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[LMVcP - Actual Play] Prima partita di Test - consigli

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Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
Salve,
vi posto il mio AP per chiedere pareri, consigli e critiche di ogni genere: dal modo per creare personaggi e padrone fino alla “gestione” e narrazione delle scene. Per questo motivo presento una anatomia abbastanza dettagliata delle scene giocate... sono molte le questioni che vorrei affrontare.

In particolare vorrei un vostro parere sulla prima scena, che ho cercato di trasporre in modo dettagliato: framing, scelta degli elementi narrativi, uso del sistema, ecc... e se avete suggerimenti del tipo: “poteva essere fatto meglio così: ...”.

Questo AP è creato su una sessione di gioco che partiva da un presupposto: provare il sistema in vista della “vera partita” col gruppo. Si può considerare una storia “Test” fatta per impratichirsi e comprendere le meccaniche di gioco al fine di rendere le partite col gruppo più fluide possibili.
Infatti eravamo soltanto io e la mia fidanzata. Due soli giocatori (GM io e servitore lei) non sono il massimo e probabilmente il sistema non regge bene in questa configurazione... ma consci dei “pericoli” abbiamo deciso di provare cmq. Come prima partita a Lmvcp ci poniamo il solo obbiettivo di imparare il regolamento e capire quali sono le cose da evitare e quelle da incoraggiare (o meglio che il sistema incoraggia).

Leggiamo assieme l'ottimo manuale in italiano un paio di volte e poi iniziamo col creare il padrone: optiamo per una sorta di “Scienziato” ossessionato dall'idea del controllo delle persone come “macchine programmabili”. La sua visione centrale è che gli esseri umani sono macchine tutt'altro che divine ma semplici insiemi di “nervi” che opportunamente stimolati producono specifici effetti. Il “professore” è però un tipo asociale e incapace di relazionarsi con persone vere... necessita di servitori al fine di ottenere il suo materiale. Da qui l'idea di creare Svetlana la sua assistente (il servitore) dotata di una innata capacità comunicativa, e modificata dallo stesso professore mediante interventi chirurgici al volto al fine di ottenere un aspetto che sia innaturalmente anonimo ed al contempo si insinui nei profondi recessi dei processi mentali degli individui creando la sensazione che chi hanno davanti sia il loro tipo ideale. Una sorta di illusione mentale data dalla particolare morfologia del suo volto: la cosa è soggettiva e quindi chi la guarda vedrà raffigurato il volto più vicino al tipo ideale ricercato (uno sguardo sicuro o una donna bellissima, oppure una persona simpatica e sensibile, o anche un tipo dal volto familiare... la cosa è sempre soggettiva). In altre parole Svetlana è stata uno dei suoi primi esperimenti.

Come luogo scegliamo Barovia un borgo in un non ben precisato posto dell'Europa Centrale, in una non ben definita epoca (intorno al 1800.. forse).

[align=center]Dott. Karl Von Krauper [/align]
[align=center]medico chirurgo radiato dall'Accademia delle scienze per le sue teorie blasfeme e sconclusionate[/align]

Tipo: Maestro
Aspetto: Cervello
Descrizione: Il dott. Von Krauper è un uomo sulla cinquantina, elegante ma dall'aspetto inquietante e poco rassicurante. E' un osservatore del comportamento umano: vuole dimostrare che l'uomo non è l'essere perfetto creato da Dio. I suoi esperimenti servono a dimostrare la prevedibilità del comportamento umano nei casi estremi e come questo ubbidisca a comportamenti “mostruosi” se sottoposto al giusto ambiente e stimoli. Indipendentemente da rango, estrazione sociale, cultura, ecc... qualsiasi persona è suscettibile di controllo da parte di colui che sa quali “nervi” toccare.

Bisogni: Necessita di persone su cui sperimentare o situazioni sociali estreme e/o particolari da analizzare.
Brame: Ottenere il riconoscimento delle sue teorie da parte dell'Accademia delle Scienze.

