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[MotW] From Russia with love
Sonia Grossi:
ANASTASIA POINT OF VIEW.
Meanwhile, in Moscow..
Fallisco miseramente il tiro di inizio mistero (premonizioni) e do tre prese al keeper per darmi un -1 ai tiri.
È una mattino innevato quando Viktor e Anastasia si danno appuntamento in un bar del quartiere in cui vive il Vento del Nord, per fare quattro chiacchiere tra amici, qualche giorno dopo la stremante avventura a Cecilia.
Siccome sono due scemi in singolo, in coppia possono anche essere peggio.
Tanto Anastasia è imbacuccata e avvolta in strati e strati di calda lana, così Viktor se ne sta in maniche di camicia in attesa davanti alla vetrina del bar.
Dopo uno scambio di battute entrano e si accomodano in un tavolino un poco appartato, ordinano due caffè (che sono immancabili se c’è Anastasia nei paraggi) e poi a modo loro affrontano il discorso della visione congiunta, avuta qualche giorno prima.
Viktor, senza troppi giri di parole, dice che sa di aver condiviso una visione con lei e le spiega che la donna che hanno visto promettere vendetta alla giovane “strega” è di fatto la Strega che lo ha maledetto e rinchiuso in un corpo umano. E Anastasia conferma che sì, sa di aver condiviso con lui la visione e ammette di conoscere la donna. Sono mesi che la sogna, così come sogna spesso lui, mentre si danno battaglia. Non era certa fosse lei ad averlo maledetto, ma sapeva che di certo non c’era un rapporto idilliaco tra i due.
Già che dice di averlo sognato, ammette che lui è una fonte di ispirazione per uno dei personaggi portanti dei suoi libri.
Sì, è vero che prende spunto dal Vento del Nord. Ed è il motivo per cui ogni tanto lo osserva e prende appunti. Peccato che lui non lo sapesse proprio, o non avesse collegato sé stesso al detective, fatto sta che la notizia gli gonfia non poco l’ego.
Eh. Uomini.
Gli rivela anche che nei suoi confronti a volte è diffidente, perché non sa come prendere la sua natura mostruosa. Non sempre capisce cosa lo muova e trova difficile fidarsi del tutto di qualcosa che non comprende.
Parlare tranquillamente, davanti ad una buona tazza di caffè, ad ogni modo, fa sentire più vicini. La magia della caffeina. Anastasia riesce anche a non insultare Viktor e lui riesce a non essere irritante. Alla fine risulta essere una buona mattina.
La casualità (e il keeper che inizia a sfruttare le mosse) vuole che la notte stessa, una volta riuscita a prendere sonno, Anastasia si ritrovi improvvisamente nel salotto della casa che Viktor condivide con Alina e Aleksei.
La casa apparentemente immersa nel silenzio del sonno. E lei, come una babbea, se ne sta in piedi al centro del soggiorno.
Il dubbio di essere diventata sonnambula, oltre che incapace di fare un sonno tranquillo da mesi, le attanaglia lo stomaco.
Ed è mentre si guarda attorno, incapace di capire e di ricordare come è arrivata lì, giacché vive dall’altro capo della città, che suonano il campanello.
In piena notte. Il campanello.
Può essere solo un’emergenza. E visto che in soggiorno non c’è nessuno, si avvia alla porta per aprire e vedere chi è. Tende la mano per girare la maniglia, ma non riesce ad afferrarla. L’attraversa come un fantasma può passare tra i muri.
Nemmeno il tempo di andare troppo nel panico, che di lì a qualche secondo Viktor emerge dalla zona notte e si avvicina alla porta. Pare non notare proprio Anastasia, che cerca anche di rivolgergli al parola, e le passa attraverso per andare ad aprire l’uscio trovandosi, così, di fronte ad un uomo di mezza età, con occhialini da vista tondi e pizzetto a punta. Ha un’aria tutt’altro che raccomandabile. E pare conoscere bene Viktor a cui si rivolge con naturalezza.
Ad Anastasia arrivano solo brutte vibrazioni.
La situazione, se già di per sé è strana perché è incorporea e invisibile nel soggiorno di Viktor, diventa pesante perché vorrebbe esprimersi ma non può.
Non la vedono e non la sentono, e per una persona abituata ad esprimersi senza limitazioni e a fare della parola il suo punto di forza è traumatizzante.
Anastasia si sveglia in un bagno di sudore, nel proprio letto.
Solo il tempo di infilarsi le pantofole, correre al pc portatile per appuntare il sogno e poi chiamare Viktor, credendo di aver assistito ad un avvenimento contemporaneo e quindi dargli supporto e temporeggiando per lui. E finendo, invece, per svegliarlo.
Ovviamente il Vento si preoccupa, chiede ad Anastasia cos’ha visto e dopo il riassunto agitato e nervoso della scrittrice, le dice che va a prenderla per farle passare la notte da loro.
Sentirla agitata deve aver agitato anche lui, in qualche modo, e gli ha fatto sorgere l’istinto di non lasciarla da sola dopo il brutto sogno. Sarà da lei in men che non si dica.
In fondo sa anche essere carino. Un irritante uomo delle caverne con il cuore tenero, nonostante lui continui a sostenere di essere il gelido e duro vento del nord.
Il tempo di avvisare Alina e di prendere le chiavi del suo discutibile van, e Viktor è in viaggio in direzione della palazzina in cui vive Anastasia, che nel frattempo ha approfittato per fare una doccia e cambiarsi.
Quando suona il campanello, la scrittrice apre senza nemmeno controllare. Una dimostrazione di fiducia non da poco. O forse di avventatezza, chissà.
Ed è mentre scambiano convenevoli di rito, prima di dirigersi assieme al van, che il telefono della scrittrice suona.
A quell’ora - e con la suoneria personalizzata, può essere solo Diego. Chiama per sentire come sta la sua cliente, per fare conversazione. In piena notte. Anastasia cerca di liquidarlo in fretta, sorvolando sul fatto che non riesce proprio ad andare avanti con il libro.
E tra una risposta all’interlocutore dall’altra parte del telefono e un’occhiata a Viktor per invitarlo ad avviarsi, che tanto lo segue a ruota e chiude casa, dalla strada sotto casa si sente prima uno stridio di gomme, un grido e il rumore di un veicolo che si è andato a schiantare.
Inutile dire che la telefonata viene chiusa in fretta e furia, e che Viktor e Anastasia si scapicollano di fuori.
Viktor è più veloce e arriva sul punto dell’incidente, a poco più in là del portone di casa di Anastasia, per primo.
Davanti agli occhi gli si presentano una figura umana rannicchiata in mezzo alla strada ghiacciata e un’auto schiantatasi contro un lampione, che ora va ad intermittenza. L’autista è rivolto sul volante, apparentemente vivo, ma privo di sensi. Anche l’uomo in mezzo alla strada è vivo, trema e farnetica.
