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Simone Micucci:
una cosina sulle locande medioevali e sui viaggi

Davide Alberici:
Streghe e Locande fanno bagarre al primo posto, chi vincerà?  ;D

Davide Alberici:
Eccovi il Trailer di Stereghe, è molto buttato lì

Le streghe
La chiesa comincia a preoccuparsi del fenomeno magico alla fine della prima età moderna il XIV e il XV secolo sono epoche di passaggio nel modo in cui l’opinione pubblica colta vede la magia. Prima di quest'epoca anche solo credere all'esistenza e all'efficacia della magia era considerato se non proprio un eresia quanto meno un errore da correggere decisamente, ma in questi anni il modo di vedere la magia cambia già il Giurista Jacopo Passavanti si mostra possibilista circa l'efficacia della magia, Alfonso Tostato cerca di operare una sintesi tra le posizioni della chiesa romana, le credenze popolari e le sacre scritture dimostrando la possibilità nel paradigma biblico di alcune imprese attribuite ai demoni, Giordano da Bergamo e Girolamo Visconti credono senz'altro all'esistenza delle streghe e dei sabba verso cui la chiesa si era almeno ufficialmente mostrata scettica lungo l'arco dei secoli precedenti. Lo statuto della magia prima di Firenzuola cercherò di riassumerlo brevemente qui: le forme di magia nefasta, quelli che i latini chiamavano carmina mala, erano vietate e punite dalle Leggi delle dodici tavole fin dal 450-451 a.C; tuttavia, per secoli la chiesa occidentale nel suo complesso non ha considerato la magia un pericolo sociale o un pericolo concreto bensì un'impostura o una superstizione, un errore individuale da correggere più che un peccato da espiare o un reato da perseguire. Il Concilio di Laodicea (366) vieta l'esercizio di incantesimi scienze matematiche e astrologia ai membri del clero. Il Concilio di Agde (506) vieta le Sortes Biblicae sotto pena di scomunica. I Concili di Orleans (511) Auserre (570) Narbona (589) condannano le pratiche ivinatorie ma d'altra parte i padri conciliari non sono minimamente preoccupati della loro efficacia e secondariamente la considerano una colpa emendabile con alcuni anni di penitenza. Il quarto concilio di Toledo (663) stabiliva che i religiosi che avessero consultato aruspici, fossero rinchiusi per tutta la vita in monastero (e non condannati al rogo). Il concilio di Tours nel 813 dichiara che la magia non è in grado di guarire né uomini né bestie, asserzione confermata anche dal Concilio di Trèves (1310). Nell IX secolo chi aveva fatto incantesimi veniva incarcerato fino al suo ravvedimento. Il Canon Episcopi (IX) secolo definisce errori il solo credere che potessero esistere cose come patti col diavolo o i sabba e spiegava come  non fossero fatti reali ma allucinazioni. Perciò nelle chiese a loro affidate i sacerdoti erano tenuti a predicare che queste cose sono completamente false. A chi, infatti, non è mai successo di uscire fuori di sé durante il sonno o nelle visioni notturne e di vedere dormendo cose che da sveglio non aveva mai visto? Chi può essere tanto sciocco o ottuso da credere che queste cose che accadano solo nello spirito avvengano anche nel corpo? Jean de Salisbury, vescovo di Chartres, nel 1181 ribadisce pubblicamente l'irrealtà dei Sabba. Papa Allessando IV con la bolla Quod super nonnullis dispone che gli inquisitori non si occupino di accuse di magia e fattuccheria a meno che queste non fossero manifestamente collegate a casi d'eresia Nel 1316 il Sinodo di Trèves: ribadisce di nuovo l'inesistenza dei Sabba, stabilisce che la condanna per le pratiche magiche è una penitenza di 40 giorni. Insomma nel mondo Alto medioevale l'opinione pubblica colta rifiutava di dare credito all'influsso della magia sul mondo materiale. Si supponeva che il Diavolo avesse compiuto solo quanto narrato nella Bibbia, non si negava l'esistenza del diavolo o dell'inferno ma non si credeva fosse possibile venire a patti con l'uno o con l'altro o che i poteri infernali potessero esercitare influenza sul mondo fisico e difatti i demoni della letteratura medioevale (e segnatamente quella altomedioevale) si manifestano più in sogni, visioni e allucinazioni che non in modo più tangibile. La politica della chiesa comincia a cambiare rotta nel 1326 Papa Giovanni XII ordina i primi provvedimenti contro i maghi in quanto tali.

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