Estranei: Accademia delle Scienze

Dimora: Ex Manicomio al limitare del Borgo, acquistato e sottoposto a modifiche dal Dott. Von Krauper per eseguire in solitudine e tranquillità i suoi esperimenti. Dispone di un sotterraneo imponente.

Paura:   4
Razionalità: 4

Svetlana Kournikova: studentessa del Dottore e sua assistente
Più che umano: Incredibilmente persuasiva ma solo di notte (è con l'aiuto dell'attenuarsi della luce che “l'illusione” del suo volto appare più evidente)
Meno che umano: Estremamente balbuziente, ma solo di giorno.
Legami:[*] Il vecchio custode della biblioteca dove passa tutto quel poco tempo libero che il padrone gli concede.
[*]Adolescente vittima (ospite del manicomio) del dottore: ammira il fatto che sia sempre stato una frustrazione per Von Krauper visto che non si è mai piegato alla sua volontà
[/list]

Disgusto di sé: 3
Comincia il gioco con un punto di amore (il vecchio bibliotecario)

Riflessione a posteriori: forse il punteggio di Paura è troppo alto per questa partita, lo abbasserò nella seconda sessione di “test”. Che ne dite?

Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
[align=center]Scena iniziale: La Cena.[/align]
Il Padrone ha invitato ad una cena nella sua dimora alcuni elementi dell'Accademia delle Scienze per parlargli delle sue nuove scoperte e convincerli della bontà delle sue idee ... pochi hanno risposto a quell'invito. La scena inizia con il Servitore nell'altra stanza che ode la “sostenuta” conversazione del suo Padrone e i suoi 3 ospiti (Dopo questa descrizione inizio “interpretando” il dialogo dei personaggi coinvolti, lasciando a Svetlana facoltà di interrompermi in qualsiasi momento qualora decidesse di agire.).
“Signori” dice il Dott. Von  Krauper “rimarrete stupiti dei miei risultati! Posso dimostrare all'Accademia la bontà delle mie idee!”.
“Non temete che le vostre scoperte possano suscitare qualche perplessità in certe istituzioni?” afferma il più anziano dei tre ospiti...
“La Chiesa!” esclama il più giovane e sfrontato, continuando “Dott.  Von  Krauper affermate di poter privare del Libero Arbitrio l'essere umano e dite che potete ammaestrarlo come un animale... le vostre mendaci illazioni sono blasfeme!”
“Non sono menzogne!!” risponde agitato e arrabbiato il Padrone, e riacquistando subito dopo  una composta e forzata tranquillità esclama: “posso dimostrare che ciò che dico corrisponde ad una verità assoluta! Ora vi mostrerò!... Svetlana!!”

(A questo punto il giocatore che ha deciso di restare in ascolto dietro la porta tutto il tempo della conversazione, entra nella stanza)
“Si Dottore” dice Svetlana col capo chino e aria rassegnata...
“Svetlana, preparate il paziente della cella numero 13 per l'esperimento con il materiale della cella accanto... come sapete, e state pronta ad eseguire il test”
 (e' un Ordine del Padrone, qui non è ancora chiara completamente la natura dell'esperimento ma dopo aver accennato in cosa consiste quel “preparare il paziente come sapete” alla giocatrice, decide di tentare di resistere... ma nulla da fare, tira i dadi e perde il conflitto. Qui si era anche pensato alla possibilità di rimandare il tiro di conflitto ad una fase successiva, quando la natura dell'esperimento fosse divenuta chiara “in game”)

