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D&D 5E: la Caporetto del pensiero razionale?
Leonardo Rubi:
Io lo sto provando da un po' e mi piace.
Di D&D ho saltato le versioni pari (AD&D e 4) ma per quello che mi riguarda è uno sguardo al passato nell'approccio al gioco, per semplicità e per esperienza fantasy. Ovviamente si parla di D&D che fa quello che deve fare, rimane un gioco di combattimenti epici con draghi e fantasmi, e in cui i drammi famigliari e gli intrighi politici implicheranno sempre un buona dose di lotta. E tutto ciò in questa 5ed gli riesce bene.
Gli incroci background+classe servono più che altro a dare colore alla storia carattere del personaggio, che effettivamente vengono giocati in maniera diversa.
Il fatto che le classi hanno poche varianti (senza classi di prestigio né punti abilità) ha spinto i giocatori a caratterizzare il pg pensandolo e giocandolo, piuttosto che incastrando i valori di gioco.
Hanno semplificato molto il gioco: hanno diminuito le abilità, tolto i vari bonus del cazzo, situazioni di opportunità, hanno molto limitato gli oggetti magici, e livellato tutti i tiri per colpire. Senza scendere in dettagli, anche il combattimento è più leggero e veloce, c'è meno da pensare.
Fra l'altro togliendo e semplificando, hanno reso la vita difficile al powerplay... poi ci sarà sicuramente qualcuno così bravo da potenziarsi lo stesso, ma il gioco non ti spinge più a farlo.
Insomma quello che mi pare è che qui semplicemente ti scegli un bg+classe che descrive chi sei e inizi a giocarlo senza troppi altri pensieri. Ognuno ha il suo ruolo in combattimento. E grazie ai background, ognuno ha il suo spazio di ruolo. Sembra che siano riusciti a capire che la semplicità aiuta il gioco invece di impedirlo.
Ci sono anche i difetti, ovvio. L'inspirazione è un contentino. Il gioco è sempre un fantasy-wargame-epico. I personaggi diventano gradatamente troppo forti. Qualche sottoclasse è insulsa.
In giro ci sono regolamenti più innovativi e sistemi in cui c'è più introspezione? Certo, ma non è D&D ed è giusto che non lo sia ;D
Simone Micucci:
Comunque in generale ne ho sentito parlare parecchio bene, sai?
Mirko Pellicioni:
Hanno razionalizzato e pulito AD&D 2a edizione che di fatto è l'edizione più brutta di D&D (anche se ai tempi l'ho amata). Giocabile è giocabile ma piatta sia dal punto di vista di un gioco Old School (unico motivo per giocare a D&D oggi) sia da altri punti di vista interpretativi, dove fa molta confusione e non aggiunge nulla di nuovo. Preferisoc, con tutti gli enormi limiti, la 4a che è più chiara e focalizzata, ma se devo tornare a D&D mi ributto nella Old School di AD&D 1a o persino OD&D.
Per patiti di D&D insomma.
Felix:
Molte impressioni sono già state dette. La sto arbitrando.
Mi piacciono le classi e la loro semplificazione, non male gli elementi di background è i punti ispirazione. La guida del dm fa qualche passo in avanti. Buona la regola del vantaggio. Per me, però, è un modo troppo faticoso di arbitrare e di far funzionare il gioco: come arbitro ho preferito 13thage, mentre i giocatori dicono di averlo trovato complicato: ti do Silvio di darci un occhiata, dovrebbe anche uscire in italiano.
Niccolò:
Poi leggi Into the Odd e dici "ma che cazzo gioco a dnd a fare?" ;)
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