Autore Topic: Psicologia sociale applicata al GDR  (Letto 5083 volte)

Arkamundi

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Psicologia sociale applicata al GDR
« il: 2014-09-14 19:40:46 »
Qualcuno di voi conosce le teorie di psicologia sociale del Group thinking  http://it.wikipedia.org/wiki/Groupthink e il paradosso di Abilene http://en.wikipedia.org/wiki/Abilene_paradox http://onstrategyhq.com/resources/how-to-identify-groupthink-an-introduction-to-the-abilene-paradox/ ?

in breve:
Secondo la teoria del paradosso di Abilene un gruppo di persone prende delle decisioni che sono in aperto contrasto con quello che pensano realmente solo per la paura di contrariare gli altri membri del gruppo.

La teoria del group think dice invece che il gruppo, specie se c'è un leader carismatico al suo interno, tende a ignorare i segnali di dissenso e le critiche, per quanto motivate e ragionevoli se viste dall' esterno, pur di mantenere la coerenza, reale o immaginaria, all' interno del gruppo stesso.

Quando sono venuto a conoscenza di queste teorie ho subito pensato: "ehi ma spetta, sta cosa spiega il perchè di molte dinamiche sociali nei gruppi di gioco!"magari non dico nulla di nuovo e in effetti alcuni concetti sono ben presenti anche nel BM ma IMHO la gran parte delle giocate incoerenti non deriva dal fatto che i regolamenti stessi sono incoerenti a livello di regolequanto dal fatto che tali regolamenti favoriscano rapporti sociali disfunzionali. Questo, sempre secondo me per 2 motivi fondamentali:

- un autorità come quella del GM/Narratore se non limitata da principi o paletti tende a generare rapporti di gruppo disfunzionali e quindi giocate incoerenti poichè i giocatori al tavolo si trovano imbrigliati da strutture sociali che li portano ad accettare senza fare troppe storie cose come raild roading o illusionismo che agli occhi di un esterno paiono delle mostruosità.

-la durata delle campagne e spesso l'immutabilità dei ruoli tra i giocatori tende a stabilizzare i rapporti disfunzionali e questo IMHO è ancora più vero se si gioca sempre allo stesso gioco, che diventa quasi un feticcio da venerare, e se le persone con cui si gioca tendono ad avere legami forti al di fuori del gruppo di gioco.Tutto questo non per dire che non si possano fare campagne lunghe e coerenti ma ci deve essere IMHO una consapevolezza maggiore tra i giocatori per evitare cose come il group thinking e una volontà concreta di collaborare e partecipare.

vi porto un esempio di gioco concreto che mi è capitato col mio gruppo storico:
"Per circa 4-5 anni abbiamo continuato una campagna noiosissima perchè tutti pensavamo che interessasse agli altri poi siccome mi ero stufato vado a chiedere e tutti mi hanno detto che si sono annoiati pure loro"

 IMHO se gioco Parpuzio con la sensibilità acquisita giocando giochi più coerenti è possibile che vengano fuori giocate coerenti (Le giocate di @Simone Micucci a Vampiri la Masquerade postate qui sul forum sono per me una prova di questo).Forse i giochi coerenti ci hanno reso persone migliori? forse o forse no, forse sono solo un ambiente più sano in cui crescere e diventare grandi rispetto a uno più "malato" come può essere quello dei parpuzi ma, sempre IMHO, il comportamento dipende molto dal contesto ma anche da una nostra predisposizione individuale a giocare in un modo o in un altro. Se non siamo persone mature e capaci di relazionarci in maniera sana con gli altri IMHO non c'è regolamento che regga.Forse piuttosto che cercare di convertire gli infedeli mostrandogli la verità sarebbe più produttivo cercare di capire da cosa derivano il disagio e la frustrazione di certe persone che continuano a giocare a un gioco che non gli diverte perchè intrappolate in condizioni sociali e in dinamiche di gruppo difficili da demolire perchè basate sulla paura di fare una scelta diversa da quella dei propri amici. Cosa ne pensate?