Viktor non ci pensa su - ma dai?, ed estrae l’autista dall’auto, portandolo sul marciapiedi e usando il proprio giaccone per accomodarlo meglio. Il tempo che anche Anastasia arrivi sul posto e Viktor sta già correndo in mezzo alla strada per recuperare anche il tipo farneticante - e che poi riconoscerà come il proprietario del negozio in cui lui e i ragazzi vanno spesso a fare la spesa. Lo affida alle cure di Anastasia, che sta già chiamando la polizia per segnalare l’incidente e prova anche a dire che in caso di incidente è anche il caso di lasciare i feriti dove sono, ma non fa in tempo a dirlo che il cacciatore corre verso un tombino aperto, in mezzo alla strada, e ci si tuffa dentro. Sta seguendo una non ben definita pista.
Anf. Che fatica essere una cacciatrice con dei compagni avventati!
È un mini infarto in canna ogni volta che fanno un passo, sono come bombe ad orologeria.
Non sai quando, ma sai che prima o poi faranno qualcosa che ti farà preoccupare a morte, senza spiegazioni.
Mentre Viktor si improvvisa speleologo, Anastasia si occupa dei due incidentati e avvisa i ragazzi, che sono rimasti a casa.
Sceglie di telefonare ad Aleksei, che risponde dopo qualche squillo, e mentre lei avvisa che c'è stato un incidente davanti a casa sua e tra il prestare soccorso e infilarsi nei tombini ci metteranno un poco a tornare a casa, Alek le riferisce che a casa loro c'è un tipo discretamente losco, che cerca Viktor.
Il primo suggerimento, dopo aver appurato che è lo stesso tizio visto nel sogno, è quello di frugargli nelle tasche per vedere se nel portafogli ha qualche documento utile a riconoscerlo. Nel mentre, di sfondo si sente Alina che chiede se ha fatto bene a “bloccarlo”.
Inutile dire che la scrittrice resta non poco perplessa. Ma cosa combinano quei due, da soli? E quanto abuso di magia e energie fa Alina? Non va bene. E non va bene che quell'uomo sia in casa con i ragazzi da soli. Però sanno badare a loro stessi, questo è certo.
Riagganciato il telefono, Anastasia passa il proprio giaccone al negoziante, che è sporco e infreddolito. Ha l’aria talmente spaurita che Ani suppone sia in fase di shock post traumatico per l’incidente scampato.
Mentre spera che l’uomo si calmi, si guarda attorno (leggere una brutta situazione). È più forte di lei la necessità di capire la dinamica dell’incidente. (indagare il mistero)
È evidente che la macchina abbia sterzato proprio per evitare il negoziante, che ha attraversato la strada di corsa stando alle impronte, e a causa del fondo stradale ghiacciato abbia perso il controllo del veicolo andando ad incocciare contro il lampione. E grazie ad un cumulo di neve a bordo strada, ha anche attutito l’urto. Certo è che se un uomo di una certa età si mette a correre in mezzo alla strada, senza guardare, forse c’è un motivo.
Tra una ficcanasata, Viktor che si tuffa nel tombino per seguire chissà che pista e una domanda mirata all’uomo, Anastasia deduce che stava scappando da qualcuno. O qualcosa.
E a quel punto inizia a parlare con l’uomo, sperando intanto di calmarlo. In fondo l’incidente non è stato grave. La polizia sta arrivando e anche l’ambulanza. Insomma, ci saranno presto soccorsi. Quindi perché non le dice cos’è accaduto così può aiutarlo a spiegare alla polizia? Eh? Stava scappando, da chi? Perché? Peccato che l’uomo sia così spaventato che quello che ne ottiene sono frasi sconnesse e informazioni frammezzate. Ha fatto un patto con qualcuno che ora vuole saldare il conto. E a quanto pare è un conto salato.
Se è un usuraio lo si denuncia, quindi Anastasia insiste. Se gli serve aiuto non ha che da chiedere. E lui starebbe anche per dire di più, forse la faccia della bionda un po’ di fiducia riesce a smuoverla.. ma l’uomo prende fuoco.
Improvvisamente.
Autocombustione, lì in mezzo alla strada.
E Anastasia non sa che fare.
Da sola, alle prese con un tipo svenuto, uno che prima straparla e poi prende fuoco all’improvviso come un cerino. Non ce la può fare. E l’odore di carne che brucia, che nonostante cerchi di soffocare le fiamme non riesce ad ottenere altro che un giaccone bruciacchiato, è nauseabondo e al contempo ricorda i BBQ fatti in spiaggia.
Cielo, che schifo.
Ha un principio di attacco di panico con relativa nausea e proprio in quel momento Viktor risale dal tombino, con la maglia strappata e macchiata di sangue, ma apparentemente senza ferite.
Il Vento le dice che ci sono anime in pena che vagano nelle fognature. Ani non ha nulla da aggiungere, che quel che è successo lì lo può vedere da sé, a parte assicurare di non aver fatto altro che fare domande e l’uomo si è infiammato da sé.
Che panico!
Non bastasse lo shock della torcia umana improvvisata, si iniziano anche a sentire le sirene della polizia.
E siccome in preda al panico Anastasia ha il pensiero laterale che singhiozza e le suggerisce soluzioni scavezzacollo, conviene Viktor a salire nell’auto incidentata ma ancora funzionante, mette in moto e parte a tutta velocità, facendo un’inversione di marcia che nemmeno Vin Diesel in Fast & Furious. Finendo per farsi inseguire dalla polizia, ormai nei pressi dell’incidente.
Sig.
E l’unica spiegazione che sa dare a Viktor che le chiede cosa sta facendo, è che con un uomo bruciato vivo come fanno a spiegare cos’è successo e a farsi credere?
Non c’è verso di convincerla a separarsi, per riuscire a far scappare almeno uno di loro mentre l’altro attira la polizia, che per altro è alle loro calcagna.
A mente un poco più lucida, secondo Anastasia ha più senso se si fanno prendere entrambi. Ammettere il momento di panico sarà meno complesso che spiegare come mai uno dei due è scappato. E soprattutto non vuole stare da sola ancora. Ché, ogni volta che la mollano a sé stessa succede un casino.
Come ora.
In fondo, se Viktor non se ne fosse andato per i fatti suoi, non si sarebbe impanicata davanti ad un processo di autocombustione e non avrebbe fatto quel casino! Ecco.
A dire il vero la decisione di rubare la macchina e poi di farsi prendere dalla polizia è stata la conseguenza di un -1 ad agire sotto pressione, quando il keeper ha sfruttato una delle sue prese. ollè! Però è stata molto divertente la scena.
