I conflitti sono i motori delle scene più belle ed intense, se vi annoiate c’è un problema. Vi dico quelli che nella mia esperienza ho potuto individuare come più comuni (per quanto la mancanza di un AP abbastanza dettagliato mi impedisce di essere più preciso).
Un problema tipico è dei giocatori alle primissime armi che devono prendere confidenza con il sistema. Qui i conflitti tendono a diventare lunghetti perché bisogna fare esperienza, impratichirsi del sistema fino a diventare più disinvolti nel maneggiare i dadi. Ma è un problema che si risolve da solo con la pratica.
Un problema tipico dei master alle prime armi (in CnV) soprattutto se hanno un grosso passato di parpuziatori (come me) è di mettere conflitti poco significativi, e metterne tanti. So che molte persone qui non avevano un passato da master illusionista ingombrante come il mio, ma all’inizio “dire di sì” ai giocatori sembra un atto contro natura, e nelle prime partite la qualità del gioco ne soffre. Anche questo problema che risolve da solo con la pratica.
Un’altro problema un poco di tutti è “sovrapensare” le varie mosse. Un conflitto di CnV non è scacchi. Vedere i dadi può sicuramente permettere di fare qualche considerazione di tipo strategico, ma ricordiamoci che è la fiction che pilota il conflitto. Non potete fare i conti come nei problemi di scacchi. Magari progettate “Gli metto questi due, poi vedo con gli scartini e mi tengo i dadi buoni per contrattaccare”. E se il vostro avversario comincia a sparare? Non lo potete sapere. Parerete ancora con gli scartini accettando fallout in d10? E se vi fa un rilancio che veramente non potete ignorare, al punto che preferirete perdere la posta che lasciar passare il rilancio? Possibile. Non perdete tempo a fare previsioni a lungo termine.
Valutate inoltre questa cosa: i dadi buoni finiranno, la fiction buona no. In una bella partita, spesso ho visto cedere i giocatori in vantaggio di fronte ad un rilancio particolarmente velenoso.
Quindi il consiglio finale è curare più la fiction e meno i dadi.