A questo punto la giocatrice che interpreta Svetlana decide che è il momento di scendere nei sotterranei del Manicomio e di recarsi alla cella numero 13. Lo spettacolo che si para ai suoi occhi è sconcertante: un uomo malconcio e con diverse ferite aperte in stato catatonico che siede nella sua sporcizia. Nella cella accanto il “materiale” consiste in due grossi secchi: uno ricolmo di segatura e l'altro di topi (qui abbiamo concordato assieme la scelta della creatura più appropriata per l'esperimento, i topi) affamati da molti giorni.
Svetlana porta i secchi nella cella e trema al pensiero di quello che dovrà farci. (Da parte mia decido di inserire questa scena dell'esperimento con il paziente della cella numero 13 perché volevo qualcosa che rappresentasse fin da subito la natura “perversa” del padrone ma che non fosse troppo forte per il momento. La giocatrice da parte sua interpreta una Svetlana molto insofferente e all'arrivo del Padrone coi suoi ospiti decide di conferirgli un atteggiamento ancora più sconcertato: descrive il suo personaggio tremante, sconvolto ma troppo impaurito e privo di fiducia in se per ribellarsi all'autorità del Padrone.)

Io gli dico che il Padrone, finito di parlare con i suoi tre “amici” che osservano la cella a dovuta distanza e con un po di disgusto, fa cenno a Svetlana di iniziare l'esperimento
(Per la buona riuscita del Test la giocatrice esegue un Tiro di Infamia, riuscendo, e quindi “disgustandosi” ancora di più per quello che sta facendo, quindi iniziamo ad interpretare i risultati)
: “Versa i Topi sul corpo del paziente dopo averlo sdraiato e fa attenzione che vadano sulle ferite aperte” dice a Svetlana con cinica tranquillità il Dott. Von Kraupen.
Svetlana esegue l'ordine disgustata quasi più di se stessa che del Padrone (e questa cosa è emersa dalla sua interpretazione in questo contesto.. cosa molto interessante: il gioco comincia a suscitare  emozioni forti).

Io descrivo poi i topi che rosicchiano il copro dell'uomo, morsicando e strappando carne.. ma senza che l'uomo mostri segni di dolore, paura o altro.. resta immobile con sguardo fisso. Il dottore è soddisfatto e gli ospiti cominciano a pentirsi di aver accettato quell'invito.
Poi il Padrone dice a Svetlana di togliere i topi dal corpo del paziente, e lei senza nemmeno prendere una scopa o altri arnesi (nemmeno li cerca) si affretta e prende i topi rabbiosi e famelici con le sue mani, ferendosi: io da GM l'avviso, guarda che i topi sono in uno stato molto aggressivo ora, ti feriranno molto e dolorosamente... la giocatrice mi dice che non importa e che il suo personaggio non può sopportare un minuto di più quella visione terribile. (Nonostante sia obbligata ad eseguire l'ordine e debba interpretare il risultato del riuscito tiro di infamia, il suo dramma traspare in ogni singola azione del personaggio)

Dopo aver rimesso rapidamente e meticolosamente i topi nel secchio, con le mani e le braccia sanguinanti prende il secchio di segatura, non prima di aver legato bene ai ceppi il pover uomo, e ne cosparge il contenuto sul prigioniero che inizia a urlare come se fosse cosparso di acido e grida un nome in continuazione: Mary.


Descrivo lo spettacolo minuziosamente, sottolineando come l'uomo arrivi anche a farsi del male con i ceppi; a questo punto descrivo anche la reazione degli ospiti del Padrone completamente sconvolti. Lascio che la scena finisca con il Padrone che subisce la “ramanzina” indignata dei “colleghi” che si avviano all'uscita litigando e “sbraitando” mentre Svetlana “ripulisce”.

Ma la giocatrice pare ancora intenzionata a fare qualcosa... allora cambio idea e lascio la scena aperta ancora un po (in questo caso siamo in due persone, ma secondo voi avrei dovuto cmq tagliare la scena e proseguire con Svetlana al turno seguente? Magari iniziando la nuova scena dove si era interrotta la sue precedente?)
 