DISCLAIMER: non sono uno psicologo nè studio psicologia, ho approfondito questi argomenti di psicologia sociale per mio interesse personale con libri di testo e quant' altro, le teorie sono autorevoli e non è roba campata per aria, sulla pagina di wikipedia che vi linko trovate tutti i riferimenti necessari se volete approfondire.  QUESTO THREAD NON VUOLE ESSERE UNA CRITICA A PRECEDENTI MODELLI E TEORIE, sicuramente più validati del mio, quanto alcune osservazioni generali che mi erano venute in mente
Marco Driutti

Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #1 il: 2014-09-14 21:17:11 »
Ti rispondo si... E no... Ad esperienza mia se uno vuole far casino, lo fa lo stesso, piuttosto non gioca, per poter far casino ha bisogno del leader carismatico sennò viene scaraventato fuori e tanti saluti. Chi fa casino quando non può più far casino semplicemente se ne va e cerca un posto dove fare altro casino. Purtroppo, ad esperienza mia, è il parpuzio che attira tutta sta gente qui.

E ora vado con gli AP

Campagna di Santa Viridiana:
da 2004 a 2008 veniva due volte l'anno a piangere miseria da me e da mio fratello in stile Giuseppe Simone, sapete quel personaggio che si lamenta che non gli danno lavoro, soldi e figa? il Master Bonsa77 alias Luca mi ha detto che "proteggeva gli altri giocatori dalla sua influenza" perché io "avevo già l'accordo per la mia quest" che poi l'ha giocata Corrado che centrava una cippa ma vabbé. Io dopo la trollata di Marco che mi ha messo sotto embargo il personaggio e intanto rompeva il cazzo che dovevo fargli la missione ho abbandonato la campagna e ciao finché Marco non si rimetteva apposto le sue cose, bòn, Marco invece di giocare (se il master ha detto la verità) è stato quattro mesi a frignare che dovevamo tornare in gruppo insieme. Secondo me aveva, come di cono a Piacenza, muccia, di andare a dire al capetto del Gruppo Senior Rouges, o, il cielo non volesse, muccia di andare a dire al capetto del gruppo junior Corrado P. che dovevano perdere del tempo con lui, cioé un piffero di giocatore che voleva giocare da solo ma poi veniva due volte l'anno a fare accordi che non rispettava ovviamente su questioni che facevano comodo a lui, poi pure Bonsascchio lo sapeva che ci perdeva la faccia col Rouges e più ancora con Corrado... Infatti in una conversazione mi ha detto Bonsa "Permettevo a Marco di cazziare il personaggio di Corrado quando faceva troppe cagate".... Fate attenzione al permettevo solo, io sono stato cacciato a pedate nel culo da sessioni in cui avevo tutto il diritto di stare con una balla ripetuta per anni, Corrado invece al massimo si prendeva una ramanzina, che poi fatto da Marco che non era nemmeno capace da dirigere le difese della città non dico in modo decente dico proprio in modo non ridicolo sai che umiliazione!
Bòn infatti Marco quando ha visto che rimaneva chiuso lì con Corrado P. e il Rouges se l'è data a gambe. Bonsa per mettere una foglia di fico su tutta la storia... Anche perché il casotto nasce dal fatto che quella lì era la prima volta che usava regole scritte da lui e il suo cocchino numero due Marco era scappato, adesso va dicendo che Marco non c'era in quel periodo lì. See, come no, facciamo finta che non ci fosse davvero ma allora saremmo al paradosso che Marco sarebbe stato più interessato ad avere me per farmi fare accordi che non rispettava piuttosto che avere il master che non narrava.
Bonsa poi aveva l'abitudine a riaggiustare un po' la versione ufficiale, in effetti.
Ma secondo me la cosa più rilevante del caso è che per Marco B era importantissimo, perché questo è quando tampini una persona otto mesi, avere una persona che disistimava profondamenente piuttosto che il master in quella campagna lì.

