Questa partita mi ha colpita un sacco e mi ha portata a notare ulteriori aspetti di questo gioco di cui non mi ero resa conto prima (in pratica ora mi piace ancora di più).
Ringrazio innanzitutto ancora una volta i compagni di gioco. Fabio, Trevor e Graham che hanno mostrato reale partecipazione a una sessione che, credo di poterlo dire, verso la fine, si era fatta emotivamente piuttosto intensa (per me, almeno, è stato così).
Michele si è adoperato per illustrare quanto traumatizzante può essere giocare una donna del villaggio quando Kagematsu ti fa vedere i sorci verdi. Beh, lasciatemi dire che, in questa partita, ho toccato con mano come anche il ruolo di Kagematsu non sia sempre una passeggiata °__°
Per chi non sa nulla del gioco diciamo che ci troviamo in Giappone nel 1572. Un’epoca di guerra e tumulti ha privato un piccolo villaggio della sua popolazione maschile. Sono rimasti solo vecchi, bambini e, naturalmente, le donne. Ma una terribile minaccia incombe sul villaggio promettendone la distruzione.
È a questo punto che arriva Kagematsu, un ronin di passaggio. Con il suo aiuto il villaggio potrebbe salvarsi: riusciranno le donne a persuaderlo a combattere per la loro causa? Esse dovranno creare e approfondire la relazione con Kagematsu se vogliono convincerlo a rischiare la vita per loro.
I ruoli sono di due tipi: Kagematsu (che deve essere interpretato da una donna) e le donne del villaggio (per giocatori ambosessi).
La nostra partita ha visto un Kagematsu molto poco nobile guerriero e molto più rozzo avventuriero. Piuttosto giovane e bello ma dall'aria trasandata (mischievous eyes

). Il nostro presunto eroe si trova al villaggio per pura venalità (sta cercando un tesoro nascosto) e la sua rudezza lo rende subito particolarmente inviso alla donna interpreta da Graham. Eri (mi pare) è una cuoca eccezionale, vedova trentanovenne, ha viaggiato a lungo con suo marito prima di fermarsi in questo piccolo villaggio dove cucina per la piccola locanda del posto.
Fabio ha interpretato una ragazza molto giovane, particolarmente tenera e amante della natura, quasi una creatura selvaggia più a suo agio nei boschi intorno al villaggio che tra gli uomini.
Trevor era una nobildonna che da tempo non aveva notizie del marito partito per combattere. Ricca, elegante, una orgogliosa discendente di samurai.
Durante il gioco, ad ogni interazione con le donne, la giocatrice di Kagematsu modifica il punteggio di Amore o Pietà che lui prova per ognuna di esse in maniera segreta, senza che gli altri giocatori lo vedano.
Chi gioca le donne, invece, punta ad abbassare il suo punteggio di Paura tramite le interazioni con Kagematsu, il che è l'unico modo per fare sopravvivere se stessi e il villaggio. Le interazioni si giocano interpretando normalmente ma, arrivati al tiro dei dadi, se vedono che perderebbero, i giocatori delle donne possono ottenere altri dadi interpretando “gesti disperati”. Questi sono una serie di atti che diventano accessibili ai giocatori nel corso del gioco in numero sempre maggiore e vanno da “minacciare con la violenza”, “corrompere”, “mettere in dubbio la virilità di Kagematsu”, “spogliarsi”, ecc.
Amore e Pietà non vengono dati secondo una regola ma totalmente a discrezione della giocatrice di Kagematsu. In pratica questo mette una donna nella situazione di giudicare le rappresentazioni dei personaggi femminili fatte dagli altri giocatori. La cosa può sembrare facile a tutta prima, ma vi giuro che si può arrivare a situazioni che mettono una certa agitazione. Io per esempio mi sono accorta che COME GIOCATORE provo grande disagio a vedere una donna che si umilia o comunque compromette la sua dignità. In quei casi io a dare Amore proprio non ci riuscivo, era Pietà garantita ^__^;;
Si sono giocate alcune scene per me veramente ansiogene, ma penso che anche il resto del tavolo le abbia trovate piuttosto forti, almeno a giudicare dall'intensità delle reazioni di tutti di fronte alle giocate e al risultato dei dadi.
Faccio anche una precisazione, dal momento che sentire parlare di questo gioco senza leggerlo tutto può dare adito a impressioni sbagliate. Nel corso del gioco non è affatto obbligatorio che le donne si umilino per ottenere il loro scopo. E anche che quello che stanno facendo sia umiliante può essere vero per me e non per un'altra persona (e direi che proprio questo è il punto).
Da questo punto di vista do ragione a Michele quando dice che questo gioco ha dei punti in comune col poker: non vedi i punteggi che chi gioca Kagematsu ti sta attribuendo. Se vuoi indovinare cosa gli passa per la testa non hai altra scelta che osservarlo attentamente, ossia osservare le reazioni del giocatore, più che del personaggio.
* o almeno mettono agitazione a me che evidentemente sono esagerata da questo punto di vista. Ma d'altra parte io non riesco nemmeno a fare bene il Padrone a La mia Vita col Padrone perché fare cattiverie per una sessione intera mi mette l'ansia.
Insomma, chi mi legge consideri che questi viaggi mentali potrebbero essere una cosa tutta mia. ^__^
Però spero di potere leggere presto le impressioni di altre interpreti di Kagematsu, per sentire anche il loro punto di vista.