Infatti una volta rimasta sola nel sotterraneo, tenta di calmare e consolare il prigioniero. Descrive le azioni di Svetlana intenta a utilizzare la sua persuasione “più che umana” per convincere l'uomo che è tutto finito, che non è nulla. Io descrivo l'uomo ancora in stato confusionale, e “semi- catatonico” che sussurra ancora qualche volta il nome Mary ma che si sta calmando. Allora lei dice all'uomo: “io sono Mary, guardami!”. Essendo il tratto “più che umano” in grado di fare cose strabilianti descrivo così la reazione dell'uomo: “pare per un momento volgere lo sguardo verso di te, palesando un momento di lucidità, prima di tornare in stato catatonico”.

(Magari si apre una possibilità per un nuovo legame? Aiutare il poveretto a tornare in se? A fuggire.. o tutte e due le cose? Vedremo cosa deciderà poi Svetlana e come vorrà gestire questo elemento, l'uomo potrebbe aver davvero visto il volto di Mary in lei... ricordate la sua peculiarità del tipo ideale? Dite che è stato un buon uso di tale tratto?)

A questo punto faccio entrare in Scena il Padrone che torna giù da Svetlana: ha bisogno di prendersela con qualcuno per l'umiliazione subita dagli Estranei. Forse avrei dovuto finire la scena ma ho preferito introdurre all'interno di un momento di calma e quasi successo emotivo una complicazione e/o disturbo per poter finire la scena in modo drammatico (che mi pare più in linea col gioco) anziché con una speranza. Ho fatto bene secondo voi?

Cmq per farla breve Svetlana cerca di convincere il Padrone in preda ad una crisi di disperazione che è colpa loro (gli estranei), che non capiscono .. e che forse con una dimostrazione meno brusca e sanguinosa potrebbero ricredersi. E' interessante notare come la giocatrice tentasse in tutti i modi di diminuire quell'orrore, come a voler “cambiare” il Padrone. Ma i Padroni non cambiano heheh
Infatti il Padrone, essendo un tipo analitico, concorda alla fine con Svetlana cambiando linea di azione (ma non come avrebbe sperato lei) e gli ordina di rapire l'adorata bambina nata da poco della Signora Teresa, una signora facoltosa e di buon costume. Gli svela che vuole dar vita ad un esperimento sensazionale che riguarda la donna ... tutti lo vedranno e non potranno più negare la verità! (La giocatrice dice.. noo questo no! Non lo faccio, proprio no .. mi rifiuto! Tiro per resistere all'ordine del Padrone fallito.. il padrone aveva anche il dado disperazione dalla sua.). Fine della scena.

Da notare che in questo caso il tiro di ordine riuscito del Padrone è stato interpretato con un semplice sguardo di sgomento e quasi disperazione di Svetlana.. nulla più. La scena è finita in un assordante silenzio... molto drammatico. Tant'è che mi è parso di aver esagerato .. visto che la giocatrice pareva piuttosto turbata. Nelle scene successive ho adoperato la tecnica più “soft” del “nessuno si fa male” per cercare di diminuire il senso di turbamento... ma con scarso successo. Devo dire che questo gioco è in grado di scatenare emozioni veramente forti e di rappresentare il dramma interiore dei protagonisti in modi particolarmente vivi.

Scusate se sono stato logorroico, le scene successive le descriverò più sinteticamente. Qui ho cercato di trasporre con quanta più fedeltà possibile la scena rispetto al realmente giocato... anche se non traspare forse al meglio visto che le interazioni tra i giocatori (io e lei) non mettono in luce quanto la narrazione sia stata influenzata sul piano emotivo più che evenemenziale. In altre parole si è venuta a creare una story now di emozioni più che di accadimenti: non so se questo è voluto o meno dal gioco. Inoltre essendo la scena di apertura, penso possa fornire molti elementi utili per comprendere i protagonisti in gioco.

Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
[align=center]Nuovo Turno[/align]
(Svetlana mi chiede una scena di Legame, vuole approcciare il Vecchio Custode della Biblioteca... in questo modo approfitta anche per fare ricerche negli archivi sulla famiglia della Signora Teresa, vuole infatti presentarsi a casa sua come una lontana e possibilmente mai vista parente, al fine di ingannare la donna, anche tramite l'uso della sua caratteristica peculiare.. non è difficile farsi passare per una di famiglia con il suo volto!
Ma qui iniziano alcuni problemi... si inizia a parlare di come potrebbe essere plausibile trovare informazioni su Teresa, quali luoghi potrebbero essere appropriati e così via:  il simulazionismo si è infiltrato di prepotenza scalzando le scene rilevanti in favore di una presunta logica di verosimiglianza. Alla fine, e per fortuna, abbiamo deciso di lasciar perdere scene inutili e poco rilevanti e siamo andati al sodo. Abbiamo fatto bene o avremmo cmq dovuto giocare una scena per narrare questa parte di storia? Voi cosa avreste fatto?)

[align=center]Scena 2: la biblioteca di giorno[/align]
Qui Svetlana gioca l'approccio col suo legame dopo aver investigato negli archivi. Tira e ha successo, quindi andiamo a interpretare il buon esito del risultato e quindi del suo approccio:
c'è uno scambio di battute in character e poi la frase che mi colpisce particolarmente detta da Svetlana: “vorrei un libro che narri una storia a lieto fine...”. Qui si sottolinea ancora di più il dramma del personaggio, quella frase detta in quel momento e in quel modo.. vi assicuro ha avuto un bell'effetto. Però qui, decido che la scena possa concludersi. Proprio su quella frase. Ripensandoci però mi sorge il dubbio, non saremo stati troppo brevi? Alla fine è stata più una interpretazione del risultato del tiro di legame … non ci sono stati altri sviluppi. Da una parte il personaggio si delinea emotivamente molto bene, dall'altro la storia dal punto di vista degli accadimenti, è per il momento troppo una “mera” conseguenza dell'interpretazione dei risultati dei conflitti e della scelta di questi. Che ne pensate?

[align=center]Scena 3: il rapimento della bambina[/align]
La scena inizia la sera dopo, davanti alla porta della magione della facoltosa signora. Svetlana si fa accogliere in casa della signora portando con se dei doni (dolci preparati con “sonniferi” dal laboratorio del padrone). Il suo intento è di convince la donna di essere una sua parente e di addormentarla mediante i dolcetti. Si tirano i dadi... tiro riuscito. Qui cerco di dare un interpretazione particolarmente attenta della signora Teresa e del suo amore per la neonata che tiene in braccio, del fatto che aspettava da tanto tempo di avere figli ecc... la conversazione mette molto a disagio Svetlana facendola sentire ancora più disgustata di se. E' interessante notare come ogni volta, il disgusto di se aumenta nei numeri ma anche nella narrazione e nella percezione che il giocatore ha del servitore. Cmq alla fine prende la bimba e la scena termina con Svetlana che torna alla Dimora del Padrone.

E qui iniziamo a notare un senso di frustrazione che tentiamo di analizzare. La scena è stata più lunga della precedente, emozionante e ben riuscita.. ma la giocatrice si sente come in una sorta di “railroading” tracciato dagli ordini del padrone (ai quali non riesce mai a resistere). Mentre la storia emotiva del personaggio e la sua esplorazione è dinamica e interessante la storia degli avvenimenti pare troppo statica (e questo alla lunga potrebbe “indebolire” anche la storia emozionale) .. allora ci fermiamo un attimo e riflettiamo: c'erano spazi di manovra in quest'ultima scena... dopo un po pensiamo di si. In effetti l'obbligo di eseguire l'ordine del padrone termina dopo che ci sia stato almeno un conflitto per portarlo a termine. Ripensandoci, il conflitto c'è stato (ingannare Teresa ed “avvelenarla” con i dolcetti, al fine di sottrargli la bambina).