EDIT

Quello che intendo dimostrare che secondo me chi non trova l'humus per piantare delle gnolle, come dicono a piacenza, non solo non va dove ci sono regolamenti che non gli permettono di piantarle ma basta tipo che non ci sia più il pollo da spellare, o che arrivi un master spacca culi che fa rispettare le regole di gioco. In BECMI quando o c'era B. che giocava, che non era un master ma un giocatore molto carismatico, o quando c'era L. che narrava che era un master molto severo, stronzate tipo quelle che ho visto nell'epica saga di Marco non ne ho viste e questo mi da qualche indizio per capire perché fin che non è partita tutta la gnolla di Marco che voleva fare gli accordi gli accordi funzionaresso inducendomi erroneamente a pensare che gli accordi fossero uno strumento funzionale, retrospettivamente quando gli accordi funzionavano era perché c'era una sorta di tirannia illuminata e c'era molta paura (sociale) di scontentare i leader (che erano bravi a fare i leader) ed è finito che ho attirbuito per anni a una tecnica il "valore" che avevano delle persone.
« Ultima modifica: 2014-09-14 21:31:46 da Davide Alberici »

Mattia Bulgarelli

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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #2 il: 2014-09-15 10:46:34 »
Forse i giochi coerenti ci hanno reso persone migliori? forse o forse no, forse sono solo un ambiente più sano in cui crescere e diventare grandi[...]

Io credo che il punto più importante sia questo: non solo ci sono giochi che dicono ai giocatori "sii onesto con tutti" e "giocate tra pari" (non nel senso di "ruoli al tavolo", ma nel senso di "chi gioca con te vale quanto te"; mentre altri giochi alimentano tra le righe la cultura del "tira la gomma dietro lo schermo e poi fà quello che vuoi, GM"), ma c'è anche un ambiente più sano.

L'ambiente alimenta i giochi "paritari", i giochi paritari filtrano i giocatori, e alle 'Con viene solo gente che ha voglia di giocare in modo "sano", ecc. ecc.
Co-creatore di Dilemma! - Ninja tra i pirati a INC 2010 - Padre del motto "Basta Chiedere™!"

Simone Micucci

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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #3 il: 2014-09-15 13:38:04 »
Marco l'argomento mi interessa tantissimo, e avrei due o tre cose da dire. Ora non riesco (devo tornare a lavoro), cerco di ampliare stasera.

Posso solo evidenziarti una cosa? Frasi come "forse sono solo un ambiente più sano in cui crescere e diventare grandi rispetto a uno più "malato" come può essere quello dei parpuzi ma..." sono scorrette. a mio avviso.

"L'ambiente dei parpuzi" è un modo di dire estremamente fraintendibile (che intendi? L'ambiente frequentato da quelle persone? L'ambiente in cui si giocano quei giochi? Sempre e in tutti i casi?). E tu stai dicendo che [una categoria non meglio definita dove ci si può riconoscere o meno] ha intorno a se un ambiente socialmente "più malato".
Oltre a essere una frase sbagliata (è troppo fraintendibile, io stesso non capisco esattamente cosa vuol dire, riesco a intuirlo), rischia di essere anche offensiva. Ti va di riformularla in modo più chiaro?
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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #4 il: 2014-09-15 13:58:26 »
Il tema è interessante, e leggo volentieri le impressioni di tutti. Concordo cmq con Simone, credo che il rischio di espressioni del genere sia una eccessiva generalizzazione e la conseguente formazione di "barricate".

Simone Micucci

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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #5 il: 2014-09-15 14:02:50 »
Ma infatti ho avvertito Marco perché forse non sa quanto quel modo di esprimersi possa essere frainteso.
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Arkamundi

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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #6 il: 2014-09-15 18:45:21 »
sì grazie Simone  :) in effetti era un po' forte e per quello che avevo messo le virgolette, comunque riformulo meglio quel mio pensiero:

"Ci sono, come ha spiegato meglio Mattia Bulgarelli, giochi in cui si parte da assunti paritari e giochi in cui si parte da assunti disparitari, ora il mio parere è che certi ambienti di gioco disfunzionale siano più comuni tra i giocatori di Parpuzio non perchè parpuzio è per forza un brutto gioco o perchè le persone che giocano parpuzio sono cattive e io sono buono, ma perchè parpuzio con la rule 0 parte da un assunto forte, e potenzialmente distruttivo, in termini sociali che è il seguente:

"Un giocatore è dotato di poteri straordinari sul gioco che gli consentono di assumere una posizione di autorità rispetto agli altri giocatori. Posizione di autorità che, in assenza di un forte accordo tra i giocatori, di un pensiero critico e propositivo e di un ambiente già di partenza sano ed equilibrato si presta facilmente ad essere abusato."


