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[My Red Goddess] Playtest 1

(1/1)

Daniele Di Rubbo:
Ho da pochissimo scritto la primissima versione del gioco che presenterò alla 200 Word RPG Challenge 2019: My Red Goddess. Quasi subito ho scritto anche la versione estesa delle regole, in ben più di duecento parole e in italiano. Ieri sera ero libero, quindi ho sentito il mio amico Michele per chiedergli se fosse anche lui libero per provarlo. Mi ha detto di sì e così abbiamo organizzato.

C’è da dire subito che la nostra prova è avvenuta nello stesso locale in cui si stava svolgendo una partita amichevole di freccette, per cui siamo stati interrotti diverse volte, ma siamo comunque riusciti a provare il gioco. Non mi interessa particolarmente il fatto di aver subito interruzioni e di aver perso un po’ di atmosfera, perché in questa partita mi serviva sapere se il gioco stesse in piedi, non avere un’esperienza di gioco perfetta.

Inoltre, preciso subito che, in questo actual play, riporterò semplicemente la parte della nostra partita relativa alla storia e alle regole, ma non farò considerazioni approfondite sul gioco, lasciando queste analisi ad altre discussioni future.

Durata

Questa volta volevo scrievere un gioco breve. Il formato della 200 Word RPG Challenge aiuta molto in questo: di certo non si ha lo spazio per scrivere un gioco lungo e complesso.

Abbiamo cominciato a giocare verso le 21:30 e per le 24:00 avevamo finito. Considerando le interruzioni e le distrazioni, secondo noi, in condizioni ottimali, saremmo stati anche sotto le due ore di partita. Considerando che abbiamo giocato cinque scene d’investigazione (il massimo possibile; il minimo sarebbero state tre), direi che il gioco può stare mediamente anche in un’ora e mezza.

Insomma, è di certo un gioco che sta sotto le tre ore, in tutti i casi possibili (considerate anche che abbiamo letto quasi tutte le regole al tavolo), il che va esattamente nella direzione che volevo.

Creazione dei personaggi

Decidiamo che io giocherò la femme fatale («lei») e che Michele giocherà il detective («lui»). Io scelgo un nome dalla lista presente nel manuale per lei (Faith Darrow), mentre Michele ne inventa uno per lui (Steve Barlow), non usando la lista presente nel manuale.

Ognuno di noi descrive il suo personaggio secondo le procedure presenti nel manuale (tre dettagli fisici da una lista), mentre l’altro giocatore annota l’aspetto su dei cartoncini da schedario (index cards).

La partita

Il gioco può durare da cinque a sette scene – di cui una scena d’ingaggio, da tre a cinque scene d’investigazione e una scena di confronto – e due vignette conclusive.

Scena d’ingaggio

Nella prima scena (scena d’ingaggio) si presentano i due protagonisti: la femme fatale e il detective. Lei dà a lui un incarico: in questa versione del gioco, è sempre di ritrovare un oggetto prezioso e importante rubatole. Da noi era un pendente a forma di rombo con al centro un diamante azzurro.

Faith Darrow, la femme fatale, sosteneva che la sua sorellastra, Taylor, glielo avesse rubato per farle un terribile dispetto. Steve Barlow, il detective, ha subito gettato il sospetto su Maximilian, il maggiordomo che, tuttavia, per Faith, era degno della fiducia più assoluta.

Scena d’investigazione 1

Prima di giocare una scena d’investigazione, io (giocatore della femme fatale) devo preparare un segreto sulla femme fatale e un indizio per il caso assegnato al detective. Come segreto scrivo: «Faith ha sposato il signor Darrow. Non è sua figlia», come indizio: «Taylor frequentava un ragazzo di nome Ethan, famoso per i suoi debiti».

Michele sceglie una delle due carte a caso: è il segreto. Michele deve anche dichiarare cosa farà il detective per iniziare le sue indagini: dice che parlerà con Maximilian, per cui imposto una scena appena fuori dalla sala della villa dei Darrow in cui è avvenuto l’ingaggio.

