Autore Topic: Del perché i concetti di accordo, cortezza e buon senso siano stupidaggini  (Letto 18476 volte)

200 visualizzazioni in un giorno: se Bonsacchio è tra i visitatori lo saluto e ringrazio pure Marco per il tempo che sta sottraendo a qualche importantissima incombenza.  ;D

Che poi non lo so...
Io dagli 11 a 24 anni non ho mai avuto problemi di questo genere dopo è stato un macello. Vi prego di guardare il filmato con la massima serietà perché quel genere di discorsi in off game li ho sentiti per anni è che nella mia testa pensavo di starmi sbagliando.

Archivio qui questo esempio di gioco disfunzionale

Cast
Emiliano A. è Sigbert il Barbaro

Davide Alberici è Federica Bosco d'Oro la Maga Halfing

Marco B è Filippo Neri inizialmente era un ladro ma poi va a sapere che classi ha preso visto che ha chiesto di giocare molte sessioni da solo in modo da prendersi e spendersi i PE per conto suo e avere il personaggio più grosso di tutta la campagna. Perché il master gli ha lasciato fare questo? Non chiedetelo a me, non lo so.

Missione
I nostri personaggi devono recuperare una gemma custodita nel cuore di un labirinto che si snoda sotto la Città dei Templi. Una sorta di città Simil Azteca. L'ingresso è sotto una piramide a gradoni.

Svolgimento della missione
Il personaggio di Marco B. si dimostra una pippa per tutta la sessione: non riconosce le trappole, non riconosce le porte segrete, siccome è sbadato e imprudente va a sbattere contro tutti i tizi che sorvegliavano il labirinto. Insomma una figura da cioccolataio dietro l'altra. Il gruppo arriva a una stanza che sembra essere l'ultima del labirinto sotto la Città dei Templi. Dico sembra perché ero convinto e rimango convinto che quella non fosse l'ultima che si sarebbe potuto dare un'occhiata indietro e cercare meglio porte segrete o perlustrare meglio i corridoi bui. Marco B. e il suo personaggio Filippo Neri sono convinti che la gemma della Città dei Templi sia nascosta lì. Perché? Bho. Tanto Marco con le informazioni dei personaggi si regolava sempre così in tutte le campagne: se le aveva trovate lui erano le sue e guai a chi gliele toccava, se le trovava un'altro doveva condividerle perché si era in gruppo insieme. Scusate la digressione ma serve a contestualizzare.

Comunque nella stanza c'è un bell'altarozzo azteco subito davanti alla porta. E sulle pareti c'era un fregio a nastro che partiva dallo stipite di sinistra e faceva tutto il giro della stanza toccando lo stipite di destra. Il fregio a nastro rappresentava un corteo che accompagnava una persona che prima si spogliava, poi s'inginocchiava davanti all'altare, poi faceva un certo numero di passi, poi si sedeva sull'altare, poi si stendeva nudo sull'altare, poi l'altare rimaneva vuoto, c'era lo stipite di destra della porta e la scena ricominciava.

Bene.

Marco B. dice "Il mio personaggio compie tutte le azioni dell'uomo rappresentato sul fregio."
Io ed E. in off game passiamo circa 35 minuti a spiegargli che è una cazzata e che quello lì sembra un sistema per attivare una trappola.
I nostri personaggi fanno dei tiri con ampi margini in osservare, gli facciamo notare che tutta la stanza è impolverata tranne la superficie dell'altare (e Sigbert ottiene un margine tale che vede una ragnatela cadere sull'altare, sfrigolare sulla superficie ed evaporare)
Ma no, niente Marco e il suo personaggio non vogliono sentire ragioni
Alla fine il personaggio di Marco si spoglia, s'inginocchia, conta il numero di passi in modo da fare lo stesso numero di passi del personaggio rappresentato sul fregio e...
...Il suo personaggio viene disintegrato
E Marco B. dice "Il mio personaggio può fare un tiro salvezza?"
E il master "Marco no, se non avessi proprio eseguito a puntino il rituale avrei potuto fartelo fare.".

Bene da lì fino alla fine della sessione Marco si era messo a caragnare che voleva che portassimo le ceneri del suo personaggio nella sua città natale, Santa Virdiana, io ed Emiliano abbiam dovuto mollar lì il dungeon non ancora finito, uscire dal dungeon, uscire dalla città, fare delle sessioni di viaggio a mare, fare delle sessioni di viaggio a piedi, praticamente i nostri personaggi hanno speso più di quello che hanno guadagnato, tutto per dare il contentino a Marco B. che ha smesso di venire a giocare mentre io e mio fratello ci gonfiavamo i cocomeri combattendo con squali, selvaggetti, lupi e altri mostrini insulsi che valevano una ceppa di niente a quei livelli lì.

Spero di essere stato più chiaro, se qualcuno ha delle domande sono pronto a rispondere.

Aggiungo a una testimonianza sugli effetti della mancanza di contratto sociale

Mi hanno fatto delle domande sul caso, ho risposto. E non penso di averla nemmeno tirata troppo lunga.
Comunque è stato bellissimo anche un altro episodio c'era una giocatriche che si chiamava Sara R
Bòn ci eravamo accordati così io, sara il Narratore e tutto il gruppo di Sara:
Il mio personaggio condivideva coi loro personaggi una mappa per fare una quest, ci eravamo messi d'accordo da una settimana per giocare martedì sera alle 21:30, alle 21:00 mi chiama il narratore e dice che ha un'impegno e che è tutto rimandato. Domenica incontro il narratore, sempre Bonsa 77 che mi dice che un giorno gli altri giocatori hanno fatto un improvvisata ma gli dispiaceva chiamarmi perché era tardi.
Martedì della settimana dopo Sara R dice "Daaaviiideee! Perché non sei venuto!? Cosa ti sei perso! Il dungeon era bellissimo."
Secondo me Sara R per far sgamare così il trucchetto del master non deve esattamente aver ciucciato latte di volpe da piccola.
Dovevate vedere la faccia di Bonsa 77 quella sera lì, impagabile.


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