Chiacchieriamo > Generale
Gamberi Fantasy [split da "Consigli per una letteratura fantasy"]
Mattia Bulgarelli:
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]Di solito o credi o speri. Lei crede E spera.
--- Termina citazione ---
"Credere" nel senso di "avere idea che sia in un certo modo" non è incompatibile con lo sperare che sia effettivamente così.
Chi di cavillo ferisce...
Renato Ramonda:
...se e' per quello l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano non so nemmeno se c'e' una regola per il suo significato.
Quando un testo in inglese usa i trattini in italiano si usano le parentesi o le virgole. Quando ne usa uno solo nel 99% dei casi li' ci vuole un punto o (piu' spesso) un punto e virgola.
Morte ai trattini.
(si', i traduttori si fanno un sacco di paranoie. Si, anche quelli amatoriali. Anzi, soprattutto... e chi si e' letto o si leggera' uno dei libri di Janus lo sa ^__^ )
Niccolò:
--- Citazione ---[cite]Autore: renatoram[/cite][...]l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano [...]
--- Termina citazione ---
quanto sei meta...
Mauro:
--- Citazione ---[cite]Autore: Korin Duval[/cite]"Credere" nel senso di "avere idea che sia in un certo modo" non è incompatibile con lo sperare che sia effettivamente così
--- Termina citazione ---
È quello che intendevo qui:
--- Citazione ---[cite]Autore: Mauro[/cite]E, anche ignorando questo, si può credere e sperare contemporaneamente, visto che il verbo "credere" può implicare dubbio
--- Termina citazione ---
--- Citazione ---[cite]Autore: renatoram[/cite]se e' per quello l'uso dei trattini per l'inciso e' un anglismo, mi risulta, ed in italiano non so nemmeno se c'e' una regola per il suo significato
--- Termina citazione ---
È previsto anche in Italiano (col trattino lungo, per la precisione; vedi qui); l'anglismo dovrebbe essere la forma con uno solo, tipo: "Ed è così - quindi taci", in cui più che altro il trattino sostituisce un due punti/un punto e virgola/un punto.
Leonardo:
A me più che altro indispone la conclusione del blogger che paventa la pervenuta inutilità della critica "di professione" in quanto ormai superflua nel suo presunto ruolo di mediazione tra autore e pubblico (lettore, nel caso specifico). Questa conclusione in un certo qual modo segue in maniera prevedibile da quel cortocircuito che pervade tutto il post e che tende a mettere in stretta relazione il "gusto" con la critica. Ovviamente una critica, occupandosi anche di aspetti estetici, conterrà valutazioni influenzate dal gusto, ma ridurre la critica al concetto di gusto mi pare fuorviante.
Critica è soprattutto analisi e va ben oltre il tentativo di stabilire un ranking basato sul "mi piace, non mi piace". La critica mira a comprendere fenomeni e questa è la ragione per cui la maggior parte delle opere critiche serie tende ad analizzare l'oggetto di cui si occupa anche mettendolo in relazione con altri analoghi, tenendo conto del contesto socio-culturale in cui è stato concepito e del suo ruolo all'interno della produzione artistica di un autore. Una tale funzione rimane a mio avviso essenziale anche in un periodo storico in cui la tecnologia ha reso possibile lo svilupparsi di un contatto diretto tra l'autore ed il suo pubblico.
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