Steve fa delle domande a Maximilian, ma questo non vorrebbe parlare per riservatezza. Alla fine, però, parla: dice che, sì, Taylor è una testa calda e che potrebbe aver rubato il pendente. Mentre il maggiordomo aiuta il detective a rimettersi l’impermeabile, Steve nota una fotografia semivisibile che ritrae il signor Darrow e Faith, abbracciati da marito e moglie, con le fedi al dito.

Taglio la scena.

Scena d’investigazione 2

Michele dice che Steve andrà al locale frequentato da Taylor. Era stata Faith, durante l’ingaggio, a dirgli che la sorellastra (che, in realtà, ora, sappiamo essere la figliastra) frequentava un locale pieno di perdigiorno vicino al lungomare.

Scrivo un nuovo segreto per rimpiazzare quello appena giocato, mentre rimane ancora in gioco, fino a che non verrà pescato, l’indizio vecchio. «Faith è stata amante di Ethan Price, ma poi lo ha tradito per stare col signor Darrow». Michele pesca a caso l’indizio di prima.

Imposto la scena nel locale, il “Blue Palms”, sul lungomare della città. Steve entra e parla col barista, spacciandosi per un poliziotto. Da lui riesce a sapere che Taylor stava con un musicista famoso per giocare d’azzardo. Si chiama Ethan Price (il cognome l’ho deciso solo quando ho scritto il secondo segreto, all’inizio di questa scena) e che gioca pesante d’azzardo presso la bisca del quartiere italiano.

Steve se ne va per recarsi lì.

Una cosa che non vi sto dicendo è che, in queste scene, noi ci siamo sempre presi i nostri tempi per descrivere l’ambiente e le abbiamo sempre giocate ampiamente, camminando e non correndo al loro interno. Mi rendo conto che questa cosa non traspaia dall’actual play, ma la preciso per chiarezza.

Scena d’investigazione 3

Scrivo un nuovo indizio: «Taylor è nascosta in un motel fuori città». Michele lo pesca.

Imposto la scena col detective che si avvicina a una squallida bisca, nel malfamatissimo quartiere italiano. Dopo un battibecco e un paio di pugni che volano col più giovane dei due scagnozzi di guardia, George, salta fuori che Steve conosce l’altro, Joe, ed è in buoni rapporti con Antenucci, il proprietario (chiaramente un criminale di origine italiana).

Joe lo fa entrare e Steve aspetta nell’ufficio di Antenucci che finisca la partita di poker, nella quale sono coinvolti Antenucci, altre brutte facce e anche uno sbarbatello che è sicuramente Ethan Price. Finita la partita, Steve parla con Antenucci, spiegandogli a che caso sta lavorando, mentre George, fuori, trattiene Price con una scusa.

Il detective raggiunge Ethan Price e lo interroga. Il giovane uomo tenta di uscirne a pugni, ma finisce male per lui, che deve cantare: la ragazza, Taylor, sta presso il motel “Idaho”, fuori città.

Steve va lì.

Scena d’investigazione 4

Creo un nuovo indizio: «Taylor ha il pendente nascosto nella biancheria intima, in attesa di trovare un ricettatore per venderglielo». Michele pesca il  segreto.

Arrivato al motel, va dal custode, un nativo americano. Siccome il custode capisce che non è davvero un poliziotto e non vuole collaborare, Steve lo offende con parole razziste; il nativo si risente ma non batte ciglio: non lo aiuterà. La pistola di Steve puntata in faccia, però, lo convince: Taylor sta nella stanza 11. Steve gli smolla 20 $, come una sorta di scusa per le offese e per la pistola.

Steve bussa. Taylor apre la porta tutta contenta: è palese che si aspetti Ethan. Appena vede che non è lui, tenta energicamente e inutilmente di chiuderle la porta. Taylor indietreggia, sbatte contro la sponda del letto e vi cade sopra. Steve è su di lei. Le tiene i polsi e la lascia solo dietro promessa che lei smetta di agitarsi.

