Quarta sessioneLa quarta sessione è iniziata in ritardo, a causa dei problemi del mio computer, ed è iniziata, come sempre, col riassunto della puntata precedente.
Prima scenaI minotauri di Alberto e Antonio erano nella giungla, alla fine della sessione precedente, e io, come game master, dovevo presentare loro un nuovo incontro nella giungla.
Prima di iniziare la sessione, avevo già deciso di usare l’incontro con la Voce Immobile che avevo scritto perché, nel caso i minotauri fossero rimasti a lungo nella giungla, più avanti mi avrebbe dato l’opportunità di usare il conflitto violento con i soldati della Guerra Eterna e perché si collegava col vecchio incontro (disaccordo interpersonale) col minotauro per il quale avevano celebrato un rito funebre
nella prima scena della seconda sessione:
Voce Immobile: Nella giungla si aggira questo ragazzino tra i dieci e i tredici anni: dice di chiamarsi I ga e di essere uno dei soldati del capitano Sulak, della caserma del distretto di Dora. Ha con sé una specie di gladio di metallo chiaro, che non è di bronzo, che dice di essere appartenuto a un suo amico minotauro, ora morto a causa dei soldati nemici (quello che il Pellechiara e il Mantonero hanno incontrato nella giungla). Il gladio è intriso di sangue ormai rappreso e annerito, e non rimanda alcun riflesso chiaro. Il ragazzino sembra come parlare col gladio, come in un sussurro. L’aria attorno a lui è stantia e i suoni si placano. È sulle tracce dei soldati nemici nella Guerra Eterna, quelli che hanno ucciso il suo amico minotauro, dice. Saranno una decina e lui intende ucciderli tutti, ma è chiaro che stia cercando solo la morte.
Ho descritto i minotauri che stavano sonnecchiando nella giungla e ho chiesto ai giocatori se uno dei loro minotauri fosse sveglio. Il pellechiara di Antonio era sveglio insieme al giovane soldato e sente questo ragazzino che si avvicina, mentre sussurra parole folli di vendetta a una spada d’acciaio intrisa di sangue rappreso.
In fretta svegliano i loro compagni e, quando il ragazzino arriva in mezzo a loro, dice di chiamarsi I ga e di cercare aiuto per vendicare il suo compagno minotauro, morto a causa dei soldati nemici di Dégringolade nella Guerra Eterna.
Il Pellechiara si offre di aiutarlo, a patto che lui, prima, porti i minotauri al «cerchio di pietre». Questa è forse la prima volta che sento nominare questo luogo da Antonio e, quindi, gli chiedo, come giocatore, delle delucidazioni. Mi dice che il Pellechiara aveva sentito questo racconto da un uomo anziano: quando era bambino era stato portato in quel luogo da dei minotauri. Mai nessun essere umano prima era stato portato in quel posto.
La cosa un po’ mi spiazza: non sono sicuro che i giocatori possano fare dichiarazioni di ambientazione così forti, quando non stanno giocando un congresso dei senza nome (e ancche lì non so fino a che punto), ma prendo la cosa come viene. Mi annoto tutto e mi riprometto di usare questo materiale, o almeno di provarci e vedere cosa succede.
Prende la parola il Mantonero e comincia a spiegare a I ga, posseduto dalla Voce Immobile, che la vendetta è inutile e che, se abbandonerà la spada, si sentirà meglio. Il Pellechiara lo supporta.
Decido che abbiamo giocato a lungo la situazione e che siamo chiaramente a un’inflessione con la Voce Immobile. Faccio in modo che i giocatori lo sappiano (in fondo è solo la seconda volta che incontrano una Voce) e metto nell’urna il token della Voce Immobile e 2 token No. Alberto mette dento 2 token Mente e 1 lo riceve da Antonio. Gli va bene, perché pescano 2 token Mente e 2 token No, per un risultato: «La tua astuzia porta ad un esito in tuo favore, aggiungi un token Nome alla tua scorta».
Il Mantonero e il pellechiara continuano a riempire I ga di belle parole e, alla fine, lo convincono: consegna la spada al Pellechiara e li accompagna al cerchio di pietre.
Seconda scenaQui sono bello dubbioso: da una parte, l’urna ha detto che il Mantonero ottiene un esito in suo favore grazie alla sua astuzia; dall’altra, io so che quella era la Voce Immobile e che, di fatto, i minotauri gli hanno “fregato” la spada e che stanno facendo finta di volerla aiutare per far sì che in realtà lei li porti al cerchio di pietre.
Apro la scena, pensando di continuare a considerare I ga come posseduto dalla Voce Immobile, col ragazzino che li guida nella giungla e che, appena arrivati vicino al cerchio di pietre, si ferma per un attimo e li mette davanti alle loro stonzate. Glielo dice papale papale: «Secondo me mi avete fregato!».
I minotauri spiegano che non è così e che adesso lui non vede la giustezza delle loro azioni perché pensa solo alla vendetta, ma la vendetta e la guerra sono state la rovina del suo amico minotauro, e saranno anche la sua.
Poi il Pellechiara comincia una specie di rituale: si cosparge il muso di terra e va al centro del cerchio di pietre, chiedendo ai minotauri di seguirlo uno a uno, quando lui li chiamerà. Il primo a seguirlo è il filosofo anziano, che parla brevemente con lui del significato del rituale.
Nel frattempo, il Mantonero sta chiedendo a I ga di non fuggire e di seguirli al centro del cerchio. Gli chiede di prometterlo, ma il ragazzino non lo promette. In men che non si dica, tutti i minotauri sono al centro del cerchio, ma non I ga. Il Pellechiara lo chiama un’ultima volta e io qui decido di far arrivare I ga, tardivo, col volto cosparso di terra e la spada d’acciaio in mano.
