ammettere che adesso, in questo momento, non giocherebbero a parpuzio con nessun'altro all'infuori di questo gruppo... Ma rimangono comunque funzionali, quando sono loro quattro, proprio perché hanno avuto una fortuna sfacciata. Ovviamente sono d'accordo sul fatto che basare la riuscita del divertimento di un gioco sulla fortuna umana dei giocatori sia pazzesco, dato che io non ho avuto per niente una fortuna come la loro :P

Fabio Succi Cimentini:

--- Citazione ---[cite]Autore: Marco Costantini[/cite]
La mia esperienza è molto semplice:
chiarezza delle regole=educazione
assenza di regole o regole che cambiano senza che i ragazzi ne siano partecipi= diseducazione e casino assoluto[/p]
--- Termina citazione ---


Un altro capo (Branco) a rapporto.
Qui hai totalmente ragione, anche a mia esperienza almeno con i bambini. Ciò non implica comunque che sia un rapporto assolutamente paritario, ma penso che qui non ci siano problemi.
Nell'ambiente educativo, sempre, sono un attimo più indeciso sulla tua frase: "dove il master-educatore, se vuole far emergere un tema deve proporlo lui e sperare che gli altri lo colgano e gli vadano dietro." Credo che le intenzioni e tematiche educative, almeno nel gioco, vengano comunque portate fuori e sviluppate in primis dall'educatore, proprio per il fatto che il gioco è mezzo educativo e non un affrontare esplicitamente e di partenza determinati temi.

Una questione per Vittorio, che spero non sia di lana caprina: credo che si stia un attimo sottovalutando, nell'esempio di Rafman, che si tratta comunque di padre, madre e figli, quindi una situazione "più semplice" di partenza nell'intendersi tra le persone che giocano. E' anche vero che spesso il bambino è più aperto dell'adulto nel rapportarsi con gli altri (forse il caso più complesso nell'apertura/chiusura, a livelli di età, sarebbe la prima adolescenza) ma credo che in quel caso le dinamiche della famiglia abbiano contato non poco nel coinvolgimento dei bambini. Mi piacerebbe sentire l'esperienza di Federico (Toy203) a riguardo, anche se immagino pure la bambina coinvolta fosse in un contesto familiare (o mi smentirà?)
Poi beh,  io personalmente di esperienza ruolistica con bambini posso contare solo un breve Larp organizzato da me e Simone per gli 11/12 enni del mio Branco, quindi almeno sull'argomento son poco ferrato. Però la questione di ruolo + educazione interessa parecchio pure a me.

P.S. Mi riconosco abbastanza in quanto detto anche da Adam, sono uno dei giocatori del campagnone di nove anni e ormai molto convinto di essere stato fortunato. Ci sono stati errori, situazioni che ho potuto interpretare meglio alla luce di svariati argomenti letti qui, poco di tragico o esplosivo ma varie cose che col senno di poi potevano essere migliorati, a mia idea, specie attraverso una maggiore consapevolezza di noi giocatori (ma col senno di poi si va ovunque, ciononostante rileggendo queste esperienza ne ho tratto delle 'lezioni' da mettere in pratica).
Qui, più che per spirito polemico o apologetico, scrivo e faccio domanda per avere chiarezza a diversi dubbi - nella prospettiva di chiarirli pure (e soprattutto) con l'esperienza pratica.

Simone Redaelli:

--- Citazione ---Simone, spero converrai che in queste discussioni si dia -forse erroneamente, non lo nego- per scontato che si stia parlando di giocare con gli amici e non di gdr giocati per motivi altri rispetto al puro divertimento (cioè l'educare).
--- Termina citazione ---

volevo solo dire che uno strumento prima di essere demonizzato in modo così aspro dovrebbe essere considerato uin un campo d'utilizzo un po' più ampio. E' giustissimo che, essendo un gioco, sia immaginato principalmente come strumento per divertirsi fra pari...ma non sempre è così. E questa non vuole essere un'impropria invasione dell'educazione nel campo ludico. il fatto che venga usato da un GM educatore non vuole dire che i giocatori non giochino. Ai ragazzi del CAG non importa nulla di essere educati, loro giocano con me perchè, appunto, giocano e si divertono. L'universitario che masterizza ai ragazzini di prima superiore
è al di fuori di contesti educativi. per i giocatori l'esperienza è puramente ludica e perciò conta come testimonianza per valutare un sistema (che non reca la scritta: "attenzione! il GM deve essere un vostro amico e coetaneo perchè si gioca solo fra pari"). Ciò che accomuna questi miei esempi è che il "gruppo di gioco" è, di partenza e giustamente, sbilanciato nei ruoli.
Questo per dire che criticare parpuzio perchè crea degeneranti squilibri sociali nei ruoli potrebbe non valere in assoluto.