ora, è bene precisarlo sempre, una correlazione non è una causa: non dico che giocare parpuzio ti porta PER FORZA verso rapporti di gruppo disfunzionali Dico solo che l'evoluzione dei giochi di ruolo ha evidenziato che c'era questo problema dei rapporti di forza nei GDR e ha cercato in modi diversi di porvi rimedio e perciò ha creato un ambiente "più sano" in cui giocare.

per fare un paragone politico:
Se MOLTI regnanti erano delle carogne crudeli ed egoiste non vuol dire che TUTTI i regnanti lo fossero PER FORZA, ma non di meno un ambiente democratico con una corretta distribuzione dei poteri si presta di meno all' abuso di potere rispetto a una monarchia assoluta

Le teorie sopra citate dimostrano che i gruppi possono essere una gran cosa ma possono diventare pericolosi quando non c'è l'onestà intellettuale di dirsi sempre le cose in faccia e di mettere in dubbio l'autorità e i giudizi degli altri per paura di essere esclusi, che trovo essere una qualità molto difficile da trovare nella vita di tutti i giorni figuriamoci in un ambiente piccolo e circostanziale come quello dei giocatori di GDR. l' atteggiamento difensivo che molti di noi hanno istintivamente, o per propri trascorsi personali, penso sia uno dei principali motivi che hanno scatenato l' aspra diatriba tra giocatori "tradizionali" e "new wave" (perdonatemi l'inesattezza è per capirsi) e non è da stupirsi che tale diatriba sia nata in rete dove i problemi di comunicazione sono esponenzialmente amplificati. per questo motivo vi ringrazio per la segnalazione e ripeto non voleva essere motivo di flame o una facile generalizazioni, ma purtroppo la fallacia logica è sempre dietro l'angolo e siamo spesso ciechi di fronte ad essa finchè non ci viene fatta notare da altri. Per questo credo sia importante che le persone critichino, non denigrino, se c'è qualcosa da criticare e chi riceve le critiche le accetti con spirito positivo
Marco Driutti

rgrassi

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Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #7 il: 2014-09-16 13:29:15 »
Molto interessante. Se vuoi continuare a descrivere la tua opinione su questo aspetto un lettore assiduo è sicuro.
Rob
Roberto Grassi Levity - www.levity-rpg.net

Re:Psicologia sociale applicata al GDR
« Risposta #8 il: 2014-09-17 17:07:28 »
Io ho visto che
Anche in parpuzio
C'è chi viene a giocare
C'è chi viene a piantare delle gnolle
Già in un board game non puoi piantare gnolle
Puoi piantare gnolle dove c'è parpuzio e un gruppo che te lo permette
Quelli che vengono a piantare gnolle non diventano buoni, non imparano a giocare, semplicemente se ne vanno quando non possono più piantare gnolle.
Non tanto il parpuzio ma i gruppi disfunzionali attirano sta gente qui
Per anni ho erroneamente pensato che finissero poi per rientrare nell'alveo della "legalità" errore, da matita blu e cappello dell'asino.
Marco B dopo 8 anni che giocava a GURPS manco sapeva cosa fosse un Chiron, e aveva piantato gnolle e trollate in off game perché "non riusciva a seguire i consigli dei maghi e a imparare il regolamento"  ;D Ho se c'ero io a "ostacolarlo" cosa sarebbe successo? L'ignoranza avrebbe fatto massa critica e si sarebbe generato un buco nero che avrebbe poi inghiottito tutta la campagna.  ;D

Poi il frutto dei ponderosi studi di Marco B. fatti senza di me per agevolarlo ve lo posto stassera che c'è da spanciarsi dalle risate  ;D ed è piuttosto lungo da scrivere.

Quanto ce fosse e quanto ce facesse dopo quattro anni che ti tolgono il pane di bocca non è cosa in questione vi assicuro che vi girano. Secondo me comunque quegli show li faceva fin che c'ero io, dopo che me ne sono andato ha smesso di giocare, ha provato a tirarmi dentro, ovviamente a condizioni ridicole e ho dovuto rifiutare anche se per poco non ho avuto un travaso di bile perché era pure un perido stressante.
« Ultima modifica: 2014-09-17 17:10:57 da Davide Alberici »

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