A questo punto, il personaggio Svetlana poteva:
[*]Evitare di rapire la bambina?
[*]Rapire la bambina ma decidere di non consegnarla al Padrone?
[*]Magari torna indietro per restituirla (e qui si aprirebbero scene interessanti.. io aggiungerei qualche complicazione come .. ad esempio la servitù che si accorge del fatto, il borgo in allarme... ecc...) ?
[*]Magari la nasconde da qualche parte?
[*]Insomma forse c'erano una o tutte le opzioni suddette... sbaglio? Che mi dite?
[/list]

Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
[align=center]Scena 4: il punto debole del padrone[/align]
Il Padrone in questa scena ha un dialogo acceso con Svetlana: alla fine gli ordina di cercare il punto debole (la sua paura) di un particolare paziente che non risponde al suo trattamento (infatti sembra non temere nulla e non piegarsi al suo volere).
Si tratta anche di un suo legame (l'Adolescente) e quindi la scena diventa anche una approccio al legame (che fallirà cmq).
Svetlana infatti decide di parlare con lui per comprenderlo meglio (ogni sera gli fa visita) ma non scopre nulla che non sappia già, infatti il ragazzo non ha nessun legame con altre persone, non teme il Padrone e non si piegherà mai alla sua volontà (qui quindi decidiamo di non tirare per una azione di infamia, e l'ordine si esaurisce senza necessità di conflitto. Infatti il compito di Svetlana è capire quali siano le paure del ragazzo... ma questi non ne ha e Svetlana lo sapeva già... quello che non sa è come il ragazzo riesca a non cedere di fronte all'aura di paura del suo Padrone.
Da regolamento non è specificato che un ordine debba per forza terminare con un tiro.. ma che se si esegue un tiro inerente termina l'obbligo di eseguirlo… che è diverso. Giusto? )

[align=center]Scena 5: il criceto nel labirinto[/align]
A questo punto il padrone decide di allestire un “palcoscenico” per creare un punto debole nel Ragazzo (il legame di Svetlana.. l'Adolescente) senza paura. A questo proposito usa la bambina e ordina a Svetlana di persuadere (e lei in questo non la batte nessuno.. “più che umano”) il ragazzo (che è orfano) che la bambina è in realtà la sua sorellina. Il Padrone vuole poi metterli entrambi (ragazzo e bambina) in una ambiente ricreato a dovere (un accogliente ambiente domestico ricostruito ... sempre all'interno del manicomio cmq) e lasciare che per qualche tempo i due vivano insieme e il ragazzo inizi a prendersi cura della “sorellina”.

Svetlana fallisce il test per resistere all'ordine e riesce in quello di infamia per convincere il ragazzo. Da notare che quest'ultimo conflitto era (almeno così noi li abbiamo quasi sempre percepiti, e in particolare visto il contesto) più interiore che di “skill”.
Svetlana aveva la capacità di eseguire quell'ordine facilmente visto il tratto più che umano ma il suo animo avrebbe potuto avere un momento di umanità troppo forte per permettergli di eseguire quell'infamata così a sangue freddo.. magari si sarebbe impappinata cmq e le sue parole sarebbero uscite in modo diverso (magari balbettando? Oppure avrebbe detto altre cose.. lasciato intendere che stava mentendo.. o cose simili). Sbaglio?

In questa scena c'è stato anche un altro elemento interessante: Svetlana ha sviluppato un certo affetto per la Bambina (della quale si prendeva cmq cura fino a quel momento) che è quindi diventato un nuovo legame... e infatti c'è stata anche una scena (fallita) di approccio al legame.
Questo è un elemento importante per la storia (si vedano le scene successive) perchè Svetlana si sente particolarmente in colpa per aver rapito l'infante ed averlo consegnato nelle mani del Padrone.
Ha sempre pensato che la bambina non sarebbe mai stata usata per esperimenti.. ma l'aumento della disperazione del Padrone lo rende sempre più crudele ed imprevedibile. Quindi il suo desiderio di proteggere la bambina è molto forte. Tanto da arrivare a....