--- Citazione ---Ma anche se fosse, la mia esperienza di educatore (sono un capo scout da parecchiuccio ed ho sempre avuto a che fare con ragazzi e bambini) smentisce le tue considerazioni.
La mia esperienza è molto semplice:
chiarezza delle regole=educazione
assenza di regole o regole che cambiano senza che i ragazzi ne siano partecipi= diseducazione e casino assoluto
--- Termina citazione ---

la mia idea è che un GdR non sia un gioco qualsiasi come può esserlo bandierone o pallamano. Il GdR è un po' uno specchio della vita reale in cui ciascuno può giocarsi e sperimentarsi. Il GM per come la vedo io può operare in Parpuzio come l'educatore opera nel suo setting educativo: gestisce le relazioni, favorisce le iterazioni, mantiene l'equilibrio (con tutti i rischi del caso) a seconda del fine prefissato. La regola 0 gli permette questa libertà. Senza regola 0 sarebbe un mero arbitro.
E poi non è vero che le regole non sono chiare. In un certo senso le regole sono chiare: basta che il GM espliciti il suo stile e renda nota la direzione verso la quale punterà e che guiderà, eventualmente, l'utilizzo della regola 0.


--- Citazione --- Ti dirò di più: i nuovi giochi sono spesso così mirati e con sistemi così precisi che un educatore potrebbe davvero prenderli in considerazione rispetto, ad esempio, alla pappardella fantasy di un vecchio D&D, dove il master-educatore, se vuole far emergere un tema deve proporlo lui e sperare che gli altri lo colgano e gli vadano dietro.
--- Termina citazione ---

sono certo che i giochi NW possano essere molto utili soprattutto se si vuole trattare certi temi specifici. Non ho detto che non si può usare questi giochi o che un bambino non possa giocare benissimo a questi giochi (visto che lo fanno già). Ho detto che in un contesto come questo la regola 0, e quindi Parpuzio, è assai preziosa.
Riguardo al tema non ho capito dove sarebbe il problema. lo metto io, non mi da fastidio. ne metto anche tanti diversi di temi. e senza dover spiegare ogni volta un regolamento diverso.


--- Citazione ---Ora, non dico nemmeno che i nuovi giochi siano la panacea di tutti i mali, ma hanno sicuramente un gigantesco pregio: mettono le cose in chiaro da subito e considerano tutti i giocatori maturi ed in grado di contribuire grandemente al divertimento di tutti. E l'ho sperimentato sulla mia pelle, per quanto la mia esperienza con i NW sia piccola.
--- Termina citazione ---

Lo scrivo una volta di più, anch'io, pur non avendoli mai provati, riconosco i giganteschi pregi dei nuovi giochi. e mi fido che siano bellissimi. E dirò anche che sono ansioso di provarli per confermare le mie impressioni.
Il mio discorso è volto a stemperare però quello che secondo me è un astio eccessivo e categorico verso parpuzio, che pure a parer mio ha comunque i suoi perchè, come del resto i giochi new wave hanno comunque i loro limiti.

Come dice Fabio (Tozzie) (dubbio completamente OT: ma perchè in questo forum abbiamo dei nick se poi è considerato quasi maleducato non chiamarsi per nome? mhà...misteri multimediali) la mia esperienza di gioco con la "campagna principale" è stata un po' una palestra per molti di noi. alcuni sono cresciuti in consapevolezza, altri meno. Siamo stati solo fortunati a beccarci a caso? forse.Forse no, non siamo tutti uguali né in gusti né in stile di gioco. i miei giocatori erano compagni di classe che volevano condividere una lunga e appassionante esperienza di gioco insieme interpretando e vivendo avventure. un gruppo messo su quasi a caso e sulla base dell'amicizia. Dopo una certa esperienza vissuta insieme abbiamo notato le diversità. Alcuni se ne sono andati altri sono rimasti, altri si sono aggiunti prima che il gruppo si stabilizzasse. Non avevamo ancora tutta la consapevolezza che abbiamo oggi, ad ogni modo ma continuo a non vederci scandali sociali o gente rovinata.
Per quanto riguarda la mia consapevolezza, essa si è formata nel tempo ma in parte è anche merito di questo forum e di queste discussioni che ho iniziato a intraprendere in questi ultimi mesi, delle quali quindi ringrazio tutti voi.

Simone

Matteo Suppo:
Quindi in sostanza hai paura che senza la regola zero non riusciresti ad esercitare il controllo. D'altronde non hai mai provato senza, è comprensibile.

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

[*] Pagina precedente

Vai alla versione completa