Lei gli chiede se sia lì per ucciderla, ma subito capisce che è stato mandato dalla sua matrigna, Faith, per recuperare il pendente. Giura di non averlo (e qui mente), ma gli racconta un’altra storia. Gli dice che, prima di sposare suo padre, il signor Darrow, Faith stava con Ethan Price, ma che poi lo ha tradito per sposarsi con suo padre, per i soldi. Taylor si è messa con Ethan per farle un dispetto: per quanto la matrigna abbia un cuore di pietra, potrebbe giurare che le roda il fegato a saperla con lui. Il pendente è solo una scusa, dice lei.

Steve le crede. La lascia rivestire e le dice che la porterà da Faith per un confronto tra loro due: vuole vederci chiaro. Taylor non sembra contenta.

Scena d’investigazione 5

Creo un nuovo segreto: «Faith ha sedotto anche Maximilian, che farebbe di tutto per lei». Lo rileggo: siamo al terzo e ultimo segreto: mi sembra un po’ troppo blando. Aggiungo: «È stato lui ad avvelenare il signor Darrow per conto di lei». Michele pesca il segreto.

Imposto la scena nella macchina di Steve, sulla via per la villa dei Darrow. Taylor è silenziosa e sembra che stia per andare al patibolo. Rompe il silenzio e gli dice che non può portarla da Faith e da Maximilian, che li uccideranno come hanno fatto con suo padre. Steve chiede spiegazioni. Taylor dice che non può provarlo, ma che Faith ha sedotto anche Maximilian, ma che, sebbene suo padre sia morto di arresto cardiaco, lei sarebbe pronta a giurare che Maximilian lo abbia ucciso con un veleno in grado di simulare quella morte.

Prima Steve è irremovibile: vuole ancora il confronto tra Faith e Taylor. Poi pensa di portarla presso la chiesa degli irlandesi, san Brendano, mentre lui va alla villa a incontrare Faith. Alla fine passa da Antenucci e gli chiede di guardargli la ragazza mente lui va al confronto con la femme fatale.

Finale

Abbiamo accumulato tre segreti, il che significa che si sblocca il finale (si sblocca con tre segreti o indizi). Siccome sono tre segreti, significa che la femme fatale, che tutto vede e tutto sa, prepara un confronto col detective alle sue condizioni. Io imposto la scena.

Confronto

Steve arriva alla villa. Maximilian lo accoglie dicendogli che la signora Darrow lo attende (non ricordo se ho detto «signora» o «signorina», ma se dovessi scegliere ora, direi sicuramente «signora»). Steve lo stordisce col calcio della pistola e lo butta nella sua macchina. All’inizio voleva semplicemente sparargli, ma poi ci ha ripensato.

Steve trova Faith nuda in una piscina interna alla villa. Lei sa tutto, lui le chiede perché non le ha detto tutto subito. Lei dice che non sapeva se poteva fidarsi di lui, ma ora lo rispetta: ha capito che è uno sveglio e in gamba. Gli chiede di aiutarla a uscire dalla piscina. Lui la aiuta, lei tenta di sedurlo, ma lui sembra respingerla. Lei si rimette il vestito.

Andiamo all’epilogo.

Epilogo

All’inizio della partita, il giocatore della femme fatale prende l’asso di cuori e l’asso di quadri, e il giocatore del detective gli assi di fiori e di picche. Questi simboleggiano rispettivamente l’ultima parola dei giocatori nei conflitti: di cuore, di mente, fisici e violenti. I conflitti, se emergono, vengono risolti direttamente dalla narrazione dei giocatori, ma chi ha l’ultima parola su un tipo di conflitto può sempre imporsi e dire come va a finire. Questo è un meccanismo di sicurezza; non mi aspetto che ci siano davvero e spesso disaccordi riguardo a come dovrebbe finire un conflitto, dato che il focus del gioco non verte su quello.

Nell’epilogo, però, i giocatori si scambiano gli assi e ciascuno ne sceglie uno. Se il detective sceglie l’asso di cuori, vuole il cuore della femme fatale; se sceglie l’asso di quadri, vuole i suoi soldi. Viceversa, se la femme fatale sceglie l’asso di fiori, vuole il corpo del detective; se sceglie l’asso di picche, lo vuole morto.