E, di fatto, a questo punto noi sappiamo che c’è qualcuno che fa patti in cambio di pagamenti sostanziosi (tipo la vita altrui), che ci sono anime erranti e che qualcuno cerca davvero Viktor.
[continua]
Anna Koprantzelas:
Aleksei "Lyosha" Alkaev (soprannominato da tutti "bellosguardo", "belle ciglia", "bella bambina" o "signorina"... Sì, verranno aggiornati man mano che ne arriveranno altri... =.=)
Umano
Ragazzo, viso ridente, abiti casual.
Affascinante: +2
Freddo: 0
Acuto: -1
Duro: +1
Strano: +1
Non Preoccuparti, Vado a Controllare
Ogni volta che vai in giro per conto tuo per controllare un luogo (o qualcosa) di spaventoso, segna esperienza.
Fidati di Me
Quando dici la verità a una persona normale per proteggerla dal pericolo, tira +Affascinante. Con un 10+ farà quel che le dici di fare senza domande. Con 7-9 lo farà, ma il Custode sceglie un’opzione fra:
• Prima ti fa una domanda difficile.
• Esita e vacilla per un po’.
• Ha un’idea “migliore”.
Con un fallimento, penserà che sei pazzo e magari anche pericoloso.
Cosa Potrà Mai Andare Storto?
Ogni volta che ti butti nel pericolo immediato senza prendere precauzioni, prendi 2. Puoi spendere le tue prese per:
• Infliggere +1 danno.
• Ridurre il danno subito da qualcuno di 1.
• Avere +2 prossimo a un tiro per agire sotto pressione.
Aleksei Alkaev, per gli amici Lyosha, è un diciasettenne russo, cresciuto in orfanotrofio.
Capelli scuri ed occhi azzurri adornati da delle luuuuunghissime ciglia, espressione sempre allegra e vivace. Veste fondamentalmente con le prime cose che gli capitano a tiro. E' sempre allegro e scherzoso, "un po'" avventato ed irresponsabile.
Ha passato l'infanzia in compagnia della sua migliore amica Alina, è stato il primo a credere ai suoi racconti sui mostri ed ha iniziato ad accompagnarla in varie peripezie all'interno dell'orfanotrofio.
La vita lì non era facile ed i due hanno trovato sostegno l'uno nell'altra ma, con il passare del tempo, per Aleksei Alina è diventa qualcosa di più di una semplice amica. Se prima erano molto affettuosi l'uno nei confronti dell'altra le cose ora sono un po' cambiate, poiché Lyosha non riesce a non imbarazzarsi a morte ogni volta che Alina cerca un po' di contatto fisico!
Tramite Alina Lyosha ha conosciuto Anastasia e Viktor.
Quando quest'ultimo ha deciso di adottare Alina lui si è intrufolato nel retro del suo camioncino e si è fatto trovare a casa loro qualche giorno dopo.
Così è iniziata questa fantastica ed emozionante nuova vita da cacciatore di mostri accompagnato dalla fedele mazza da hockey, il coltellino svizzero ed il bellissimo motorino( http://img715.imageshack.us/img715/1314/dscf1667e.jpg ) !
Legami con Alina: Mi piace molto. Abbiamo superato la vita nell'orfanotrofio insieme.
Legami con Viktor: Una volta ha perso il controllo e mi ha quasi ammazzato. L'ha fermato il mio sguardo innocente. L'ho salvato per caso da un mostro!!! Perché sono figo!!!
Legami con Anastasia: Le ho salvato la vita da un deliquente dandogli una mazzata in testa!!! Sono ancora più figo!!!! Leggendo i suoi libri ho realizzato che i mostri sono reali. E' la mia autrice preferita!
Sonia Grossi:
[< continua]
E quindi riprendiamo la sessione con i nostri baldi eroi vengono portati alla centrale di polizia, tenuti separati in due salette diverse.
L’impressione di Ani è di essere finita in un film d’infimo livello, sullo spionaggio.
La stanza in cui è tenuta lei è piuttosto spartana e presuppone che Viktor non sia trattato meglio.
Ad ogni modo, dopo un po’ che è stata lasciata sola in quella camera con solo un tavolo e due sedie, ammanettata, Anastasia inizia a far rumore per attirare l’attenzione. Un calcio a una sedia, un colpetto sul tavolo, chiama gli agenti. insomma, fa un poco di baccano.
Va bene essere in Russia, ma almeno poter chiamare qualcuno per avvisare di esser stati portati in prigione glielo devono.
E quando nella stanza entra un agente, con la faccia così ingrugnata che sembra aver preso un pugno che gli ha insaccato i tratti del viso, lo aggredisce con un fiume di parole quasi da intontirlo.
Ma lo sanno chi è? Non hanno già abbastanza problemi con la pessima nomea della polizia russa, che si prendono con calma con una VIP ammanettata? Deve andare anche in bagno. E, in effetti, è scomoda la sedia. Ah, i titoloni che compariranno sui quotidiani europei.. e il suo amico dov’è? Ma la Convenzione di Ginevra permette certi comportamenti?
Ciance, tante. (ho letto tutti i tuoi libri)
Il fatto che, in effetti, sia stata lei a rubare l’auto e a scappare, senza apparente motivo, non viene certamente accennato. Ssssh.
L’agente esce, senza spiccicare parola (e non è chiaro se sia perché è stato stordito di chiacchiere o perché è semplicemente taciturno) e pochi istanti dopo uno tacchettare regolare annuncia l’arrivo di qualcun altro.
Ad aprire la porta è una ragazza, sempre in divisa, dall’aria simpatica. Ha le braccia cariche di fascicoli, nemmeno fosse un mulo!, e in cima a tutto c’è quello che è chiaramente uno dei libri scritti da “Libuse”, il nome d’arte di Anastasia.
L’agente, una biondina che risponderà poi al nome di Olga Fedorova, si libera del peso appoggiando tutto sul tavolo, saluta, apre il libro, guarda la foto sulla copertina, guarda Anastasia, appura che è lei.. e si scusa per come la stanno trattando. È evidentemente una fan, che però cerca di contenersi perché è in servizio e in fondo la situazione è un poco ingarbugliata.
Poco male, sfruttando il fatto di trovarsi di fronte ad una potenziale collaboratrice, Ani sfoggia il suo miglior sorriso, chiede di poter avvisare qualcuno e come sta Viktor, si mette anche a completa disposizione della polizia ammettendo di aver agito in modo sconclusionato coinvolgendo anche l’altro. (Manipolare come se piovesse)
Ne ottiene la possibilità di chiamare qualcuno e ripiega sul fare una telefonata a Diego, l’unico adulto che possa effettivamente aiutarla in questo caso. Conta che ad avvisare i ragazzi ci pensi Viktor, almeno per farsi mandare un avvocato o qualcosa di simile.
