Autore Topic: Le ricorrenti polemiche sugli artwork  (Letto 3184 volte)

Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« il: 2015-02-01 22:14:33 »
Chattando su internet e cambiando gruppi di gioco ho sentito diverse persone lamentarsi degli artwork post 2001, tutti si lamentavano che ricordavano troppo l'estetica di videogiochi e fumetti e che l'uso del colore faceva brutto. Più o meno tutti tiravano in ballo "i videogiochi", non è che si lamentino solo dei gdr, eh, si lamentano pure delle riedizioni dei librogame con nuove illustrazioni, sono "brutte" somigliano a videogiochi "Banedon di Lone Wolf sembra un mago rastone dei Forgottem", il colore è visto con sospetto, bastano le illustrazioni a colori per screditare un libro, pare  ;D
Ora fin che queste critiche le fanno i vecchi catannenni della mia generazione che era a otto bit e sognava in bianco e nero la cosa ci potrebbe pure stare MA ho visto che cominciano a farle pure i ventenni questo genere di considerazioni.

Secondo voi questa nostalgia della grafica old school, parlo della grafica, non del testo, da dove viene? Capita anche a voi di provarla?

Quanto a me, le illustrazioni dei Games Book e della BECMI che sono quelle che saltano fuori più spesso nelle discussioni sono piaciute di certo ma non tanto da farne un monumento, e se c'erano dei capolavori come le illustrazioni della serie Blood Sword c'erano anche delle vere e proprie cacate come certe illustrazioni della Serie Ninja (way of tiger) buttate giù in modo svogliato e sommario, non ho proprio mai potuto soffrire la vista, davvero provocavano il mio sdegno più totale, delle illustrazioni di GURPS 3E: la maggior parte sembravano fatte da uno studente del primo anno dell'artistico armato di uni posca nero.  :P

Moreno Roncucci

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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #1 il: 2015-02-01 23:03:14 »
Come sempre, in ogni generazione (e in ogni periodo) ci sono quelli bravi, e quelli meno bravi. Dire "tutti i disegnatori oggi fanno così" se non è un affermazione davvero banale ("tutti i disegnatori disegnano") è una bischerata.

Detto questo, ogni periodo ha certi stili, una certa estetica, prevalente e altre che sono (almeno per il grosso pubblico) meno considerate...  però visto che si tratta comunque di confronti fra gli stili principali che sono "di massa" in un periodo... di solito si confronta fra di loro il livello basso, "popolare", quello o solo quello più diffuso.

In altre parole: a me le illustrazioni delle ultime edizioni di D&D in generale non piacciono per niente, ma non è che Elmore sia autore di particolari capolavori!  8)
È che è cambiata la visione "popolare" del fantasy.  E anche per questo si tirano sempre fuori i cartoni giapponesi come se fosse chissà quale colpa: è indubbio che hanno contribuito a formare quell'idea di fantasy  (e di fantascienza, e di horror, etc.)

Un po' diverso è il discorso non delle illustrazioni, ma proprio della grafica, del layout di pagina....  lì credo che la diffusione di Photoshop abbia fatto danni terrificanti, non nel senso che sia un cattivo strumento, ma nel fatto che qualcuno magari per fare pubblicità deve aver detto "con questo, anche tuo nipote può fare il grafico!" e in generale troppi editori gli hanno creduto....   ::)

(basta guardare quanto impazzano le righe orizzontali nelle grafiche moderne per rendersi conto dell'impatto che ha avuto il fatto che fare una riga orizzontale nei programmi di grafica è più semplice di ogni altro tipo di riga. Non succedeva quando la grafica veniva impostata a mano)

Io guardo i vecchi manuali Chaosium della fine degli anni 80 e sono di una chiarezza grafica, di una leggibilità, che adesso ritrovi giusto in pochi indie e small-press, mentre le case editrici con più soldi li sperperano in mascheroni con disegni a tutta pagina e il testo nero magari su fondo rosso scuro....

Anche qui alla fine la differenza la fa chi è più bravo e non l'epoca, ma oggi le case editrici pensano di poter pagare di meno per la grafica ("la fa pure mio cugino con Photoshop") e quindi spesso i lavori vengono frettolosi e al ribasso.
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Moreno Roncucci

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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #2 il: 2015-02-01 23:07:08 »
P.S.: questo comunque è un argomento che si presta particolarmente a generalizzazioni, bischerate, affermazioni a vanvera, e banalita, e anche la mia risposta è proprio al livello di chiacchiera da bar. Non può essere altrimenti quanto confronti insiemi confusi e informi tipo "quei manuali di oggi che piacciono a gente che conosco io" con "le cose che piacevano una volta".  Non sperare che ci siano risposte più precise a questo livello di generalizzazione!  8)
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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #3 il: 2015-02-02 09:17:52 »
Anche qui alla fine la differenza la fa chi è più bravo e non l'epoca, ma oggi le case editrici pensano di poter pagare di meno per la grafica ("la fa pure mio cugino con Photoshop") e quindi spesso i lavori vengono frettolosi e al ribasso.