Qui ho preso un decisione: avevo iniziato la scena credendo che I ga fosse ancora posseduto dalla Voce Immobile, ma poi ho capito che forse era meglio di no. Con un I ga non più posseduto potevo più facilmente giustificarmi l’essere caduto nel “tranello” delle parole dei minotauri (un ragazzino sarà più ingenuo della Voce Immobile); inoltre, in questo modo mi sembrava confermare il successo di Alberto (altrimenti, avrei avuto l’impressione di negarlo) e mi sembrava consequenziale alla fiction: avendo abbandonato di sua sponte la spada, I ga si è anche liberato dalla possessione.
Una volta arrivato I ga, il Pellechiara lo invita a seppellire la spada al centro del cerchio, facendola sprofondare completamente nella terra, così che non possa più essere usata. I ga protesta: così è certo che dovrà abbandonare la sua vendetta, ma i minotauri argomentano di nuovo in favore di questo abbandono. Loro vivono in una società ingiusta che li vuole in uno stato servile: la vendetta e la guerra solo solo un’altra forma di schavitù, anche per I ga.
Siamo a una nuova inflessione: un disaccordo interpersonale. Metto nell’urna 3 token No e, mi pare, che i giocatori giochino ancora su Mente, ottenendo lo stesso esito di prima: «La tua astuzia porta ad un esito in tuo favore, aggiungi un token Nome alla tua scorta» (ma ametto che mi ricordo malino la parte meccanica di questa inflessione).
Alla fine, I ga ascolta le parole del Pellechiara e si fa avanti infilando la spada completamente nel terreno. Ora il Pellechiara dice, con I ga presente, che è successa la stessa cosa che anni fa era successa all’uomo che gli aveva raccontato del cechio di pietre: un ragazzino umano era stato portato dai minotauri presso il cechio e grandi cose verranno da questo avvenimento.
È tempo per i minotauri di tornare in città, dice il Pellechiara, e di portare I ga con loro, per trovare per lui una nuova sistemazione, lontana dalla guerra e dal suo servizio per il capitano Sulak.
È tardi e dichiaro che andiamo in chiusura della sessione, col congresso dei senza nome, ma Antonio mi chiede se può dare un nome a un altro minotauro. Il Pellechiara è il Primo del gruppo, per cui può dare un nome a un minotauro PNG o a un minotauro PG che abbia almeno 2 token Nome. È il caso del Mantonero. Il Pellechiara lo prende davanti a tutti e gli dice che ha meritato il nome di Alcyone. Il novello Alcyone è commosso, oroglioso: accetta il nome di buona lena.
I minotauri tornano a Dégringolade: Alcyone ha 4 token Silenzio e 2 token Nome, il Pellechiara ha 3 token Silenzio e 2 token Nome.
Il congresso dei senza nomeRendo subito chiaro ai giocatori che, da questa scena, nessun minotauro potrà ottenere un incremento del valore di Nome, perché entrambi i minotauri hanno 3 o più token Nome. Insomma, stiamo giocando questo congresso dei senza nome per vedere cosa emerge, senza ulteriori ricadute meccaniche.
Alberto e Antonio impostano la scena in una bettola di periferia in cui vanno spesso a mangiare i minotauri. C’è un minotauro male in arnese che trasporta pesi, mentre l’altro era uno di quelli che avevamo visto nel congresso dei senza nome alla fine della terza sessione, e che lavorano alla cisterna che porta l’acqua alle tenute degli empyrei.
Parlano del ritorno dei gruppo di sei minotauri dalla giungla con un ragazzino. Il primo chiede cosa ci siano andati a fare; il secondo dice che ci sono andati di loro sponte, senza essere caduti in frenesia. Il ragazzino, invece, sembrava quasi disorientato dalla città, al ritorno, quasi che non l’avesse mai vista; era molto remissivo, fino a che non l’hanno spinto troppo oltre – dice – dopodiché sembrava quasi più un minotauro che un umano. All’altro minotauro il ragazzino sta simpatico, a pelle, ma per lui è chiaro che non è uno di loro. Dice che vorrebbe parlare con i minotauri tornati dalla giungla per chiarire che non possono spacciare un ragazzino per un fratello: l’ultima volta che è successo, non è andata bene per nessuno. Quei minotauri non sanno quello che fanno e vuole evitare che facciano qualche cazzata.
ConclusioniQui si chiude davvero la nostra sessione. Per Alberto stanno emergendo diverse cose interessanti; Antonio fa notare che questa era la prima sessione nella quale io, come game master, sono andato molto al traino loro, più che il contrario, come accaduto nelle prime tre sessioni.
Io non nascondo che non so bene come interpretare questa cosa, perché, per esempio, anche nella scena del congresso dei senza nome, Antonio, per bocca del primo minotauro, ha inserito diversi concetti in gioco dei quali non si era mai sentito parlare prima. Io ho le mie situazioni e il gioco mi ha chiesto di prepararmi quelle e di basarmi su quelle. È chiaro che, quando devo scrivere nuove mosse per i PNG o nuovi incontri della giungla, mi baso su quanto emerso nella storia fino a questo momento, ma non credo di dover stravolgere tutto o di scrivere situazioni appositamente sulle imbeccate dei giocatori. Inoltre, non sono sicurissimo di come funzionino queste cose a livello di autorità: i giocatori hanno o no la prerogativa di inserire in gioco così tante informazioni di loro iniziativa?
Non lo so. Potrei chiedere qualche lume a Paul. Nel frattempo, chiedo a voi cosa ne pensate.