Vien da sé che l’Agente, che era beatamente nel regno dei sogni, rimanga mezzo sconvolto quando la sua cliente gli dice di aver bisogno di un avvocato, perché dopo l’incidente accaduto sotto casa le cose si sono un po’ ingarbugliate e lei è finita col rubare un’auto e a farsi inseguire dalla polizia.
Se potesse mandarle un legale, che lei non saprebbe chi chiamare a Mosca, ne sarebbe molto grata. Si scusa ancora e restituisce il telefono all’Agente Fedorova.
Mentre Anastasia riesce a fare la sua telefonata a Diego, Viktor viene intrattenuto da un paio di poco simpatici poliziotti, che lo provocano e maltrattano. In qualche modo Viktor non perde completamente il controllo e sopporta, realizzando che uno dei due agenti è per altro un’anima “dannata”, come quelle che ha trovato nelle fogne. Un altro stolto che ha stretto un patto.
Nonostante la compagnia poco piacevole riesce comunque ad avvisare Alina, mandando un messaggio portato da refoli di vento, in cui l’avvisa di cos’è accaduto.
L’Agente Fedorova fa visita anche a lui, portandosi appresso tutti i fascicoli con cui è entrata nella stanza in cui è tenuta Anastasia. L’arrivo della poliziotta fa alzare i tacchi ai due attaccabrighe, che però non risparmiano commenti a mezza voce anche a lei.
Ad ogni modo, dopo iniziali “convenevoli”, l’agente viene al punto e gli fa presente che sa della sua tutela per Alina. E gli chiede cosa ne sa di un altro ragazzo, Aleksei, scappato dall’istituto.
Poi, siccome Viktor è un po’ un ceffo, e sono troppe ore che è chiuso in quella camera, inizia ad agitarsi e a sbattere i pugni sul tavolo. A calciare le sedie.
Era già stato detto che a Vik i posti chiusi non piacciono? Beh, non soffrirà di claustrofobia, ma ci va proprio vicino. E inizia a dare di matto.
Inutile dire che Anastasia, sentendo il casino, si agita, chiama Viktor a voce alta e inizia a dare a sua volta colpi contro il muro.
Suppone che lo stiano picchiando. O mettendo sotto torchio. Sa anche che è una testa calda, quindi sai mai che si metta a picchiare i poliziotti.
L’agente Fedorova sentendo che pure lei fa casino, torna a vedere cos’ha e quando trova Anastasia con un’espressione effettivamente preoccupata che chiede di Viktor, di poterlo vedere (e dopo un sapiente uso di Manipolare) acconsente a far incontrare i due reclusi. Anastasia assicura che non ha intenzione di creare casini. Ma assieme possono dare una visione d’insieme di quanto accaduto. E poi non serve nemmeno che le tolga le manette. Le basta di vedere e farsi vedere da Viktor, per rassicurare entrambi.
Così vengono riuniti, nella stanza di Viktor. E parlandosi un po’ sopra, sfoggiando una parlantina sciolta e facendo leva sul fatto che Olga pare non proprio convinta di cosa sia successo (cioè, altri abusi di Manipolare) Anastasia si fa dare un foglio e una penna e con l’aiuto di Viktor mette su carta gli avvenimenti della nottata da quando ha chiamato il pronto intervento a quando sono stati portati dentro. Inserendo anche quello che per loro cacciatori è “ordinaria amministrazione” ma che ad Olga sembrano voli di fantasia.
(Murder, she wrote. tre prese da spendere per altrettante domande, quando si ha il tempo per ragionarci su. spesa subito una, le altre sono state usate più avanti, con più elementi.) Mettendo in ordine gli eventi della nottata, ad Anastasia sorge il dubbio su chi in effetti sappia più di quanto ha detto fino ad ora. E si rende conto che il venditore, il conoscente di Viktor che è arso vivo, non ha detto tutto quello che sapeva. Forse Viktor sa come parlare con lo spirito di un morto? A lei pare sia possibile farlo, magari lui ha un metodo comprovato per parlare con i morti.
Per Olga è decisamente troppo.
Sarà pure disponibile ad ascoltarli, ma da lì a farsi prendere per il naso con storie di anime in pena e simili non ci sta. Li fa quindi confabulare un po’, ma poi li separa. Si fa restituire la penna e fa tornare Anastasia nella stanza attigua. Ani ci prova a dirle che quello che è accaduto non è proprio una cosa normale, ma tra il non voler passare per matta e temendo di tirare troppo la corda (abusare del proprio Charme non è sempre una buona idea) assicura che se ne starà buona lì, a disposizione per qualsiasi domanda debbano ancora porle. E in attesa del legale che Diego dovrebbe mandarle.
Tempo nemmeno di finire di parlare ad Olga che Viktor fa altro casino, nella camera accanto, sbattendo sedie a terra e contro il muro, e ha anche la percezione di Alina in pericolo. E’ stato in quella stanza, ad aspettare, davvero per troppo tempo. Forte della Magia che gli scorre dentro e preoccupato per la propria pupilla, diventa Vento e va da lei.
Mollando Anastasia da sola. Meh. Di nuovo.
Vabbè, prima o poi si farà una ragione del fatto che non ha intenzione di stare con lei, che forse non capisce che anche a lei serve appoggio o la semplice presenza dei compagni quando le situazioni piegano male.
Ma è adulta, quindi passa oltre. E manda giù il rospo. Se ne sta al caldo e beve caffè gratis, che è sicuramente meglio di una fogna puzzolente.
C’è una sorta di gap temporale, un cui gli eventi per necessità si mescolano e i tempi sono più o meno dilatati.
Ma passano alcune ore, in cui le chiappe di Ani hanno ormai preso la forma della sedia e lei è ignara di quanto stiano facendo gli altri nelle fogne e di quante ne stiano effettivamente buscando, c’è fermento per la scomparsa di Viktor ma le non ne sa nulla. Improvvisamente si sentono trambusto nel corridoio e una voce più che famigliare, con un marcato accento ispanico chiede informazioni su dove si trovi la signorina Ortiz.
Diego, agghindato come se fosse reduce da una festa su una spiaggia di Miami - e nonostante tutto bello come il sole, e forte dell’appoggio di un famoso legale locale ha ottenuto di far uscire Ani pagando cauzione. E quindi Anastasia si trova travolta dal ciclone Diego, vestito troppo leggero per il clima di Mosca e con una faccia che lascia trasparire i postumi di una notte brava – deve aver indossato i vestiti smessi e preso un volo privato, che con una certa verve le fa notare di avere un’aria proprio sbattuta e che con premura le propone di uscire in fretta e farsi spiegare quanto accaduto, magari davanti ad un caffè. Fa appena in tempo a lasciare il proprio biglietto da visita ad Olga, nel caso dovesse contattarla e volesse spiegazioni private sul farneticare della sera prima. (cerchiamo di farci alleati nella polizia, insomma! Che non guastano mai.)
