Autore Topic: Morale, Giocatori e Personaggi (split)  (Letto 31352 volte)

Morale, Giocatori e Personaggi (split)
« Risposta #30 il: 2009-07-23 18:15:36 »
Citazione
[cite]Autore: Domon[/cite]ma cosa aggiunge questa definizione?


Tenendo presente l'esempio di Lord Zero, tu come giocatore "farai fare scelte" al Personaggio A o al Personaggio B a seconda di quello che tu ti aspetteresti che una "finta persona" di quel tipo facesse.
Trasferisci la tua Morale su un giudizio che dai del personaggio e attraverso quel giudizio, costruisci una Morale-2 che metti in scena/gioco.
Questa Morale-2 contiene quello che tu pensi di quel personaggio e in certa misura, quelle che sono le tue aspettative se quel personaggio fosse vero.
Questi pensieri e aspettative sono il frutto delle "immagini" che la tua esperienza è in grado di riportarti alla mente, pensando a quel personaggio che stai rappresentando.

Quando metti in scena un personaggio non sarai mai completamente "te stesso", né mai completamente "quel personaggio", ma una terza cosa che mischia il tutto e lo filtra.

Secondo me, per la domanda "chi sceglie? Lapo o Saul?" la riposta è "sceglie Laposaul".

E' verissimo che è il giocatore a prendere le decisioni, perché il personaggio "non esiste"; ma è altrettanto vero che senza quel personaggio posto in quella situazione, una determinata scelta non verrebbe presa.

Si capisce la riflessività della cosa?

(P.S: no "mimesi" in questo caso è di Platone)
« Ultima modifica: 2009-07-23 18:16:31 da khana »
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Antonio Caciolli

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Morale, Giocatori e Personaggi (split)
« Risposta #31 il: 2009-07-23 18:17:42 »
questa è una domanda o meglio un mio dubbio che non mi è bene chiaro e che vorrei qualcuno riuscisse a dirimere:

ma la nostra morale, essendo connaturata in noi e quindi non staccabile come un palchetto della libreria, non si esprime forse in ogni nostra azione, dialogo, espressione facciale, pensiero....

quindi voler cercare una modo quasi "speciale" per cui in un gdr "per forza"  si debba esprimere la propria morale non è una forzatura?

ho messo speciale e per forza tra virgolette perché nesusno lo ha detto ma è un po' quello che io ho capito nella discussione

non metto un esempio volontariamente perché:
1- non ne ho preciamente uno in mente
2- preferirei una risposta prima per avere una panoramica completa e per farmi un'idea, altrimenti l'esempio sarebbe forzato e sbagliato in un senso rispetto ad un altro

byez
edit: postato senza aver letto gli interventi di khana e lor zero e gli altri dopo khana
quito lord zero (è quello che volevo dire cone questo messaggio)
« Ultima modifica: 2009-07-23 18:21:42 da Antonio »

Moreno Roncucci

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Morale, Giocatori e Personaggi (split)
« Risposta #32 il: 2009-07-23 18:33:11 »
Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]Tenendo presente l'esempio di Lord Zero, tu come giocatore "farai fare scelte" al Personaggio A o al Personaggio B a seconda di quello che tu ti aspetteresti che una "finta persona" di quel tipo facesse.


Anche, ma non solo.

La gamma di possibilità espressive in un gdr narrativista non si limita a questo.

Vedi per esempio il caso già presentato da Domon di Sorcerer, in cui il GM decide se far fare tiri di umanità al PERSONAGGIO in base alla sua MORALE MODERNA DI GIOCATORE.

Vedi anche meccanismi come la fan mail di AiPS, e la possibilità di giocarla contro sè stessi.

L'espressione "in character" in Actor Stance è solo una minima parte delle possibilità espressive possibili nei gdr.

Citazione
[cite]Autore: khana[/cite]E' verissimo che è il giocatore a prendere le decisioni, perché il personaggio "non esiste"; ma è altrettanto vero che senza quel personaggio posto in quella situazione, una determinata scelta non verrebbe presa


No. Vedi appunto la fan mail (darla e spenderla), vedi mille altre tecniche e metodologie presenti in altri gdr. Puoi benissimo fare scelte non legate ad un personaggio.
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« Risposta #33 il: 2009-07-23 18:44:57 »
Domanda:

Milan Kundera in "La vita è altrove" ci presenta un protagonista, Jaromil, che fa certe scelte (per chi ha letto l'opera: sì, la scelta del romanzo e del protagonista non è casuale, è una scelta ironica visto il tema, ma comunque per capire l'esempio non occorre saperne nulla...  ;-)

Chi ha scelto cosa dice Jeromil a pagina xxx, Jeromil o Milan Kundera?