Vittorio Del Bianco - [Lord Zero]:
[align=center]Scena 6: punto di rottura[/align]
E' qui siamo alla scena più importante e che termina la prima sessione di gioco o “test”.
Decido di “giocare” molto col nuovo legame (la bambina) e che forse potrebbe essere il momento giusto per fornire elementi sufficienti ad uscire dal frustrante “railroading” degli ordini del Padrone... o la va o la spacca.

Infatti durante la scena precedente o all'inizio di questa (non ricordo onestamente) Svetlana ha fatto trasparire un attaccamento alla bambina un po troppo sospetto per il Padrone arrivando addirittura a “contraddirlo” durante alcuni dialoghi drammatici.
A questo punto il Padrone ordina: “Taglia la mano sinistra della Bambina... assicurati che il ragazzo assista alla mutilazione”.

Il Tiro per resistere all'ordine è un fallimento nonostante il dado disperazione che aveva dalla sua Svetlana (il suo dialogo è stato particolarmente disperato infatti).
Io ho interpretato il Padrone in questo modo: era irato per il modo con il quale Svetlana stava conducendo i suoi compiti, i suoi “legami” non devono interferire e sebbene lui sappia tutto (il Padrone sa tutto) la mancanza di rispetto della sua assistente iniziava a preoccuparlo (questo è venuto fuori in particolar modo nei dialoghi in questa e nella scena precedente). La sua ubbidienza non doveva essere incrinata da attaccamenti puerili verso i “pazienti”. Doveva capirlo! Il Padrone infatti è “morbosamente” attaccato a Svetlana, ne ha bisogno, dipende da lei.. ora vuole in realtà punirla per avergli mentito e vuole metterla anche alla prova di fronte ai suoi due legami preferiti. Questo anche rischiando di compromettere l'esperimento. Almeno questa è stata la mia interpretazione del Padrone. Ma la giocatrice sa solo ciò che il Padrone le ha detto (l'ordine e poco altro) anche se ho sottolineato più volte come il Padrone sa sempre tutto!


Ora veniamo alle domande importanti. Questa scena imho ha gettato basi interessanti per uno sviluppo articolato. Ora dovremo affrontare una scena complessa che coinvolge anche due legami di Svetlana ... e lei non riesce nemmeno a concepire l'idea di mutilare la bambina.. sa che non può rifiutarsi di eseguire l'ordine... ma ci sono opzioni? Infatti è proprio questa la domanda fondamentale... esiste un modo per uscire da questo “fatalismo” dettato dagli ordini del Padrone?

Dopo averci riflettuto bene ed aver riletto il manuale da cima a fondo, penso di si ma non ne sono sicuro:
[*]Potrebbe chiedere di essere fermata perché lei non ne è in grado (magari mandando indizi a qualcuno... forse il ragazzo stesso affinché difenda la bambina: in questo caso si avrebbe un conflitto violento che porrebbe fine alla necessità di eseguire l'ordine del Padrone .. anche se c'è il rischio che uccida un suo legame)?
[*]Potrebbe farli scappare (il padrone le ha dato 2 giorni per prepararsi e preparare le attrezzature e gli strumenti chirurgici.)? In questo caso il contesto muterebbe e l'ordine del padrone cesserebbe di avere senso (manca il bersaglio dell'ordine) o anche lo stesso padrone potrebbe voler mutare il suo ordine in “trovali”.... sbaglio?
[*]Potrebbe avvisare le autorità denunciando se stessa o il padrone per il rapimento?
[*]Potrebbe andare dalla Madre facoltosa della bambina?
[*]Potrebbe spedire una lettera all'Accademia delle scienze affinché inviino qualcuno a vedere che sta succedendo nel Manicomio?
[*]Altre idee?
[/list]

Infine.. se riuscisse a evitare la mutilazione alla bambina avrebbe agito “nell'interesse” del suo legame... potrebbe essere anche un approccio di legame?

Come mi suggerite di costruire il framing della prossima Scena (la prima della prossima sessione)?

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