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[WWW] Nathan D. Paoletta intervistato da Sports Illustrated

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il mietitore:
Non che sia particolarmente tamarro, a dire il vero. The Wrestler lo definiresti tamarro? Questo è ambientato più vicino ai luoghi del wrestling (arene, ring, spogliatoi..), ma la fiction di riferimento è essenzialmente quella.

Mattia Bulgarelli:
Il Wrestling è [EDIT: secondo me!] intrinsecamente tamarro.

Superuomini supermachos supermuscolosi e superpatinati con gimmick da fumetto USA (quelle cose tipo "baso la mia vita su un aggettivo", alcuni hanno anche i superpoteri tipo The Undertaker), con trame over-the-top a metà tra la telenovela, le faide mafiose e le antipatie da ricreazione alle medie, che entrano in scena tra fuochi artificiali con musica sparata a palla e luci colorate e altri effetti speciali, le ragazze/donne quasi tutte verso il cliché della "bimbo" come se ci fosse un disegnatore solo che le progetta...

...sì, mi pare decisamente tamarro. XD
Non necessariamente in senso cattivo... voglio dire, è tutto sopra le righe e (intenzionalmente!) scollegato dalla realtà che... beh, è come il circo: lo guardi per il gesto atletico (autentico) e per tutto il teatrino (finto e che non fa più finta di esserlo, per fortuna, da... 15 anni, mi pare?).

The Wrestler (il film) funziona [EDIT: secondo me!] proprio perché mette in relazione un mondo "reale" (nell'economia del film) un po'triste e privo di emozioni Vs il mondo "finto" ma che regala emozioni e ti tratta da superstar (che poi è il termine ufficiale con cui la WWE chiama i suoi atleti/attori, non a caso).

Il gioco dove si piazza?
Dal lato "giocattoloso e tamarro" della keyfabe, o c'è anche il lato umano "dell'attore dietro la gimmick"?
(in entrambi i casi, contami interessato)

Daniele Di Rubbo:
Che io sappia tratta anche il secondo aspetto e si concentra anche sulla dicotomia realtà/spettacolo. In qualche modo può persino far riflettere.

Mattia Bulgarelli:

--- Citazione da: Daniele Di Rubbo - 2014-10-22 12:42:01 ---Che io sappia tratta anche il secondo aspetto e si concentra anche sulla dicotomia realtà/spettacolo. In qualche modo può persino far riflettere.

--- Termina citazione ---

Grazie dell'info.
Forse così è anche più giocabile da chi è meno "coinvolto" dall'aspetto "spettacolo".
Sono sempre molto interessato!

il mietitore:
Io direi che si piazza specialmente sul secondo punto. Il primo esiste a livello di recita. Nel senso, tu giochi una persona normale CHE FA le tamarrate (es.: una bionda che sul ring fa la bimbo, ma che non è necessariamente detto che fuori dal ring sia scema). Il tamarro scivola via, almeno che tu non ti concentri con estrema attenzione sulla fiction-nella-fiction, la recita dei personaggi. Ma le regole non ti permettono minimamente di giocare solo così.

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