Non è la stessa domanda? Chi decide cosa sta dicendo un personaggio creato da te e mosso da te?

Eppure, sono convinto che molti giocatori di gdr darebbero una risposta diversa fra i due casi. C'è una voglia, un desiderio di negare la propria esistenza come giocatore, e di annullarsi totalmente nel personaggio. Che credo sia legata, purtroppo, al fatto che di solito il personaggio sia "fico" e i gdr abbiano, per varie ragioni, avuto finora successo soprattutto fra le persone con autostima molto bassa e molta voglia di "evadere con la mente".

Notare, per esempio, le reazioni quasi offese e risentite (non sono dei semplici "no, grazie"...) quando gli si propone di giocare qualche personaggio che non sia abbastanza "fico e sborone" (a sua volta, questo porta ad un immagine dei gdr che allontana quelli che non hanno un autostima molto bassa, ma qui andiamo off-topic...)
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« Risposta #34 il: 2009-07-23 18:49:16 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Puoi benissimo fare scelte non legate ad un personaggio.

A questo in effetti non avevo pensato, ero concentrato sulla figura del Giocatore-Interprete.

P.S: scusate, ma ora sono un po' stretto con il lavoro, quindi mi eclisso :P se il topic sarà ancora attivo domani, sono interessato a portare avanti questo argomento posto da Moreno.

P.P.S: sono ancora più interessato adesso che è stato tirato in mezzo Kundera :D:D Io per quell'esempio avrei scelto il romanzo più famoso, ma alla fine cambia poco ^^
« Ultima modifica: 2009-07-23 18:51:04 da khana »
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Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #35 il: 2009-07-23 20:00:34 »
Citazione
[cite]Autore: Moreno Roncucci[/cite]Eppure, sono convinto che molti giocatori di gdr darebbero una risposta diversa fra i due casi. C'è una voglia, un desiderio di negare la propria esistenza come giocatore, e di annullarsi totalmente nel personaggio.[/p]


E' questo che intendi come Avatarismo? O i livelli estremi del giocatore come sorta di medium di un'entità preesistente e l'interpretazione come trance vanno in un concetto ulteriore?
Scusate se rischio l'OT aprendo un angolino dell'ignoranza. Volevo provare a dire qualcosa sull'argomento ma noto che non ne verrebbe fuori molto di nuovo o costruttivo, ma il dibattito - flame o meno - si sta rivelando molto stimolante come lettore.
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Moreno Roncucci

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« Risposta #36 il: 2009-07-23 20:06:22 »
Citazione
[cite]Autore: Tozzie[/cite]E' questo che intendi come Avatarismo?


L'avatarismo è, in soldoni e senza far andare troppo off-topic il thread, il giocare come in World of Warcraft (a parte il fatto di recitare in character o no, che è un discorso separato): il tuo personaggio è il tuo "avatar" nel mondo di gioco, e in pratica, a parte nelle cose date dal sistema (abilità di combattimento, armatura, faccia, etc.) giochi te stesso. Si potrebbe definire "immedesimazione senza interpretazione"

Citazione
[cite]Autore: Tozzie[/cite]O i livelli estremi del giocatore come sorta dimediumdi un'entità preesistente e l'interpretazione come trance vanno in un concetto ulteriore?


Questa è una cosa diversa. Può coincidere o meno con l'avatarismo, ma sono indipendenti.
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« Risposta #37 il: 2009-07-23 20:19:22 »
@Domon
Mimesi credo che derivi dalla mimesi platonica... diciamo che non avendo grechisti d'eccellenza ;) ce ne faremo una ragione.

@rob
Il punto è, cosa che a me pare strana che non si riesca a capire, che il personaggio non sono altro che scelte del giocatore.
Sono scelte estetiche; siano scelte di tipo morale, siano rappresentanti il suo senso ludico o il suo senso del grottesco, sono scelte estetiche.
Il giocatore mette un filtro, altri filtri sono messi dal gruppo - veli e bla bla bla -.
Il resto, il concetto di immedesimazione che stai cercando di esprimere, è mero onanismo psichico; o al massimo può rientrare nel rapporto citato da Domon, scrittore-opera, opera-audience.
Aloa!
Daniele "fenna" Fenaroli

Fabio Succi Cimentini

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« Risposta #38 il: 2009-07-23 21:04:24 »
Grazie del chiarimento di definizioni, Moreno. Magari una volta partito e tornato dai lidi sardi aprirò un topic sull'Avatarismo in se per approfondire l'argomento.