E nel momento stesso in cui si avviano lungo il marciapiede per cercare un taxi, i nervi mai troppo saldi di Anastasia cedono del tutto.
La notte d’inferno, la tensione di aver assistito ad un incidente, di aver visto un uomo bruciare, di esser stata più volte lasciata a se stessa, le fanno accogliere male il povero agente. Gli dà risposte sommarie, dà informazioni sconnesse su anime vaganti sotto terra, accenna all’uomo arso vivo, ai ragazzi in pericolo. E lui, paziente, le prende la mano, le dice che è al suo fianco e poi, in effetti, non sa bene come affrontare la situazione. Sotto la neve che ha ripreso a cadere, infreddoliti e in cerca di un taxi per andare verso casa di Anastasia.
Fanno una sosta in un bar, perché Diego deve essere in qualche modo riscaldato per evitargli una broncopolmonite, e lì Ani prova a chiamare Alina, Aleksei e Viktor, ma non riesce a contattarli. I telefoni sono irraggiungibili.
Sì e no che sente le chiacchiere di Diego, che fa humour frivolo per alleggerire la situazione. E per la prima volta nella sua vita, Anastasia prova a fare una magia.
Non ci crede davvero molto, voglio dire non è Viktor, non è Alina. Sa che la magia esiste, ma da lì a saperla padroneggiare ne passa.
Comunque, dopo aver fatto un aeroplanino con un tovagliolino di carta, mentre lo lancia verso la porta del locale, si rivolge agli spiriti dell’Aria che spesso Viktor nomina e chiede loro di guidarli dai suoi compagni. Con una mezza imprecazione quando un’ala dell’aeroplanino le fa un taglio sulla mano e assorbe sfacciatamente il suo sangue, vorace, Anastasia guarda con aria meravigliata quel tovagliolo che a logica non dovrebbe volare, per il peso e la consistenza della carta con cui è fatto, e scatta in piedi, prendendo Diego per un braccio, stampandogli un bacio sulla bocca e obbligandolo a seguirla mentre rincorre l’aereo per le vie gelate della città. (Use magic 7/9, glitch 1danno ignora armatura.. Il taglio sulla mano le ha fatto usare meno l’arto.) Il bacio è dettato dall'entusiasmo e non ha nulla di malizioso. Ciò non toglie che sia spiazzante per il povero agente travolto dagli eventi.
[continua ancora.. sorry. >]
Sonia Grossi:
[<< continua]
Seguendo l'aeroplanino, scapicollandosi sui marciapiedi e tra le strade della zona, quasi senza rendersene conto Anastasia e Diego finiscono esattamente davanti al palazzo in cui vive Ani. Parte del marciapiede porta ancora i segni di quanto accaduto durante la nottata, ma il traffico scorre tranquillo. Una macchina ogni tanto. E l'aeroplanino va a posarsi, atterrando con una certa grazia, proprio sul tombino in cui la notte prima si era calato Viktor.
Dopo un momento di sorpresa per entrambi, Anastasia valuta la situazione e decide che se deve scendere là sotto, allora andrà da sola.
Riempiendo Diego di chiacchiere sul farsi un bagno caldo e mettere qualcosa sotto i denti, convince il ragazzo (Manipolare. 12 di dado!) che, considerando il suo abbigliamento poco adatto, sarebbe il caso che lui si mettesse comodo in casa mentre lei esce e cerca gli amici. Nel dirlo, intanto, lo porta verso l'edificio, nell'androne, su per le scale. In sostanza lo travolge e lui non può che essere vittima degli eventi.
Tornerà, spera, in breve tempo.
Ridiscende in strada, quindi, e procede alla discesa nel tombino, badando a non farsi investire da una macchina. Decide di non allontanarsi troppo dalla scala, prima di aver abituato la vista al buio e di aver preso un po’ di confidenza con il posto (leggere la situazione. 7/9, una domanda.). Sente dei passi, dei rumori e delle voci. Inconfondibilmente riconosce Alina e Viktor, quindi accende la torcia e la fa oscillare, dopo averli chiamati a voce alta, per attirare l'attenzione e far notare la sua presenza e posizione.
Trova abbastanza inutile inoltrarsi per cunicoli che non conosce se può, invece, farsi raggiungere esattamente all'uscita della fognatura. C'è puzza, non ha bene idea di dove potrebbe finire se per caso perdesse la strada. Insomma, non è il caso di mettersi a gironzolare se può evitarlo (che pericoli non ho notato? Che le fognature sotto Mosca sono un vero e proprio dedalo infinito e perdersi sarebbe un non nulla.).
Fa sentire ancora la propria voce e sventola la torcia, per continuare a segnalare la propria presenza, quando sente avvicinarsi i passi e le voci degli altri due. È abbastanza tesa, il posto non le piace.
In compagnia di una ragazza, che è sporca, ferita e probabilmente sotto shock.
Anche Viktor e Alina sono sporchi e feriti, e a vederli così malconci la preoccupazione di Anastasia si tinge di rabbia.
Perché Alina è nelle fogne? Com'è possibile che riescano a mettersi sempre nei guai, uscendone per altro stracciati e sanguinanti? Chi è quella ragazza? E cosa vuol dire che l'ha trovata Aleksei? Lui adesso dove si trova? Perché non possono pensare prima di fare qualsiasi cosa? Perché la giovane non ha gli occhi? Per Dyo?!
Già che sono sotto casa sua, tanto vale che salgano a darsi una sistemata. Così possono stare al caldo e fare il punto della situazione. Inventerà qualche scusa colorita per giustificare la presenza di gente così mal ridotta nell'ascensore del palazzo.
Anastasia è furiosa, per un insieme di cose diverse. È combattuta tra l'effettiva preoccupazione che le provocano ogni volta che fanno qualcosa di avventato e l'idea che trovino naturale e dovuto che, se anche fanno stronzate, lei sarà lì per dare loro supporto e mettere pezze dove loro fanno strappi. Si sente notevolmente data per scontata.
Appena entrati, indica loro il bagno e li avvisa della presenza di Diego, che evidentemente è ancora in bagno se non lo si vede in giro per casa. Ani alza la voce per farsi sentire anche da lui e annuncia la presenza di altri ospiti.
Mentre Alina, Viktor e la ragazza senza occhi s’infilano nel bagno libero e si danno una sistemata, curandosi e lavandosi, Ani porta qualche indumento pulito, per lo più per le ragazze, e poi intercetta Diego che in preda all'entusiasmo di aver sentito della presenza di Alina è uscito con addosso l'accappatoio di Anastasia.