Questa poi è ahimé una cosa generalizzata. E il sito web lo fa mio nipote di 12 anni, e che ci vuole a fare un programmino con Access, ma dai installa Publisher e fai l'impaginazione del libro... scarica Acrobat e fai anche il .pdf!
-- Giuseppe Merigo -- Archer -- Fathan dei Dur

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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #4 il: 2015-02-02 12:49:24 »
In altre parole: a me le illustrazioni delle ultime edizioni di D&D in generale non piacciono per niente, ma non è che Elmore sia autore di particolari capolavori!  8)

Io la penso allo stesso modo, ma al contrario!
Cioè, le illustrazioni delle ultime edizioni di D&D sono tecnicamente spettacolose, e immagino che avere come "vicino di banco", alla Wizards Of The Coast, Magic qualche differenza la faccia.

Posso rimproverare una standardizzazione dei mostri e dei personaggi (è un mini-rant che forse ho già fatto anche qui su GcG?), nel senso che i dettagli dei soggetti, ma anche lo stile pittorico, sono, per motivi di riconoscibilità del brand, molto "appiattiti".

I draghi neri hanno le corna in avanti piegate così-e-cosà, il colore delle corna è esattamente quello lì, ecc. ecc.

Ai tempi, diciamo, della Rules Cyclopedia e AD&D (metà anni '80 circa), questa uniformità di stili "dettata dall'alto" non c'era. Elmore poteva disegnare un drago rosso con un corno solo in un'illustrazione (es.: https://c2.staticflickr.com/4/3623/3427250460_0789f2eef8.jpg ) e con due in quella dopo (es.: http://fantasy.mrugala.net/Larry%20Elmore/Larry%20Elmore%20-%20032%20-%20Dragons%20Of%20Autumn%20twilight%20II.jpg ) e in quella dopo ancora con millemila corna (es.: http://dragonpictures.co.uk/images/gallery/Crimson-Dawn-by-Larry-Elmore-334.jpg ).


Detto ciò, c'è sempre un terribile "effetto nostalgia": la prima cosa che ti fa innamorare di un genere è, al 99%, quella che uno ricorderà come la più bella del mondo.

Prendi un 30-35enne (non uno come me che lavora nel campo del visivo, che ha un po' di conoscenze minime del "dietro le quinte", e che le mode è abituato ad analizzarle con occhio critico) e fagli riguardare i suoi cartoni animati preferiti di quando era piccolo e li guardava in TV... gli farai, mediamente, molto molto male.

Poi oh, per fare una grafica e soprattutto delle illustrazioni BELLE serve TEMPO, tanto tanto tempo, che vuol dire ore di lavoro pagate per il disegnatore (che non è un prescelto di una saga fantasy che nasce con il potere magico dentro di far apparire le illustrazioni dal nulla schioccando le dita)... I manuali di GURPS 3a ed. erano particolarmente scandalosi anche per gli standard dell'epoca, ma non credo che la SJG nuotasse nell'oro, e da qualche parte bisognava tagliare: il selling point di GURPS non era quello, e quindi via, poche illustrazioni, in B/N, fatte al risparmio di tempo e denaro.

Bello? No.
Comportamento sensato? Sì.
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Lorenzo Gatti

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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #5 il: 2015-02-02 22:11:32 »
La convergenza stilistica tra illustrazioni fantasy e videogiochi dipende in qualche misura dalla convergenza tecnologica: molti illustratori "dipingono" al computer, in buona parte con gli stessi software e tecniche a disposizione degli artisti dei videogiochi e dei film.

Mattia Bulgarelli

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Re:Le ricorrenti polemiche sugli artwork
« Risposta #6 il: 2015-02-03 14:30:51 »

Sì e no... ormai ci sono software che riescono a simulare efficacemente i media "tradizionali" (olio, pastello, gesso, ecc. ecc.) e hardware che permettono agli artisti digitali di usare il gesto naturale (cfr. il catalogo Wacom, la linea Cintiq, ormai accessibile anche al piccolo professionista se non anche ai semi-pro).

Io penso che la questione sia di inevitabile sudditanza psicologica verso i media che "fanno tendenza", che la fanno perché da una parte hanno un pubblico vasto abbastanza da "fare massa critica" e spostare il gusto collettivo, e dall'altra sono anche gli ambienti in cui ci sono i capitali per investire nella ricerca, nel seguire e nello spingere le mode.

Ambienti che hanno anche la necessità pressante di restare aggiornati perché il gioco di moda oggi tra 2 anni lo trovi a 5€ su Steam, qualcosa per convincere la gente a sganciare 60€ per un gioco lo devi trovare.

Nel mondo del GdR, che è una nicchia di una nicchia, non c'è molto spazio per sperimentare: hai la necessità di far passare un messaggio immediato.
Sbatti un drago in copertina e il tuo pubblico sa già che dentro si può aspettare classi e livelli, duh.
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