Io e Michele scegliamo segretamente l’asso di quadri lui e l’asso di picche io. Secondo il manuale:


--- Citazione ---asso di quadri e asso di picche: il detective non ama più la femme fatale e vuole solo essere pagato, ma lei prova a ucciderlo. Lui dice perché il detective non ama più la femme fatale; lei dice come lui sfugge alla morte e con i soldi. Lui dice perché lei non amerà mai più nessuno.

--- Termina citazione ---

Torniamo a giocare la scena. Michele dice che Steve non ama più Faith perché avrebbe anche potuto passare sopra a molte cose: al fatto che abbia tradito Ethan Price, che abbia sposato Darrow per Denaro, che abbia sedotto Maximilian e che gli abbia fatto uccidere Darrow, ma quello che non può perdonare è come abbia trattato Taylor, una vera innocente.

Faith si rimette il vestito, ma sotto di esso sfila una pistola, con la quale spara addosso a Steve, che si sottrae ai colpi mettendosi al riparo. Narro come lui lasci la villa dei Darrow per tornare a prendere Taylor, presso un hotel elegante di proprietà di Antenucci. Lì la giovane donna gli confessa di non avergli detto tutto sul pendente: se lo leva da sotto la biancheria intima e glielo consegna per sdebitarsi con lui.

Michele sta per narrare come Faith abbia dei guai con la giustizia, ma lo interrompo: quello è un altro finale (asso di quadri e asso di fiori). In questo finale, la dannazione di Faith riguarda la sua anima e la sua capacità di amare, non i suoi guai con la giustizia. Michele si corregge: dice che tutto quello che Faith ha fatto ha indurito il suo cuore e l’ha resa incapace di amare. Ecco perché non amerà mai più nessuno.

Vignette conclusive

Ora ciascuno di noi traccia una breve istantanea sul futuro del suo personaggio.

Michele inizia e descrive Steve presso la villa dei Darrow: è ben vestito e si vede una fotografia, speculare a quella che avevamo visto nella prima scena d’investigazione, ma ora dentro c’è Steve e c’è Taylor. Sono sposati.

Io descrivo Faith, bella come la morte, che si specchia in una stanza buia e indefinita. La telecamera si avvicina: mostra le rughe sul suo viso. Sta invecchiando e la sua bellezza sta svanendo: lei si dispera e urla, mandando lo specchio in frantumi. Presto non avrà più neanche la sua bellezza e di certo nessuno la amerà più. Quanto a lei, ha mai davvero amato qualcuno?

Daniele Di Rubbo:
Le verità in bella

Riassumendo, questi sono tutti gli indizi e i segreti che ho scritto durante il primo playtest.

Indizi

1

Taylor frequentava un ragazzo di nome Ethan, famoso per i suoi debiti.

Svelato nella seconda scena d’investigazione.

2

Taylor è nascosta in un motel fuori città.

Svelato nella terza scena d’investigazione.

3

Taylor ha il pendente nascosto nella biancheria intima, in attesa di trovare un ricettatore per venderglielo.

Meccanicamente non svelato durante una scena d’investigazione. Svelato nella narrazione durante l’epilogo.

Segreti

1

Faith ha sposato il signor Darrow. Non è sua figlia.

Svelato nella prima scena d’investigazione.

2

Faith è stata amante di Ethan Price, ma poi lo ha tradito per stare col signor Darrow.

Svelato nella quarta scena d’investigazione.

3

Faith ha sedotto anche Maximilian, che farebbe di tutto per lei. È stato lui ad avvelenare il signor Darrow per conto di lei.

Svelato nella quinta scena d’investigazione.

Daniele Di Rubbo:
I personaggi in bella

Ed ecco, invece, cosa abbiamo scritto sui cartoncini dei vari personaggi della storia.

Faith Darrow

La femme fatale. Lungo abito di seta rossa; capelli rossi come il fuoco; braccia esili e lunghe.

Steve Barlow

Il detective. Cicatrice fino al labbro sulla guancia destra; barba leggera, quasi difficile da vedere; occhi penetranti e indagatori; cappello borsalino grigio con una banda di seta.