E' decisamente troppo.
Meglio che si vesta. Le presentazioni fatte bene le faranno poi dopo, magari mettendo qualcosa sotto i denti.
In quel momento, Aleksei chiama. Una volta sfuggito dall'Inferno in cui si era andato a cacciare, e uscito in superficie, gli sono arrivati tutti i messaggi con i tentativi di contattarlo fatti prima.
E' ferito, ma sta bene. Circa. E' anche stato all'inferno, ha incontrato l'uomo con gli occhiali! E' fomentato.
Ah, l'entusiasmo giovanile.
E, infatti, di lì a pochi minuti suona al citofono e Anastasia lo accoglie abbracciandolo. Lo studia anche per bene per vedere se è ferito, dove, come. Insomma, per capire che cosa fare nel caso sia necessario intervenire. Ha una brutta ferita, che può pulire, disinfettare e incerottare meglio che può.
Diego si trova spiazzato dalla situazione e inizialmente gironzola per casa con aria smarrita e più che altro stando tra i piedi.
Dando fondo ad altri cerotti e disinfettante, Aleksei e Anastasia si aggiornano reciprocamente su quanto vissuto e accaduto. Se già non era abbastanza preoccupata prima, i particolari aggiunti da Alek alla somma di eventi già conosciuti non la calma proprio. Anzi. Una volta sistemato il sistemabile lo lascia a giocherellare con il telefono, perché ha qualcosa da confabulare con Veronika e soprattutto flirtare e parlare con dei coetanei è sicuramente più riposante che dare la caccia ad un diavolaccio nelle fogne, anche se il soggetto della conversazione è proprio quello.
Anastasia non sa bene cosa dire a Diego, per spiegare la situazione. È effettivamente un casino.
Quando Viktor esce dal bagno bello e splendido, come se fosse a casa propria e chiede se possono mangiare qualcosa, suggerendo a Diego di preparare qualche panino, Anastasia sbrocca. Del tutto e senza preavviso.
Alina non è contenta del pigiama di ricambio che le è stato prestato e finge di non vedere Alek in salotto, in preda a chissà quale geniale intuizione adolescenziale che ti fa credere che ignorare una persona a cui tieni te la farà stare più vicina, Viktor e Aleksei sono due teste calde e non pensano mai prima di fare qualcosa creando sempre caos, c’è una tipa senza occhi che gira come un’anima in pena per casa ed è la cosa più angosciante che sia entrata tra quelle mura.
La casa di Anastasia è il suo punto sicuro, il luogo in cui passa il tempo a fingere di lavorare e creare storie, ma rimane il suo territorio. E per quanto bene accetti, gli altri sembrano pensare che, siccome sono stati accolti e invitati, allora è plausibile fare come a casa propria. Anche no. È un’altra cosa che mina la pochissima calma di Anastasia. Non solo dai per scontato che io sarò lì a pararti il culo, ma ti prendi libertà che non ti ho concesso, non ringrazi e rendi la mia immacolata casa un porcile.
Ma vaffanculo, va.
Ci manca anche Alina che improvvisamente diventa timida con Diego, quando ci ha flirtato per settimane senza nemmeno conoscerlo e prendendo per oro colato quanto leggeva nei messaggi scambiati con lui e i commenti fatti da Anastasia. Giusto cielo! È la stessa persona con cui hai chattato anche ieri! Solo che adesso è un corpo solido e non un display!
Pende di mira il primo malcapitato che le passa davanti, nelle vesti di Viktor, e gli dà dell’irresponsabile. Ha il dovere di crescere e tutelare una ragazzina, cosa che sa anche la polizia o la Fedorova non avrebbe riesumato i fascicoli della pratica di affido, eppure non si capisce chi tra Alina e Viktor sia il più scriteriato. Non solo! Accoglie in casa sua un fuggiasco, perché Aleksei è esattamente quello. Un adolescente scappato dall’istituto per infilarsi nella famiglia disastrata che dovrebbero essere Viktor e Alina. E invece di inculcare loro un po’ di sale in zucca li rende dei selvaggi. Se lui è il Vento del Nord ed è adulto, i due ragazzini non sono “mostri” come lui.
Tra l’altro, Aleksei e Alina cosa credono di fare imitando quello che a conti fatti è un essere soprannaturale? Cercare di farsi ammazzare entro i vent’anni? Con che criterio si pongono verso la caccia? Perché cacciano, quando non sono obiettivamente preparati? Un cacciatore è un eroe (convinzione nata dai racconti d’infanzia, un legame con il BG venuto fuori in creazione), non un cialtrone che sa che esistono i mostri e allora rischia la vita per stanarli.
Deve mettere la propria vita nelle loro mani, come loro mettono la propria nelle sue. Ma deve fidarsi. Se non sono persone degne di fiducia, perché un attimo prima ci sono e quello dopo si stanno scapicollando altrove, come può considerarli il proprio gruppo?
Che aspettative di vita hanno, almeno Alina e Aleksei, che ce l’hanno ancora tutta davanti? Possono ancora tenere il mondo in pugno, se volessero, e preferiscono nascondersi dietro la scusa dell’infanzia difficile. Contenti loro, Anastasia non insisterà di sicuro. E non si sentirà di certo in colpa per avere avuto una famiglia che le ha voluto bene.
Ma di certo nemmeno lei sta vivendo anni facili, visto che ha dovuto rinunciare alla sua vita dorata proprio per colpa dei mostri che vivono nei suoi incubi e che la stanno lentamente logorando.
Se vuole ritornare a dormire, se proprio non può avere una vita tranquilla, e salvarsi da un lento ma continuo esaurimento e logorio di se stessa, deve rimboccarsi le maniche. Ed è quello che sta facendo. Si sta salvando da sola, se non lo fa nessun altro.
(affrontare questo discorso, anche con termini forti, a me serviva per rendere palese e chiaro il disagio del personaggio. È disturbata, ha carenza di sonno, si sta stremando. E inoltre mi serviva capire in che direzione si stanno muovendo gli altri, che in certe occasioni sembrano dei moscerini sotto acido.)
Ammettere di fare incubi da mesi, ormai, di aver perso il sonno (e in parte la testa, è chiaro) lascia un po’ tutti sorpresi. E Diego e Aleksei la stringono in un abbraccio sandwich, per farle sentire affetto e comprensione.
E quel contatto umano e fisico che, in effetti, non aveva cercato rompe la scorza nervosa di Ani, che si mette a piangere e va in bagno, per allontanarsi dagli altri e avere qualche istante per riprendersi.
