Se rispondete a Khana rimanendo sul pezzo di Ron e sui commenti che fa su di esso siete ancora in tema.
Se vi mettete a parlare di filosofia estetica e scienza della comunicazione siete brutalmente OT.
E questo come avvertimento. Ben venga il confronto, ma io e Korin non ci siamo scervellati a tradurre per vedere l'articolo sommerso da pipponi mentali, ok? ^^
Cooomunque.
Se badate Ron non dice di eliminare la grafica. Parla di graffette e di bianco e nero perché sono A) Poco costose e B) Differenti dal gioco tradizionale.
Il carretto delle mele bombardato è quello che aveva riempito i negozi di libri figherrimi, con un contenuto grafico stratosferico e... senza gioco dentro. Quello che aveva ridotto i manuali a una serie di carte collezionabili molto costose: si compravano per avere il manuale, perché era figo, perché era piacevole da leggere e guardare ma NON per giocare.
La rivoluzione stava proprio in quello: fare manuali che servissero al gioco. Non fatti per vendere masse di copie ma per giocare.
Tenendo sempre presente questo Khana ha comunque ragione quando parla di color come una delle parti dell'exploration e un buon manuale ti sa anche trasmettere il color in maniera efficace. Inoltre la tecnologia ha fatto passi da gigante nei dieci anni in cui è stato redatto l'articolo e grazie alla moderna informatica un gioco può anche possedere una forte impronta grafica senza influire minimamente sul prezzo finale (costringendo quindi a vendere migliaia di copie per compensare e quindi vendendo supplementi, e miniature e romanzi e...).
L'importante è ricordare sempre che l'obiettivo finale non è essere "bello", ma quello di essere "giocabile".
Se non capite la differenza prendete un qualunque manuale di Vampiri e mettetelo di fianco all'edizione narrattiva di 1001 Notte o a quella janus di Lo Spirito del Secolo.