Maximilian

Maggiordomo dei Darrow. Frac; pelato; sui 60 anni.

Taylor Darrow

Sorellastra Figliastra di Faith Darrow. Si trova presso il motel “Idaho”, fuori città (stanza 11). Vestaglia carezzevole, trasparente: si vede tutto sotto; è magrissima, ma è molto sexy.

Ethan Price

Giovane ragazzo di Taylor Darrow. Artista; suona il violino; gioca pesante d’azzardo presso la bisca di Antenucci, nel quartiere italiano. Ha un gilet con un motivo da copridivano.

Joe

Scagnozzo di Antenucci. Vestito con abiti italiani. Amico di Steve.

George

Scagnozzo di Antenucci. Vestito con abiti italiani. Lavora per lui da poco. È impulsivo: ha preso a pugni Steve.

Antenucci

Boss criminale di origini italiane. Basso. Cammina anchilosato. Testa pelata. Ha vestiti costosi e firmati.

Daniele Di Rubbo:
Feedback

Riporto qui di seguito alcuni pensieri che Michele ha condiviso con me alla fine del playtest, e le mie considerazioni a riguardo.

Michele

A Michele è piaciuta molto l’atmosfera e il feeling generale del gioco, tuttavia non è stato convinto dal finale. Ha trovato la vignetta conclusiva un di più di cui non sentiva il bisogno e che, secondo lui ha appesantito la storia. Si chiede, però, se in un’altra partita non potrebbe avere senso.

Ancora nel finale, gli sarebbe piaciuta la scelta di una terza scelta neutrale, sia da parte del detective sia da parte della femme fatale. Attualmente lui ha potuto scegliere se volere il cuore o il denaro della femme fatale, ma il suo detective ha provato solo un grande disgusto per lei, e non avrebbe voluto avere né l’uno né l’altro: avrebbe solo voluto andarsene. Si chiede anche se la stessa cosa non valga per la femme fatale: magari lei non vuole né il suo corpo né ucciderlo, ma una terza scelta più neutrale.

Una cosa che avrebbe voluto vedere di più è l’uso degli assi, ossia dell’ultima parola nei conflitti, soprattutto da parte mia.

Daniele

Così a pelle, la vignetta conclusiva è quella nota poetica della quale io sento il bisogno per mettere un punto alla storia. Cercherò di capire nei prossimi playtest se questa finisce per appesantirla o le dà davvero qualcosa (ma il secondo playtest va in questa seconda direzione). Per ora, posso solo dire che a me non ha pesato per nulla neanche nel primo playtest.

Sulla possibilità di una terza scelta neutrale, nel finale, per entrambi i giocatori posso anche rifletterci su. Per ora, sempre a pelle, mi stona: la struttura è tale da avere una certa simmetria con le autorità e l’estetica del gioco. Inoltre, le due scelte sono entrambe sufficientemente forti da garantire una presa di posizione da parte dei giocatori, che è una garanzia di scelte tematiche. Per ora procedo così: lascio le due scelte, ma preciso che è autorità di lui decidere se il detective viene pagato o no (e, quindi, anche se vuole esserlo). Inoltre, renderò più esplicito che questa è la scelta da fare se il detective non ama la femme fatale, più che quella da fare se vuole essere pagato e basta.

Sull’uso degli assi, va detto che la struttura delle scene d’investigazione è palesemente ispirata a quella delle indagini di Lovecraftesque, ossia il detective non ha veri ostacoli nell’indagine e scopre sempre la verità (il segreto o l’indizio) prevista per quella scena. In gioco non ci sono, insomma, veri e propri conflitti, e questi verranno risolti con l’accordo e la narrazione tra lui e lei. Quindi, il sistema degli assi è una rete di sicurezza, più che altro: dicono cosa fare in caso non ci sia un accordo e, nel caso in cui i giocatori preferiscano non accordarsi e avere delle autorità nette, sono proprio lì a fornirgliele. In conclusione, per come gioco io, mi aspetto che le autorità legate agli assi entrino poco in gioco e che questo accada non mi meraviglia affatto, ma è quello che volevo.

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