Detto fatto, che qualcuno bussa alla porta. Diego le chiede di poter entrare e lei non ha nulla da obiettare. Anzi. Anche lui sarà abbastanza sconvolto. E Anastasia si scusa profondamente per averlo coinvolto in quella situazione, senza contare che, in effetti, non sta nemmeno andando avanti con il libro. Insomma, è un disastro su tutti i fronti.
Ed è in questo momento, che dopo uno scambio abbastanza intimo di scuse e spiegazioni vicendevoli, Diego la bacia. Dolce. Comprensivo.
Wait. WHAT?
Ma lui non era gay?
PORCACCIALAMISERIACCIA.
È stata così tonta, in tutti gli anni di collaborazione, a non capire che ha preso una cantonata infinita con Diego? Priorità, rapporti, modi di porsi, confidenze... cambia tutto. Ora è lei l’adolescente rimbambita che non sa cosa fare. (slow clap al keeper, che ha mollato la bomba.) E il modo di fare sconvolto di Ani lascia imbarazzato pure Diego che, per essere un cialtrone casinista, tra i due riesce anche a dimostrarsi più adulto e con una certa fretta si leva d’impiccio rimandando il discorso a un’altra volta.
Piccolo stacco temporale in cui i cacciatori si riorganizzano. Anastasia rende il salotto una sorta di sala conferenze, in cui poter organizzare le idee, appuntarle su post it e fissarle su una teca in modo che tutte le informazioni siano a portata di tutti.
(Spendendo un’altra presa di Murder, she wrote. Ne resta un'altra.) Anastasia si prende il tempo per analizzare le informazioni raccolte e metterle assieme. Ne viene fuori che Khlamushka, l’uomo con gli occhiali e il pizzetto, ha reso le fogne di Mosca il suo regno; che svende patti di dubbio valore in cambio delle anime dei suoi clienti; che per fermarlo e rimandarlo per direttissima da dove è venuto, bisogna trovare il primo patto che ha stretto in città e che lo lega alla “realtà”, annullarlo e fargli ciao ciao con la manina mentre svapora via; che plausibilmente ha un legame con Eva - la strega che ha maledetto Viktor, anche se non è ben chiaro quale legame sia- e che forse lo sta cercando per lei.
È bene, a questo punto, svuotare del tutto il sacco, e Viktor e Anastasia raccontano agli altri il legame che c’è tra loro (i sogni in cui Viktor ed Eva combattono ferocemente) e la visione congiunta che ha fatto capire il legame tra la strega e la maledizione che gravava sopra Cecilia (la città del mistero precedente).
Damn it.
Quando Alina si tira in disparte con Diego, per parlargli di Veles, nel vederlo agitarsi Ani si avvicina e spia da sopra la spalla della bionda cosa stanno scrivendo sul portatile.
(Anastasia tiene molto a Diego. A prescindere da baci, abbracci, quel che è. Sono amici, sono colleghi. Si conoscono da una vita e Diego è l’ancora alla vita normale che lei si sta pian piano lasciando alle spalle. Mi piace avere legami con i png, che non travalichino comunque le relazioni tra personaggi giocanti, perché penso sia coinvolgente per il keeper che non si deve limitare a muovere delle sagome di carta di cui ci importa relativamente, e perché dà modo al keeper stesso di poter spingere sulle relazioni extra per proporre scelte difficili ai personaggi. Inoltre mi fa esplorare parti del mio personaggio che relazionandosi solo con i pg probabilmente non si vedrebbero.)
Appreso che Veles pare essere uno schifoso stalker, Anastasia inneggia all’hacking del computer dell’amico digitale di Alina. Chi diavolo si crede di essere sto tipo, che spia la gente? Forse la privacy è passata di moda? Ci manca solo che veda attraverso la webcam o che senta dal microfono del PC. Che schifo.
È anche vero, però, che si è sempre dimostrato utile e che ha sempre dato supporto ad Alina. E glielo fa presente, Ani, scusandosi anche per come poco prima ha riversato astio e parole pesanti sulla ragazza.
A questo punto siamo a pochi passi dalla fine, ma è tardi e conviene rimandare il tutto alla sessione successiva – che è anche l’ultima, tranquilli. Le informazioni ci sono, un po’ di come sono i personaggi si è visto.
[continua ancora, ma poi finisco di fare WOT. Promesso.]
Giulia Cursi:
Pagina 4
Ci svegliamo tutti, giro per la cucina in cerca di riprendere il filo della mia vita.
Arriva Diego e inizio a parlarci, adesso siamo tranquilli più o meno.
Più che altro sono preoccupata per lui, prende dal freezer una bottiglia di vodka e... no Diego, nooooooo.
Lui mi fa un po' di domande, tipo se la mia vita è sempre così e nel mentre mi guarda il braccio fasciato.
Io un po' imbarazzata gli dico che solo ultimamente è così, da quando Viktor mi ha adottato, però è da sempre che vedo i mostri.
Per lo meno ora so di non essere pazza, che quello che vedo è reale.
Lui è preoccupato per me e Anastasia, mi prende per le spalle e mi propone di andare con lui in Spagna. Lo fisso incerta, non so che dire, mi conosce appena e arriva qua e mi propone un'altra vita altrove.
Il mio cervello è in panne, nel momento in cui mi riprendo lo abbraccio, perché è tenerissimo e si sta preoccupando per me! Diego! ♥
Mi da anche un bacio in fronte e lì muoio un po', ma tanto è gay per cui reggo.
Parliamo un attimo e gli spiego che questa vita è pericolosa, ma Vik e Alek mi vogliono bene e adesso voglio capire che diamine ho di strano, perché le persone normali i mostri non li vedono, come se li ignorassero.
Lui arriva con la frase "Non puoi far finta di non vederli?". Lo guardo male per l'atteggiamento infantile che sta tenendo "Diego no e ad ogni modo non credo che la Spagna sia libera di creature mistiche".
Già mi figuro la corsa dei tori di Pamplona, ma coi minotauri... gosh!
Povero Diego, cerca in tutti i modi di tenersi coi piedi nel mondo mondano e non so come aiutarlo.
(Qui credo di averlo manipolato con successo, gli ho chiesto quale fosse il vero problema e in cambio ho preso in seria considerazione il trasferimento in Spagna)
Iniziamo a parlare più piano anche per non farci sentire da Vik e Ani che stanno facendo un incantesimo.
Lui mi fa domande su Anastasia, io rispondo per quel che posso, poi ecco che Alek esce dal bagno mano nella mano con Yelena.
"Sono riuscito a calmarla!" dice tutto contento.
Diego lo guarda sconsolato "Guarda un po', lui in 5 minuti già si è fatto la ragazza e io sono più di 10 anni che sono perso dietro a una."
Lo guardo sorpresa, arrivo a capire che c'è di mezzo una donna (non so che è Ani).
"Ma... Diego non sei gay?" così mi aveva detto Ani.