Su due piedi comunque penserei che in molti giocatori la diffidenza verso un'idea de "Il personaggio non esiste" venga causata a pelle da un timore che diventi 'pesante', che spezzi "il giocare", che sposti il focus verso territori visti come pretenziosi: non ci trovo troppa lontananza, alla fin della fiera, dalle polemiche che scatena un giornale accademico sul gioco di ruolo.
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rgrassi

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« Risposta #39 il: 2009-07-23 22:30:16 »
Faccio fatica a seguire il thread...
Ci sono un milione di argomenti che si accavallano.
Le risposte di Moreno mi sembrano quelle più 'dense' alle quali cerchero' di rispondere.
Mi rendo conto di aver aperto un verminaio (che non volevo aprire).
Magari ci ritorneremo piu' avanti.
Rob
« Ultima modifica: 2009-07-23 22:34:37 da rgrassi »
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Niccolò

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« Risposta #40 il: 2009-07-24 14:29:07 »
Citazione
[cite]Autore: rgrassi[/cite]Mi rendo conto di aver aperto un verminaio (che non volevo aprire).


e perchè no? ^_^;

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« Risposta #41 il: 2009-07-27 18:59:42 »
Citazione

Non credo che la maniera migliore di parlare sia un saggio e non credo che la narrativa non abbia mai detto nulla sulla condizione umana.
Dico che dubito che venga fuori la vera morale delle persone attraverso un gioco di ruolo.

Questa posizione è confusa. La vera morale di una persona non esiste. La vera morale non esiste. La morale singola è una approssimazione, un costrutto ideale, uno scaffale nel quale riponiamo su diversi ripiani di volta in volta idee, comportamenti, persone, fatti, cose. La morale (il CARATTERE) non è mai un complesso di norme che rispondono come equazioni a tutte le possibili reazioni dell'universo: quello è moralismo, ed è un modo di analizzare l'animo umano piuttosto riduttivo e fallimentare. Il motivo per cui la poesia, la narrativa, il teatro e il gioco di ruolo possono parlare dell'animo umano e quindi del suo carattere e quindi della sua morale (e quindi dell sue PATOLOGIE) è che la morale è 'in procinto di essere' tutte le volte che agiamo, o di riflesso sperimentiamo una situazione che coinvolge un aspetto morale della speculazione. Non esiste la possibilità di stabilire a priori cosa è moralmente eccellente, ma soprattutto non esiste la possibilità di scindere qualsiasi scelta o azione da un atto morale. Nel gioco di ruolo è sempre in questione la nostra persona perchè si tratta sempre di azioni, sebbene simulate. Il motivo per cui questo coinvolgimento morale è edulcorato al punto da non essere più percepibile è che, come giocatori, non siamo mai stati messi realmente alla prova, a meno di non avere Master davvero molto bravi a porre un certo tipo di questioni. Ma basta giocare anche poco a Polaris, o Dubbio (parlo di quelli che mi hanno toccato di più), per vedere che la morale come se ne parla spesso non esiste, e che la stratificazione sentimentale e morale della nostra persona è costantemente in gioco, costantemente in essere.

Niccolò

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« Risposta #42 il: 2009-07-28 01:37:28 »
Citazione
Dico che dubito che venga fuori la vera morale delle persone attraverso un gioco di ruolo.


questo me l'ero perso. ovviamente, se uno non vuole può sempre giocare safe, ma se non lo fa, certo che salta fuori la sua morale.

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« Risposta #43 il: 2009-07-28 04:31:17 »
Io la dico ancora più estrema: se uno non gioca safe, SCOPRE la sua morale (leggi: scopre qualcosa di sè stesso, che peraltro è un significato fondamentale dell'apprendimento).

Antonio Caciolli

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« Risposta #44 il: 2009-07-28 08:08:37 »
Citazione
[cite]Autore: Cervantes[/cite][p]Io la dico ancora più estrema: se uno non gioca safe, SCOPRE la sua morale (leggi: scopre qualcosa di sè stesso, che peraltro è un significato fondamentale dell'apprendimento).[/p]


scopre la sua morale o scopre uno dei mille lati della sua morale

scusate ma leggendo alcuni post sembra che giocare a un gioco di ruolo sia più efficacie che leggere il giornale parlare con gli amici o andare alle manifestazioni

 Dubbio ha sconvolto anche  me .... ma sticazzi è pur sempre un gioco, mi ha sconvolto perché non me lo aspettavo così intenso ma rimane confinato nel ludico

pe conoscer una città devi pigiarti una perosna del luogo, per conoscere una persona devi giocarci di ruolo assieme (o combatterci, come diceva il giappo di matrrix?)

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