Lui alza le braccia al cielo e inizia il suo momento da drama queen.
Capisco che no, non è . Ripasso involontariamente gli ultimi minuti.
Proposta di andarcene in Spagna, abbraccio, bacio... GWAHHH!!! Imbarazzo a mille! x_x
Diego se ne va nella stanza di Ani, Alek mi si avvicina perplesso chiedendomi che ha.
Guardo Lyosha "Credo sia triste perché tu sei molto più bravo di lui a trovarti la ragazza."
Alek mi fissa a occhi sgranati e faccia rossa.
Lo guardo perplessa, non capisco, è vero.
In mezzo in tutta la sessione ci sono stati anche due tiri di leggere la situazione mi pare, ma non ricordo quando li ho fatti, ad ogni modo mi sono coordinata un attimo con gli altri per evitare di fare tutti lo stesso tiro per fare le stesse domande.
Non so come e non so perché si apre la porta della camera di Ani e entra Khlamushka facendo lo splendido, dietro la parete della fogna.
E la camera di Ani? E DIEGO???
Mentre Viktor attira l’attenzione del mostro.
Io svicolo di lato per raggiungere Alek, il quale per fare l’eroe gli è andato addosso e ci ha rimediato solo una brutta ferita.
(Francesca ha tirato Aiutare - io ho tirato Agire sotto pressione)
In più avendo continuato a insultare l’essere, questi ha pensato bene di sfruttare il contratto con Aleksei e letteralmente cucirgli la bocca.
Ani corre per chiudere la porta della sua camera perché dei mostri (anime in pena) stanno cercando di entrare e nel mentre vede Diego. Urla al ragazzo di correre in casa e poco dopo tutti e due tengono la porta chiusa, ma non durerà.
Io sto cercando di aiutare Lyosha a togliersi i punti di bocca, ma quell’ago continua a andare avanti. E BASTA!!
Afferro l’ago, mi giro verso Khlamushka e recitando una semplice filastrocca lascio che la sua stessa magia lo leghi.
(Use magic)
Viktor inizia a frugargli in tasca, mentre io e Alek spingiamo un mobile davanti alla porta per tenerla ferma. Ani prova a fare una magia per chiudere a chiave la porta, ma le chiude tutte.
Vik inizia visibilmente a stare male e dopo poco diventa vento e svanisce.
VIKTOR?!
Ok calma tornerà.
Se non tornerà lo andremo a cercare e lo pesterò a sangue.
Nel mentre mi metto davanti a Khlamushka e inizio a chiedergli della strega.
Lui dice che lei è disposta a perdonare Viktor, poi chiede chi è la persona a cui Vik tiene di più.
Brividi freddi lungo la schiena…
Mi serve di più, l’incantesimo sta per svanire e sfrutto la cosa per incalzarlo.
Gli dico che se mi da informazioni utili sulla strega lo libererò.
(Manipolare 7-9)
Prometto di non bloccarlo più con la magia.
Ani urla “NOOOOO!!!”
Io non distolgo lo sguardo, cavoli sono solo io che ho promesso, loro possono fare qualcosa no?
Però poco dopo arriva Viktor che ci porta tutti via rendendoci refoli d’aria e ci ritroviamo nella camera di Yelena, acchiappa Aleksei e lo ficca dentro una botola nel soffitto.
Tempo cinque secondi e mi ritrovo anche io in soffitta, gettata come un sacco di patate.
“Distruggete il primo contratto di Khlamushka!”
Ci guardiamo attorno e ci appaiono scaffali di pergamene.
Scaffali. Altri scaffali. Ancora scaffali.
Non ce la faremo mai.
Sono lì che penso a cosa fare che Alek tira fuori il suo accendino e da fuoco a tutto.
Mi prende in braccio e salta giù eroicamente, correndo poi come un folle.
Inutili sono le mie urla “FUOCO!!!”, almeno finché non usciamo dall’edificio e il ragazzo si rende conto di aver appiccato un incendio al condominio di Yelena.
Vengo poggiata a terra finalmente e chiamo i pompieri, poi prendo Alek e aiutiamo i condomini dei piani bassi a uscire indenni.
Per ultimi escono:
Diego con un’avvenente signora, che nonostante la vestaglia e i bigodini ci prova spudoratamente.
Viktor con una vecchina in braccio che lo picchia senza sosta.
Anastasia con un bambino saccente che non manca di puntualizzarle che “non c’è fretta dato che gli incendi si propagano in un tempo di….” seh seh, bla bla bla.
Mi assicuro un attimo che Yelena stia bene e andiamo via prima dell’arrivo della polizia.
L'affidamento di Alek e Alina sarà un tema da arco narrativo, Viktor non può vivere ai limiti della legge se deve badare a loro.
Inoltre ci sono diverse cose lasciate in sospeso, piano piano affonderemo le mani in tutto. Dare la caccia a Eva, la strega che ha maledetto il Vento del Nord è diventata una delle priorità.
A casa di Ani parliamo un attimo, Viktor dice che andrà a parlare con la poliziotta che li ha tenuti in custodia.
Ottimo, nel mentre mi difendo da Anastasia che è partita per un’altra ramanzina.
HEY!!! Non è stata mia l’idea del fuoco!!!
Momenti di stanchezza generale e chiudiamo con Viktor che mi prende in disparte per parlarmi.
Vik non è uno dai grandi discorsi e quando vuole parlarmi è per cose serie, quindi preventivamente mi agito e preoccupo.
Dice di aver scoperto qualcosa su Veles, poi prende tempo sorridendo come un cretino e gongolando. Miseria! E sono io quella infantile?!
Alla fine mi dice tutto e… Veles a quanto pare è lì con noi, non si sa se è un fantasma o un demone o altro, ma è possibile che sia con me da molto tempo. Creepy!!!
Viktor dice che vuole sapere anche lui cosa è Veles e che intenzioni ha, perché non gli piace che mi stia attorno, quindi torneremo a casa e dormirà in camera con me per essere sicuro che non mi succeda nulla.
MAH?! Viktor??? Che è tutta questa premura possessiva?! O_o
Aleksei sente tutto e finalmente apprende la verità. Ovviamente si propone anche lui di dormire con me. HEY HEY HEY! Fermi! Camera mia non è un porto di mare!
Che vita difficile!
Abbiamo una gif
Fine Mistero 2
Ci stiamo divertendo molto tutti e di questo sono contenta, mi ritrovo a seguire molto anche le scene degli altri perché sono interessanti e muovono la situazione anche attorno al mio pg. Mi piace molto come si sono inseriti bene i png Veles, Veronika e Diego; presto vedremo di tirarci dentro anche Olga la poliziotta.
Il tono della campagna sta passando da allegro e gioviale a un pesante thriller.
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